MILANO, domenica, 3 giugno 2012 (ZENIT.org) – Il Centro Internazionale per la Famiglia di Nazareth è stato presentato nei giorni del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, presso gli stand di Fieramilanocity, dove è stato esposto il plastico della struttura in costruzione.
L’iniziativa è promossa dal Pontificio Consiglio per la Famiglia che ne ha affidato la realizzazione al Rinnovamento nello Spirito Santo.
Si tratta di un centro polifunzionale che sorgerà sulla sommità della collina che domina la città di Nazareth e la Basilica dell’Annunciazione. Un splendido punto panoramico che spazia dal Monte del Precipizio al Monte Tabor fino al Monte Carmelo.
In primo luogo il Centro accoglierà le famiglie pellegrine in Terra Santa, portando avanti anche progetti di formazione alla vita genitoriale e familiare, di pastorale per gli operatori e di preparazione alla nuova evangelizzazione.
Il Centro di Nazareth, inoltre, sosterrà materialmente le famiglie in difficoltà, in special modo della Terra Santa, attraverso progetti internazionali di fund raising.
Un ulteriore destinazione del Centro sarà quella di Osservatorio Internazionale sulla pastorale familiare nel mondo, in particolare in Terra Santa e nel Medio Oriente – in relazione a mass media, welfare, educazione, istruzione, tempo libero, dialogo interculturale – in collaborazione con le Conferenze Episcopali di tutto il mondo, le Università Cattoliche e le Istituzioni Internazionali a servizio della famiglia.
Il Centro Internazionale per la Famiglia disporrà di un auditorium da 500 posti, un centro pastorale diocesano, una chiesa da 500 posti, un albergo con 100 camere e ristorante e una ludoteca con spazi di intrattenimento per i bambini.
In esclusiva per ZENIT, il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez, ha raccontato i dettagli, le finalità e lo spirito del progetto.
Come nasce la Casa Internazionale di Nazareth?
Martinez: Il progetto parte nel 1997, in occasione del II Incontro Mondiale delle Famiglie a Rio de Janeiro, in occasione del quale il Santo Padre ricevette in dono dal patriarca di Gerusalemme un’icona in stile orientale raffigurante la Sacra Famiglia. Nel 2000 Giovanni Paolo II volle dare un segno di carità giubilare (tanto è vero che l’icona porta il nome di Santa Famiglia di Nazareth 2000) e sollecitò per primo la costruzione di un centro per la famiglia in Terra Santa. Nel 2009 Benedetto XVI ha rilanciato il progetto: in occasione del viaggio pastorale in Terra Santa, il Papa benedisse la prima pietra della nuova struttura. Proprio in quei giorni, la Santa Sede, mi fece richiesta di realizzare, condurre e gestire il progetto, assieme al Rinnovamento nello Spirito Santo. Così, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Famiglia, si è costituita una fondazione di diritto pontificio preposta al progetto. A Milano abbiamo presentato il progetto esecutivo, con la speranza che si possa entrare nella fase operativa. È stato desiderio del beato Giovanni Paolo II, ed è desiderio di Benedetto XVI che le famiglie abbiano una dimora in Terra Santa, essendo la Terra Santa una proprietà della Santa Sede. Noi ci poniamo in servizio, nella speranza che molti altri si attivino per creare questa grande vetrina mondiale per la famiglia. Servono anche risorse economiche e benefattori, uomini generosi in grado di costruire il Regno di Dio attraverso opere come questa dimora spirituale per le famiglie in Terra Santa.
La Terra Santa è da sempre un luogo simbolo per la Pace e per il dialogo interreligioso. La nuova struttura avrà un ruolo anche in tal senso?
Martinez: La Casa di Nazareth sarà anche un segno di unità tra le religioni monoteiste: la famiglia è un tema caro alle grandi religioni monoteiste. Viviamo in un tempo in cui la desacralizzazione della famiglia è un fenomeno inquietante non solo nella civiltà cristiana ma anche nell’ebraismo e nel mondo musulmano. Quindi riteniamo che un’alleanza virtuosa sul tema della famiglia, possa trovare in Terra Santa e dalla Terra Santa, un elemento distintivo di unità e di pace tra le religioni, soprattutto tra le nuove generazioni, che hanno bisogno di modelli, in particolare di modelli educativi. Il progetto ha quindi una valenza ecumenica e interreligiosa e rappresenterà un riferimento in Terra Santa anche per la politica e per gli stati, per le legislazioni. Vogliamo che la famiglia si difenda da sé e che sia posto all’attenzione del mondo il valore religioso della famiglia, come luogo in cui tutte le buone prassi del perdono e del sacrificio, del dialogo, del sacrificio, della mutualità, del rispetto, dell’ascolto, possono essere sperimentate: queste prassi comportamentali sono comuni a tutte le religioni monoteiste. La famiglia è un luogo di pace e anche questo centro sarà un luogo di pace.
L’avvio del progetto della Casa di Nazareth, arriva proprio assieme al 40° anniversario della fondazione del Rinnovamento nello Spirito in Italia, in un momento denso di eventi e cambiamenti per voi…
Martinez: Vivo questo momento intenso con gratitudine a Dio e come tempo in cui portiamo a raccolta una seminagione lunga, in anni fatti di formazione, di interiorizzazione della grazia del rinnovamento, di preparazione ad un impegno ecclesiale più marcato, di proiezione della spiritualità del movimento anche sul piano sociale. Tutto quello che accade è stato speso, voluto e alimentato in questi anni. È però anche tempo di profezia: un giubileo non è solo occasione di memoria grata, è anche un tempo in cui si guarda avanti con fiducia. C’è bisogno di rinnovamento: lo ha detto il Papa e continua a ripeterlo. C’è bisogno in particolare di rinnovamento spirituale, in un momento in cui la parola “rinnovamento” è usata da tutti, ma in cui pochi sono disposti ad accettare che la madre di tutti i rinnovamenti sia spirituale, poiché la madre di tutte le crisi è spirituale. È un momento favorevole in cui la grazia del rinnovamento è più accolta e disponibile al servizio delle realtà temporali in cui ci muoviamo. Non c’è dubbio che la presenza del Santo Padre la scorsa settimana in San Pietro per festeggiare il nostro 40° anniversario, la presenza del cardinale Bertone alla nostra 35° Convocazione Nazionale, la presenza dei nostri cardinali nelle principali città italiane, per il progetto “Dieci piazze per dieci comandamenti”, ci dicono non solo la vitalità del rinnovamento ma anche una “prototipicità” di impegno, di riconoscimento di ruolo. Quindi è davvero legittimo ritenere che non saremo più gli stessi e che questo giubileo sta imprimendo un forte slancio missionario e testimoniale nella vita del Rinnovamento.
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Sito web ufficiale del Centro Internazionale per la Famiglia: www.nazarethinternationalfamily.org