di padre John Flynn LC
ONTARIO, lunedì, 4 giugno 2012 (ZENIT.org) – Nel nome della lotta al bullismo e della tolleranza, la provincia canadese dell’Ontario intende obbligare tutte le scuole, compresi gli istituti cattolici, a permettere le “gay-straight alliance” (alleanza gay-etero). Il nuovo emendamento è stato annunciato lo scorso 25 maggio dal ministro dell’Educazione, Laurel Broten.
La Ontario Catholic School Trustees Association (OCSTA) definisce la parola gay “una distrazione” e afferma che la normativa anti-bullismo è finalizzata a proteggere tutti gli studenti, non sono coloro che sono scherniti a causa del loro orientamento sessuale. Lo riferisce un’inchiesta del quotidiano The Globe and Mail.
“Non vogliamo dare peso al nome – dice il presidente dell’OCSTA, Marino Gazzola -. Vogliamo piuttosto dare peso al contenuto e alla finalità di questi gruppi. Si tratta di gruppi nati in un contesto extrascolatico che non necessariamente riflettono i valori unici dei nostri studenti”.
L’emendamento n° 13 all’Atto di Accettazione delle Scuole, inoltre, prevede sanzioni più severe per i colpevoli di bullismo e facilita la loro espulsione dalle scuole.
Una lettera diffusa lo scorso 28 maggio dall’Assemblea dei vescovi cattolici dell’Ontario afferma che le scuole cattoliche sono vincolate ai principi del Vangelo che assicura l’amore e il rispetto per ogni persona.
“Abbiamo un’ampia schiera di risorse spirituali e metodi scaturiti dalla tradizione della nostra fede, che non implicano solo la lotta al bullismo ma delineano un ambiente scolastico che accoglie tutti”, spiega la lettera firmata dal cardinale Thomas Collins.
L’approccio ad una “gay-straight alliance” nel contrasto del bullismo si è sviluppato negli Stati Uniti a partire dagli anni ’80, prosegue la lettera. “Poiché questo modello è strettamente legato ad un movimento con una visione particolare della persona umana e delle tematiche della vita, le persone che dissentono da queste concezioni sono comprensibilmente preoccupate che possano servire non soltanto come mezzo contro il bullismo ma per promuovere visioni che loro non condividono”, aggiunge il porporato.
L’imposizione della metodologia della “gay-straight alliance” alle scuole cattoliche è motivo di preoccupazione per i genitori che hanno mandato i loro figli a studiare in questo tipo di istituti, soprattutto perché vi è un’aspettativa di armonia con i loro principi familiari e di fede, spiega la lettera.
“Perché una parte dell’assemblea provinciale è stata manipolato per microgestire la definizione dei club studenteschi?”, domanda il cardinale nella lettera.
Fondi statali
Il conflitto sulla legislazione è stato usato dagli avversari della Chiesa Cattolica per mettere in discussione il finanziamento governativo alle scuole cattoliche.
“Ora la vera questione è se l’Ontario debba continuare a sostenere le scuole cattoliche. L’elefante nella stanza – ovvero il finanziamento pubblico alle scuole cattoliche – è diventato talmente distruttivo dei diritti fondamentali e dell’eguaglianza: impossibile ignorarlo”, ha dichiarato Justin Trottier, portavoce del Centro di Indagine, un gruppo ateista con sede a Toronto, sul blog religioso del National Post.
Secondo un articolo pubblicato il 28 maggio sul quotidiano Toronto Star, il governo provinciale stanzia ogni anno 7 miliardi di dollari canadesi per le scuole private.
Mentre il provvedimento continua ad essere dibattuto dall’assemblea provinciale, le proteste dei Cattolici continuano. “È semplicemente intollerante dire che le scuole cattoliche a questo proposito debbano insegnare principi contrari alla fede cattolica, cioè che moralmente non c’è differenza tra atti omosessuali ed eterosessuali”, dichiara padre Raymond J. de Souza in un editoriale pubblicato il 31 maggio sul quotidiano National Post.
Il sacerdote ha anche accusato il governo di essere stato “sviato” dall’argomento dell’omosessualità, a causa di una ricerca del Toronto District School Board che “mostra che il bullismo riguarda, in primo luogo, l’immagine del corpo e le conquiste accademiche sul genere, la religione e il reddito come fattori minori”.
Ciò che il governo propone, aggiunge padre de Souza, è una violazione della costituzione e un attacco alla libertà religiosa.
[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]