LUGANO, martedì, 20 marzo 2012 (ZENIT.org) – Giovanni Paolo II: legislatore della Chiesa è il titolo dell’importantissimo convegno internazionale che si terrà a Lugano nell’Università della Svizzera italiana, giovedì 22 e venerdì 23 marzo.
Il convegno è organizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II di Roma, presieduta da Sua Eminenza il cardinale Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, in collaborazione con l’Istituto internazionale di Diritto canonico e Diritto comparato delle religioni (DiReCom) della Facoltà di teologia di Lugano, diretto dal prof. Libero Gerosa.
Esperti internazionali affronteranno i fondamenti, le innovazioni e le aperture avvenute nel campo del diritto canonico durante il pontificato di Giovanni Paolo II, ripercorrendo gli aspetti fondativi legati all’attività legislativa dello scomparso Pontefice.
Il convegno lancia, infatti, una nuova immagine del Beato: ovvero non solo quella del Pontefice che ha promulgato due Codici, il nuovo codice di Diritto Canonico per la Chiesa latina (CIC) nel 1983 e il codice dei canoni delle Chiese Cattoliche Orientali (CCEO) nel 1990, ma del Papa che ha posto le basi di una nuova ermeneutica canonistica.
“Giovanni Paolo II ha sempre concepito il Diritto Canonico e il Codice di Diritto Canonico del 1983 come un documento complementare al Concilio Vaticano II e proprio per questo, anche il primo documento della Nuova Evangelizzazione”, ha affermato il prof. Gerosa.
“La sua preoccupazione – ha proseguito – legata profondamente al suo vissuto e alla sua storia personale, era che la Chiesa respirasse sempre con due polmoni: quello dell’Occidente e quello dell’Oriente. Per cui, anche se non in modo molto esplicito, Wojtyla ha fatto capire che bisognava rispettare fino in fondo le diverse tradizioni e quindi sviluppare un confronto all’interno di questa diversità”.
Una grande attenzione, quindi, sarà rivolta, nell’ambito del convegno, al “modo con cui Giovanni Paolo II ha sempre concepito e interpretato il diritto internazionale, il diritto fra i popoli”. Una concezione sicuramente “influenzata dalla grande esperienza letteraria e di poeta” come ha ricordato il prof. Gerosa.
“In Wojtyla – ha confermato il direttore di DiReCom – anche l’attività poetica è fondamento del suo sguardo sull’uomo e quindi, necessariamente, anche del suo modo di concepire qualsiasi forma di diritto, anche il Diritto Canonico. Da uomo del Concilio, è vero che ha insistito particolarmente sulla Chiesa come comunione, ma questo non ha mai voluto dire mettere in ombra l’uomo singolo e concreto”.
A tal proposito, ha aggiunto Gerosa: “Nel grande processo di codificazione portato avanti da Giovanni Paolo II ci si è trovati di fronte ad un nuovo soggetto principale di tutto il sistema giuridico della Chiesa, che non è più, come nel 1917, il clero, ma il Christifideles”, ovvero il fedele che non significa il laico, ma “la figura giuridica emergente dalla sequela a Cristo, che si invera in qualsiasi stato di vita ecclesiale: nel clero, nelle persone consacrate, nei fedeli laici”.
Numerosi i grandi nomi che interverranno in qualità di relatori al convegno: il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani; il filosofo Dr. Francesco D’Agostino, presidente onorario del Comitato Nazionale italiano per la Bioetica; la prof.ssa Ombretta Fumagalli Carulli, prima donna in Italia titolare di una Cattedra Universitaria di diritto canonico e prima donna eletta dal Parlamento italiano nel Consiglio Superiore della Magistratura.
Tra gli ospiti anche il prof. Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano e rettore magnifico della LUMSA di Roma e Mons. Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi
Nonostante la presenza di grandi specialisti di una materia come il Diritto canonico, nel convegno saranno affrontati anche dei temi affascinanti per il grande pubblico, come, ad esempio La Chiesa Cattolica e la Comunità Europea in Giovanni Paolo II.
“L’impostazione interdisciplinare del Convegno è certamente di interesse, non solo per i cultori delle singole discipline scientifiche, ma anche per i politici, per gli interessati e per chi ha una preoccupazione reale per il bene comune”, ha spiegato ancora Gerosa.
“Giovanni Paolo II non ha fatto solo la storia da Papa – ha precisato – ma ha inciso sulla storia europea già prima: da vescovo, da giovane presbitero e soprattutto da giovane universitario. Quando Wojtyla non aveva ancora deciso di diventare prete, si documenta, in modo straordinario, il suo amore per la formazione della coscienza di ogni singola persona: una vera formazione su valori solidi”.
Ha dichiarato infine il prof. Gerosa: “Oso affermare che, dentro questa prospettiva di Wojtyla la grande crisi delle democrazie occidentali attuali non sta nel fatto che esse non siano capaci di rendere partecipi i giovani al processo del potere decisionale, ma nel fatto che non siano capaci di trasmettere i valori su cui una democrazia inevitabilmente deve fondarsi”.
“Sembra quasi che i valori siano semplicemente il mercato, la finanza, o quant’altro ma non quelle cose che toccano la pelle concreta dei giovani” ha concluso il direttore, aggiungendo “Giovanni Paolo II in questo è stato grandissimo: ricordo personalmente che durante il suo ultimo incontro con i giovani, nel 2004, c’è stata una standing ovation di 12 minuti fatta da 14 mila ragazzi. Un uomo, peraltro anziano e malato, che sa muovere così giovani,vuol dire che ha qualcosa da trasmettere di assolutamente eccezionale e vitale per coloro che desiderano costruire una società veramente umana e civile”.
Per maggiori informazioni: contattare la segreteria dell’Istituto DiReCom (Tel +41 (0)58 666.45.72) .