di don Mariusz Frukacz
CZESTOCHOWA, mercoledì, 13 giugno 2012 (ZENIT.org) – Uno dei risultati più significativi del II Congresso Eucaristico Nazionale, che ebbe luogo in Polonia, l’8-14 giugno 1987, con la partecipazione di Giovanni Paolo II, fu il fatto che il vescovo Stanislaw Nowak introdusse nella diocesi di Czestochowa l’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento.
“È per approfondire la fede nella presenza miracolosa di Cristo nel Santissimo Sacramento e per la ricerca di un’unione sempre più profonda con Lui, e per commemorare il II Congresso Eucaristico Nazionale” si legge nel decreto dell’8 dicembre 1987, che istituisce l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento.
Da venticinque anni, quindi, in ogni parrocchia si svolgono “I giorni dell’Eucaristia” che durano 24 ore, e in ogni regione pastorale dell’arcidiocesi esiste una Cappella di Adorazione Perpetua, che può considerarsi, a giusta ragione, un grande dono spirituale per i fedeli.
È questo, infatti, “il luogo dove l’uomo può incontrarsi personalmente con Gesù, presentargli i suoi problemi, le difficoltà, le sofferenze” come ha dichiarato mons. Stanisław Nowak arcivescovo emerito di Czestochowa.
“Nella nostra vita – ha soggiunto – l’Adorazione Perpetua ci dà l’opportunità di incontrare personalmente Gesù. L’adorazione è, infatti, un incontro personale con Dio come una persona amorevole e l’Eucaristia è il cuore della delle nostre comunità parrocchiali”.
Molti fedeli davanti al Santissimo Sacramento, ha infine concluso il presule, “non sono in preghiera solo per i propri affari personali, ma pregano anche per tutta la parrocchia, per le vocazioni al sacerdozio e via dicendo”.
Conferma le parole dell’arcivescovo, la signora Zenona che ha spiegato a ZENIT che “nel momento in cui mi trovo nella Cappella dell’Adorazione Perpetua ricordo di pregare per i nostri sacerdoti e per la loro santità. Ogni giorno prego, con il rosario in mano, anche per mio figlio che è un sacerdote; lui stesso mi ha chiesto questa preghiera”.
“Quando sono in una chiesa, dove c’è la Cappella dell’Adorazione Perpetua, non posso non andare lì, anche solo un momento per glorificare Gesù” ha detto, invece, Jowita Kostrzewska di Blachownia. “Se non lo facessi mi sentirei come se a casa ci fosse una persona molto vicina e non riuscissi a vederla – prosegue -. Dobbiamo ricordare che Gesù è sempre in attesa per noi con le braccia aperte, basta venire a inginocchiarsi davanti a Lui ed Egli agirà”.
Proseguendo la sua testimonianza a ZENIT, Jowita Kostrzewska ha poi affermato: “L’Adorazione del Santissimo Sacramento ci dona la pace del cuore. Per me ha un profondo significato: è il momento posso incontrarmi direttamente con Gesù e sentire la sua presenza. Guardando l’Ostia bianca posso ottenere una risposta e l’indicazione su quale strada prendere nella vita”.