di Salvatore Martinez
Presidente del Rinnovamento nello Spirito
ROMA, lunedì, 4 giugno 2012 (ZENIT.org).- A conclusione di questo VII IMF, verrebbe da esclamare: Una famiglia ci vuole!
Sì, perché è apparso sempre più chiaro che senza famiglia questo nostro mondo non può vivere, né progredire. Ecco perché una famiglia ci vuole!
Noi cristiani abbiamo una missione straordinaria da svolgere: innervare il nostro tempo segnato da individualismo sfrenato e siccità di valori spirituali con un nuovo dinamismo di responsabilità e con una nuova passione educativa. Urgono ideali alti, modelli di vita buona, quella “fantasia dell’amore” che il Beato Giovanni Paolo II invocava all’inizio di questo Terzo Millennio (Novo Millennio Ineunte, n. 50).
A Milano abbiamo visto e sentito che nel tempo della crisi non è in recessione lo Spirito Santo! Abbiamo visto e sentito l’attualità e l’attuabilità della famiglia. La famiglia è ancora la migliore risorsa a disposizione per il progresso delle nostre democrazie, delle nostre comunità, se sarà messa nelle condizioni di esprimere tutta la soggettività ecclesiale e sociale di cui è capace.
Se una famiglia ci vuole, ne consegue che anche una casa ci vuole! La casa non solo ospita una famiglia, ma ancor prima ne segnala l’esistenza. La casa non è solo uno spazio abitativo, ma è soprattutto il luogo in cui tutte le relazioni di prossimità vengono fondate ed esperimentate. Ad amare s’impara amando: ciò che l’uomo non sa amare e vincere nell’amore è ciò che non ha ancora esperimentato.
Ecco perché abbiamo accettato con gioia e non poco timore, l’invito a realizzare una “speciale” Casa a Nazareth. Sarà la Casa del Papa, una dimora spirituale per tutte le famiglie del mondo.
A Nazareth, luogo dove tutto è cominciato e dove tutto può ricominciare.
A Nazareth, dove l’umanità ha conosciuto il modello certamente irripetibile della Santa Famiglia, che tutti devono potere apprezzare ed emulare.
A Nazareth, luogo tra i più pacifici di Terra Santa, città preservata da Dio, dove risiede il 40% di cristiani a fronte di percentuali inferiori all’1,5% delle altre città d’Israele. Un primato che ci indica la vitalità della tradizione della famiglia cristiana, una storia che può contagiare di nuovo amore per la vita le famiglie di tutto il mondo.
Fu il Beato Giovanni Paolo II, nel 1997, ad annunziare il sogno di un Centro Internazionale per la Famiglia a Nazareth in occasione del II IMF a Rio de Janeiro. E nel 2009, proprio a Nazareth, Benedetto XVI volle dare concretezza al disegno benedicendo la prima pietra dell’erigendo Centro.
Ora, qui a Milano, a conclusione del VII IMF, possiamo presentare il progetto esecutivo, dopo lunghi e non facili accordi con le autorità ecclesiastiche, civili e politiche del luogo. Se la Provvidenza ci assisterà, riteniamo che in un paio di anni il Centro possa essere già pienamente operativo. La costruzione dei due corpi – uno destinato alle attività ricettive a misura di famiglia e uno alle attività di socializzazione – procederanno per stadi distinti.
A regime, 100 famiglie pellegrine in Terra Santa potranno essere accolte; ci sarà un Auditorium con 500 posti, il più grande di Nazareth, a servizio della comunità tutta; ci sarà un Osservatorio internazionale sulla famiglia, con particolare riguardo al Medio Oriente e al dialogo interculturale.
Giova ricordare che il tema della desacralizzazione delle società occidentali e orientali è questione assai delicata per le tre religioni monoteiste. La famiglia è sotto la scure di un modernismo scriteriato che pone problemi comuni alle religioni. Una sfida che ha in sé una grande opportunità: far sì che intorno al tema della famiglia si possa trovare, proprio a partire dalla Terra Santa, una nuova unità di intenti e di opere, in un territorio in cui, non dimentichiamolo, un muro è stato innalzato e continua a dividere famiglie e generazioni.
Tre le missioni fondamentali perseguite dal Centro Internazionale per la Famiglia, mediante una Fondazione di Diritto Pontificio promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e gestita dal Rinnovamento nello Spirito.
In primis, il Centro sarà luogo di diffusione del Vangelo della Famiglia, mediante iniziative di carattere spirituale, di formazione, di evangelizzazione, che permetteranno a tutti gli uffici pastorali dedicati alla famiglia, ai movimenti, alle comunità, alle associazioni di scopo, di far conoscere i propri carismi e le proprie pedagogie educative e rieducative.
<p>In secondo luogo, il Centro sarà una “vetrina” di tutto il buono, il vero, il giusto che la famiglia propone e testimonia nel mondo nell’ambito del welfare, dell’educazione, del tempo libero, dei mass media. In collaborazione con le Università e con le Istituzioni Internazionali racconteremo e diffonderemo esperienze, metodi, attività che possono aiutare a risolvere le difficoltà che le famiglie incontrano nelle Nazioni del mondo. Un portale web faciliterà questo prezioso lavoro.
In ultimo, il Centro assolverà ad una consegna progettuale che riceviamo dallo stesso Benedetto XVI: “Offrire sostegno e assistenza sociale alle famiglie, favorire una vita familiare stabile nella regione di Terra Santa”. La diaspora di famiglie cristiane, molte di queste senza casa e senza lavoro, e gli esodi forzati di molte famiglie – si pensi in queste ore agli oltre 100.000 rifugiati in Giordania, fuggiti dalla Siria – non possono lasciarci inerti. Attraverso un progetto di fund raising internazionale intendiamo rispondere fattivamente a queste emergenze.
Una famiglia ci vuole! Una casa ci vuole!
La nostra speranza è che molti vogliano contribuire alla costruzione, alla gestione, allo sviluppo di questo Centro Internazionale per la Famiglia. Sono gli uomini generosi che fanno la storia. Vogliamo che questo VII IMF passi alla storia anche per avere dato corpo a questo sogno.