Il compimento

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, mercoledì, 13 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Lettura

La prima lettura esprime il confronto tra la tentazione del sincretismo – l’appartenenza simultanea a diversi sistemi religiosi – e il richiamo di Elìa alla fedeltà al Dio di Israele, il Dio rivelatosi ai patriarchi e nell’esodo. Il prodigio prova che il Dio di Israele continua a segnare la storia del suo popolo. Il Vangelo afferma la validità perenne dell’Antico Testamento (la Legge e i Profeti).

Meditazione

Il Vangelo parla dell’importanza dell’Antico Testamento in generale (la Legge e i Profeti), e della Legge in particolare. Non possiamo fare a meno dell’Antico Testamento; e questo per due motivi. 1) Non riusciremmo a comprendere il Nuovo senza la conoscenza dell’Antico. Gli autori del Nuovo Testamento non intendono scrivere tutto, ma solo ciò che riguarda il compimento della rivelazione donato da Dio in Gesù Cristo. 2) Gesù, in quanto Inviato definitivo del Padre, non abolisce tutto quello che viene prima, non si presenta come una novità assoluta – senza aggancio con la tradizione –, ma come novità relativa. Egli porta a compimento il progetto originario di Dio, secondo modalità impreviste. Gesù è il Messia atteso che si manifesta in modo inatteso. Ciò significa che in Lui ogni rivelazione di Dio all’umanità, e, in modo particolare, a Israele, viene assunta e collocata nella giusta prospettiva. In Lui tutta la storia dell’umanità, dall’inizio fino alla fine, trova il proprio significato profondo. Per quanto riguarda la Legge, la settimana scorsa abbiamo meditato sulla necessità di scoprire la gerarchia dei comandamenti, e sulla centralità del comandamento dell’amore verso Dio e il prossimo (Mc 12,28-34). Oggi consideriamo l’altro versante della questione: tutti i comandamenti sono importanti, persino quelli più relativi. Non possiamo identificare i comandamenti centrali se non affermiamo l’importanza di quelli relativi; inoltre, isolare i comandamenti assoluti non significa buttare via tutti gli altri. Tutti i comandamenti sono importanti, anche se non del medesimo livello, perché esprimono la realtà profonda dell’uomo dal punto di vista delle relazioni: con Dio, con se stesso, con gli altri, con la creazione. In sintesi, possiamo definire l’insegnamento di oggi come un invito ad adottare una mentalità inclusiva: non si getta nulla, tutto va organizzato attorno al nucleo centrale, Gesù Cristo.

Preghiera

Signore Gesù, Tu sei il Compimento di ogni cosa.

Agire

Leggo un passo dell’Antico Testamento, con la consapevolezza che in Cristo tutto giunge a pienezza. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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