di Antonio Gaspari
BRUXELLES, venerdì, 30 marzo 2012 (ZENIT.org) – Più di trenta Movimenti per la Vita in rappresentanza di 21 Paesi dell’Unione Europea, si sono riuniti a Bruxelles ieri, 29 marzo, ed hanno concordato una iniziativa cittadina continentale per far riconoscere il diritto alla nascita dei bambini concepiti.
Con l’entrata in vigore il 1° aprile del regolamento che disciplina il diritto di iniziativa dei cittadini europei, le firme di un milione di cittadini in rappresentanza di almeno sette dei Paesi della UE potranno presentare alla Commissione delle proposte legislative.
In questo caso i Movimenti per la Vita propongono la “protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento in tutte le aree di competenza della Ue”
A questo proposito i MpV europei chiedono alla Ue di “porre fine al finanziamento di attività che presuppongono la distruzione di embrioni umani nei settori della ricerca, nei programmi di riduzione delle nascite e nella pratiche di sanità pubblica che presuppongono la violazione del diritto alla vita”.
I movimenti per la Vita europei si sono ritrovati a Bruxelles nel contesto della seconda Settimana Europea per la Vita (26-29 marzo) organizzata degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) in collaborazione con il Partito Popolare Europeo (PPE).
La giornata di giovedì 29 marzo, prevedeva la discussione del tema We are not giving up! (“Noi non ci rassegniamo”), relativamente alle milioni di interruzioni volontarie di gravidanza che stanno impoverendo e intristendo l’Europa.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione l’onorevole Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita (MPV) italiano, ha sostenuto vigorosamente “l’iniziativa che i movimenti per la vita di ventuno paesi europei presenteranno per chiedere che l’UE legiferi nel campo della tutela della vita”.
Casini, che è anche Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo ha precisato che apprezza oltremodo il tentativo di impedire che “nessun fondo pubblico europeo possa essere utilizzato per la distruzione di embrioni umani”.
Il comitato organizzatore per la promozione dell’Iniziativa dei cittadini, denominata “L’embrione uno di Noi!”, ha visto l’adesione dei movimenti per la vita di Francia, Italia, Malta, Spagna, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Lituania, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Regno Unito.
Il titolo “Uno di noi”, fa esplicito riferimento alla dignità dell’essere umano e ai “diritti alla nascita” che spettano ad ogni concepito.
Il presidente del Comitato organizzatore dell’Iniziativa cittadina “Uno di Noi” (One of Us) Gregor Puppinck, direttore direttore del Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia (European Centre for Law and Justice, ECLJ) ha spiegato che “l’iniziativa vuole essere uno strumento culturale ed educativo che risvegli l’anima dei popoli europei e impedisca la loro assuefazione e la loro rassegnazione di fronte alle soverchianti aggressioni contro la vita umana”.
Di fronte alla possibilità che la Commissione respinga la proposta, Puppinck ha sostenuto che “l’iniziativa potrebbe raggiungere egualmente un grande risultato se le adesioni popolari saranno numerosissime e se saranno accompagnate da molteplici azioni culturali ed educative”.
In attesa che la Commissione europea si pronunci sulla richiesta e autorizzi i movimenti per la Vita europei ad iniziare la raccolta della firme, il Movimento per la Vita italiano ha organizzato per il 20 maggio il Life Day (Giorno per la Vita), con appuntamento nell’aula Paolo VI in Vaticano.