Meeting 2012: uno sguardo ai confini della Terra

Le mostre su Dostoevskij e sull’Albania confermano il legame virtuoso con la cultura dell’Europa orientale

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di Luca Marcolivio

ROMA, giovedì, 7 giugno 2012 (ZENIT.org) – Anche in occasione della prossima edizione, le mostre del Meeting di Rimini offrono un panorama ampio e suggestivo, confermando la loro tradizionale impostazione cosmopolita.

L’impressione è quella di uno sguardo lanciato verso i confini del continente e del mondo. Ad Ovest, con l’esposizione Utopia e significato. Le due bandiere dell’Indipendenza Ispanoamericana (1808-1824), che celebra il bicentenario dell’indipendenza latino-americana, e all’estremo Est con Il Koyasan. La montagna sacra del Buddismo Shingon Mikkyo che don Giussani ha tanto amato, nei 25 anni dal fruttuoso incontro tra il fondatore di CL e il leader buddista Shobo Habukawa.

Nel lungo cammino che separa Italia e Giappone, ci si imbatte nel non meno suggestivo sfondo dell’Europa Orientale, nelle sue componenti slave, bizantine, balcaniche ed ortodosse. Ecco dunque la mostra È Cristo che vive in te. Dostoevskij. L’immagine del mondo e dell’uomo: l’icona e il quadro, a cura di Tat’jana Kasatkina, e Albania, Athleta Christi. Alle radici della libertà di un popolo.

Ancora una volta il Meeting di Rimini si conferma terreno fertile per lo scambio culturale e il gemellaggio tra quelli che il beato Giovanni Paolo II definiva “i due polmoni dell’Europa”: il mondo latino-germanico, cattolico e protestante, e quello slavo e ortodosso. Un percorso che, puntualmente, trova il suo luogo privilegiato d’incontro nella comune fede cristiana, in quell’infinito che è il tema della prossima edizione.

“La cultura dell’Europa dell’Est offre un grande contributo in termini identità e di spiritualità; una spiritualità molto diversa dalla nostra”, dichiara a Zenit, Emilia Guarnieri, presidente del Meeting di Rimini, reduce da una presentazione del Meeting in Serbia (3-4 giugno), dove ha incontrato la locale comunità ortodossa.

“Nell’Europa dell’Est – aggiunge la presidente del Meeting – incontriamo una cultura, una sensibilità e un’arte molto profonde e diverse dalle nostre con cui ci sentiamo in grandissima sintonia e dalle quali, per tantissimi aspetti, desideriamo imparare”.

Altro grande filo conduttore è rappresentato dal mondo giovanile. L’imprevedibile istante. Giovani per la crescita, curata dalla Fondazione Meeting e dalla Fondazione Sussidiarietà, con il contributo del Tg1 e di un gruppo di studenti universitari, metterà in mostra la poco conosciuta realtà della creatività giovanile come volano di un possibile rilancio del sistema-paese.

Tre accordi e il desiderio di Verità. Rock‘n’roll come ricerca dell’infinito è invece il provocatorio titolo della mostra curata dall’irlandese John Waters. “Quando lanciamo questi progetti, desideriamo incontrare e conoscere. Abbiamo il gusto di scoprire ciò che non conosciamo”, spiega ancora Guarnieri a Zenit.

“Il nostro grandissimo amico John Waters – ha proseguito la presidente del Meeting – che ci ha proposto la mostra sul rock, ci ha dato delle suggestioni che ci hanno colpito e, attraverso la sua esposizione, desideriamo conoscere quello che ha colpito lui”.

Completano il programma delle mostre riminesi, tutte in programma per l’intera durata del Meeting (19-25 agosto), due progetti a sfondo scientifico e due a sfondo artistico.

Space Gallery. Con Paolo Nespoli guardando la terra dalle stelle, a cura di Space Experience Association porterà il visitatore in orbita grazie alle tante immagini – molte delle quali in 3D – realizzate dagli Space Explorers e da Paolo Nespoli, il primo astronauta italiano ad aver effettuato una missione spaziale di lunga durata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

“Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi”. Genetica e natura umana nello sguardo di Jérome Lejeune è un omaggio al grande genetista francese, da poco Servo di Dio, che seppe unire alla genialità scientifica, la profonda attenzione all’unicità dell’essere umano.

Un salto all’indietro, tra Medioevo e Rinascimento, avverrà con Ad Usum Fabricae. L’infinito plasma l’opera: la costruzione del Duomo di Milano e Gli angeli della Pietà. Intorno a Giovanni Bellini.

La prima illustrerà la genesi della cattedrale ambrosiana come risultante della tensione dell’uomo verso l’infinito, come slancio verso l’alto.

La seconda, che sarà allestita presso il Museo della Città di Rimini, è articolata attorno al capolavoro che inaugura il Rinascimento veneziano e che sarà affiancata da altre opere contemporanee di Marco Zoppo, Francesco Francia e Matteo de’ Pasti.

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ZENIT Staff

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