di Luca Marcolivio

ROMA, giovedì, 7 giugno 2012 (ZENIT.org) – La tensione verso l’infinito è davvero l’essenza più autentica dell’essere umano. È proprio questa attrazione atavica che ha spinto all’umanità, in momenti e luoghi assai diversi della sua storia, a “desiderare cose grandi”, come suggeriva il tema del Meeting di Rimini di due anni fa.

Tra le “cose grandi” dell’edizione 2010 e l’“infinito” della prossima edizione, il passo è breve. Come sempre il tema del Meeting dell’Amicizia dei Popoli di quest’anno è ispirato a una frase di don Luigi Giussan: La natura dell’uomo è il rapporto con l’infinito.

Il consueto percorso interdisciplinare tra mostre, spettacoli e dibattiti avrà luogo alla Fiera di Rimini, dal 19 al 25 agosto prossimi, con il contributo di personalità molto diverse per provenienza geografica e culturale. Tutte però accomunate dall’attrazione imprescindibile verso l’infinito, come spinta a guardare dentro se stessi e a mettersi continuamente in discussione.

Durante la conferenza stampa di presentazione del Meeting 2012, tenutasi ieri sera presso l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, l’ambasciatore Francesco Maria Greco, facendo gli onori di casa, ha ricordato due delle prerogative ormai consolidate dell’evento riminese: l’invito alla riflessione profonda e a “spingere lontano il proprio sguardo” e l’occasione per mostrare al mondo le eccellenze del genio italiano.

Secondo il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il Meeting di quest’anno, fin dal titolo, “sa catturare la curiosità umana e l’essenza religiosa del nostro essere”. Esso rappresenta “un’affermazione chiara e convinta, un’espressione ‘scandalosa’ rispetto al relativismo dei nostri giorni”.

L’infinito, ha proseguito il porporato, “interpella l’uomo in ogni luogo e in ogni tempo” e prescinde, come testimonia anche la celebre lirica di Giacomo Leopardi, dalle credenze religiose. È quell’ “inquietudo cordis” di cui parlava Sant’Agostino, che apre all’uomo le porte del sovrannaturale.

Il cardinale ha quindi reso omaggio a don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione e del Meeting di Rimini, uomo del quale “siamo debitori”, per la sua capacità di rinnovare la fiducia nei suoi figli spirituali, inducendoli a “ricominciare sempre, dopo qualsiasi errore, più umili e più consapevoli della debolezza”.

In rappresentanza del governo italiano, sono intervenuti il ministro della Salute, Renato Balduzzi, e il sottosegretario agli Affari Esteri, Staffan de Mistura.

Balduzzi ha sottolineato la grande opportunità che il Meeting fornisce di “volare alto, tenendo insieme ciò che tende ad opporsi”, proprio come il finito e l’infinito, due componenti dell’esistenza che, in passato, hanno avuto “rapporti meno facili”, quando in realtà, ha commentato, “con il gusto dell’infinito si gusta meglio il finito”.

Il sottosegretario de Mistura, più volte ospite delle passate edizioni, ha evidenziato soprattutto il ruolo del Meeting nella cooperazione internazionale e nel peacekeeping, definendo la grande partecipazione di giovani all’evento come qualcosa di “davvero molto magico”.

Secondo la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, quest’anno gli organizzatori sono investiti di un “grande senso di responsabilità”. “Solo il rapporto con l’infinito – ha spiegato – apre le porte alla libertà” e, per corollario, “l’unica forma di ‘dipendenza’ positiva è proprio quella con l’infinito”.

L’apertura all’infinito, ha precisato Guarnieri, ha un risvolto “drammatico, non consolatorio”, proprio perché obbliga ad iniziare “un percorso di conoscenza di se stessi”: per farlo abbiamo bisogno di “persone che ci mostrino questo infinito”.

Tra gli appuntamenti più importanti della prossima edizione, la presidente del Meeting ha ricordato il convegno inaugurale I giovani e la crescita, alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Monti, e la tavola rotonda Homo religiosus, dove interverranno il cardinale Julien Ries e il monaco buddista Shodo Habukawa, abate del Tempio Muryoko-in.

Lo spettacolo inaugurale sarà curato da Ivan Caracalla, direttore del Caracalla Dance Theatre, che ha sottolineato come la compresenza al Meeting di ballerini ed artisti di varia cultura, religione e nazionalità, rappresenterà anch’essa un’occasione di dialogo ed arricchimento reciproco.

Ha chiuso il ciclo di interventi il presidente della Compagnia delle Opere, Bernhard Scholz, secondo il quale, di fronte alla crisi economica e politica, “non possiamo assumerci alcuna responsabilità se non parliamo di educazione, ovvero di scoperta di noi stessi”.

Scholz ha aggiunto che è necessario che l’intero mondo dell’economia deve tornare a porsi domande sulle sue fondamenta, senza “mai rassegnarsi” ed anche in questo ambito il Meeting può rappresentare “un’avventura della conoscenza”.