L'Eucaristia crea comunione nella chiesa e nella società

L’Arcivescovo Diarmuid Martin spiega come attraverso l’Eucaristia si può realizzare la Nuova Evangelizzazione

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 11 giugno 2012 (ZENIT.org).- “Questo Congresso Eucaristico deve aiutarci a riflettere su come una Chiesa di comunione può essere una generatrice di comunione nella società in generale”. 

Lo ha detto oggi 11 giugno l’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin, al 50° Congresso Eucaristico Internazionale, parlando sul tema “La Chiesa nel mondo contemporaneo”

“La Chiesa – ha precisato il presule – deve trovare nuovi modi di essere presente nella società irlandese” e per fare questo “deve riscoprire il proprio senso di comunione superando le divisioni interne in uno spirito di amore per la Chiesa e in dialogo con la carità”.

“La mia speranza è – ha continuato – che questo Congresso possa essere un esempio di come la nostra comunione con Cristo nell’Eucaristia sia in grado di generare una nuova comprensione della comunione con l’altro”.

Monsignor Martin ha sostenuto che “La comunione è una delle grandi caratteristiche dei seguaci di Gesù Cristo. Una delle caratteristiche di autentica vita cristiana è dunque la capacità di favorire la comunione anche in mezzo alle divisioni che segnano la vita quotidiana delle comunità e del mondo”.

La relazione dell’Arcivescovo è partita dalla Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, in particolare dalla parte in cui si dice che “Gioia e speranza, sofferenza e angoscia degli uomini d’oggi… sono anche gioia e speranza, sofferenza e angoscia dei discepoli di Cristo… e non c’è nulla di veramente umano, che non trovi risonanza nel loro cuore”.

Secondo monsignor Martin partendo dal concetto dinamico della dignità della persona umana, la Gaudium et Spes “ha rivelato il carattere comunitario della vocazione del genere umano, non solo con principi astratti di giustizia distributiva, ma guardando all’interdipendenza concreta della famiglia umana”.

Il Concilio Vaticano II – ha aggiunto – ha rinnovato la relazione delle attività umane con la morale e la legge di Dio, e il legame profondo tra scienza, fede e cultura.

In questo contesto il Pontefice Paolo VI presentò la Chiesa come “esperta di umanità”.

In riferimento allo stato attuale del vecchio continente monsignor Martin ha sottolineato che “è necessario proclamare il messaggio gioioso e liberatorio del Vangelo ai popoli d’Europa … al fine di creare una civiltà in cui i veri valori umani trasmessi dalla fede cristiana abbiano una sede permanente”.

“Nel rinnovare la nostra Chiesa con una nuova evangelizzazione, – ha concluso l’Arcivescovo di Dublino – siamo fedeli alla missione della Chiesa e stiamo contribuendo a costruire una società rinnovata”.

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ZENIT Staff

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