Foglie e frutti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, venerdì, 1 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Marco 11,11-25

Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni’’? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Lettura 

La prima lettura evidenzia le due dimensioni fondamentali del cristiano: la preghiera e la carità fervente”, che si esprime nell’ospitalità, nell’accogliere l’altro, e nel mettere a disposizione di tutti i doni ricevuti da Dio. La persecuzione diviene motivo di partecipazione alla vicenda di Cristo. Il Vangelo richiama la necessità della preghiera e del perdono, nel contesto della sterilità dei capi religiosi.

Meditazione 

Il motivo centrale del testo è la preghiera: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni» (v. 17; citazione di Is 56,7). La preghiera possiede un particolare dinamismo. 1) È relazione profonda con Dio, vissuta in Cristo e contrapposta al mercato. La «casa di preghiera per tutte le nazioni» è Gesù; Lui è il nuovo tempio, il “luogo” della pace e della relazione profonda con Dio. Il tempio è l’ambiente dell’incontro con il Mistero, della congiunzione tra l’immanente e il trascendente. Lì si viene proiettati nel futuro, nella Gerusalemme celeste. Il mercato è lo spazio antitetico al tempio, perché rappresenta una religiosità che concepisce la relazione con Dio come erogazione di servizi, compravendita di prestazioni. La preghiera diventa il “gettone” che inserisco nell’istituzione-macchina per ottenere la grazia-caffè da un dio ridotto al rango di distributore automatico. Il culto esteriore non salva per sé, in modo magico, ma solo se espressione di una conversione del cuore. 2) La preghiera scaturisce dallo stupore e dalla fede in Cristo(vv. 23-24), in antitesi alla volontà di morte dei capi religiosi (v. 18). Notiamo la gradualità della fede: prima lo stupore, poi l’adesione con tutta l’esistenza a Colui che avverto come il Signore dell’universo e della mia vita. 3) La preghiera è preparata dall’atteggiamento del perdono (v. 25): nessuna relazione con il Padre se non vi è relazione con i fratelli. 4) La preghiera conduce alla fecondità (l’albero di fichi, vv. 12-14; 20-21). I capi religiosi sono come un albero di fichi che produce foglie e non frutti, e perciò viene seccato. Le foglie rappresentano le pratiche religiose prive di dimensione interiore, pura apparenza, mentre i frutti sono l’amore in azione. Nel tempio si ascolta la Parola, si cresce nella fede, si legge la realtà con gli occhi di Dio, si impara ad amare, ci si dona, si incontrano i fratelli.

Preghiera

Signore Gesù Cristo, perdono di cuore tutti quelli che hanno peccato contro di me nel corso della mia vita. Ho fede in Te. Amen.

Agire

In chiesa, dono un sorriso a un fratello, come segno dell’amore di cui la liturgia è espressione. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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