di Ann Schneible
WASHINGTON D.C., venerdì, 16 marzo 2012 (ZENIT.org) – Sotto il mandato del Dipartimento per la Salute dell’amministrazione Obama, le istituzioni cattoliche di tutti gli Stati Uniti rischiano la possibilità di finanziare fondi sanitari per procedure contrarie agli insegnamenti della Chiesa Cattolica o, in alternativa, di subire pesanti sanzioni pecuniarie.
Zenit ha intervistato in proposito il professor William R. Luckey e il professor Bernanrd Way, entrambi docenti di Scienza della Politica presso il Christendom College, riguardo alle implicazioni del mandato federale. Lo scorso mese, il collegio di arti liberali, situato a Front Royal, in Virginia, si è aggiunto a un numero sempre maggiore di istituzioni cattoliche, contrarie al mandato federale.
Significato del Mandato federale per le istituzioni cattoliche
Luckey, professore e preside del dipartimento di scienze politiche ed economiche al Christendom College, ha spiegato come i tentativi dell’amministrazione Obama di patteggiare con la Chiesa Cattolica devono ancora offrire esenzioni sufficienti per preservare i datori di lavoro cattolici dall’essere forzati, per legge, a violare le proprie coscienze.
“L’originario Mandato del Dipartimento per la Salute – ha spiegato Luckey – stabiliva che tutte le istituzioni che prevedono un’assicurazione sanitaria, dovevano includere nelle polizze l’accesso al controllo delle nascite e alle procedure di sterilizzazione. Pertanto tali piani avrebbero sicuramente incluso le pillole abortive”.
“La protesta iniziale dei vescovi e di altri soggetti – ha proseguito il docente – era contro l’obbligo, a carico delle istituzioni cattoliche, di compiere azioni contrarie alla propria coscienza e ai propri principi. L’amministrazione Obama ha ceduto e ha detto: va bene, non siete obbligati, ma vi chiediamo che almeno i vostri assicuratori lo facciano… Questa affermazione, però, implica due problemi: a) paghiamo ancora i premi assicurativi per pratiche che non vogliamo pagare; b) alcune istituzioni cattoliche si auto-assicurano, quindi, in ogni caso, saranno obbligate a pagare e ciò va contro la loro coscienza”.
Libertà religiosa
A causa dei requisiti che il mandato federale impone sulle istituzioni cattoliche, l’amministrazione Obama è stata ampiamente criticata sul tema della libertà religiosa. “Il vero argomento politico – spiega Luckey – non è la contraccezione: è il Primo Emendamento. Infatti la Costituzione sancisce che non c’è una religione di stato, tuttavia afferma che il congresso non può approvare leggi che restringano la libertà di religione”.
Il tentativo del governo federale di fare ingerenza nelle credenze religiose della gente, spiega il professor Way, docente associato di scienza della politica, va contro la Costituzione, nei suoi fondamenti. “In superficie – ha affermato Way – l’argomento più grande ha a che vedere con il Primo Emendamento e con la libertà religiosa. Nessuna istituzione religiosa deve essere forzata dal governo a compiere alcuna azione contraria alla propria coscienza e ai propri principi. Le persone e le associazioni devono essere lasciate libere, in special modo in tema di coscienza, che già i padri fondatori individuarono come una questione religiosa”.
Cosa possono fare i cattolici
Ci sono molte strade che i cittadini e le istituzioni cattolici posso percorrere per fare pressione sull’amministrazione Obama ed ottenere l’annullamento dei requisiti.
“In primo luogo – propone Way – i Cattolici devono fare un’enorme pressione sul Congresso, sui propri deputati e senatori. Ovviamente, trattandosi di un atto del Governo Federale, il congresso deve avere il potere di vigilare. Devono scaldare gli animi, sensibilizzare, mobilitare la base”.
“L’altra cosa che può essere fatta – prosegue – è mettere sotto pressione i rappresentanti degli Stati per impugnare il provvedimento come incostituzionale. Ciò era certamente tutelato nella Costituzione stessa e nel dibattito per la ratificazione. New York, la Virginia, il Massachusetts lo hanno tutti incluso nel loro ordinamento: ciò significa che se il governo federale emana un provvedimento incostituzionale, quest’ultimo non sarà applicato nei loro Stati”.
Oltre alle pressioni sui leader governativi, le istituzioni stesse possono intraprendere azioni concrete. “Penso che dovremmo dirlo pubblicamente a Obama – spiega Luckey -. Noi non pagheremo alcuna multa, perché non abbiamo fatto nulla di sbagliato. È l’amministrazione Obama che è in errore. Scuole di prestigio come la Notre Dame potrebbero essere sanzionate con un milione di dollari di multa. Permettiamo di colpirli! Andiamo avanti! E porteremo tutto davanti alla corte, trascinando il contenzioso per anni e anni”.
“C’è ancora un’altra azione legale che si può intraprendere. Ritengo che tutte le istituzioni cattoliche debbano unirsi una gigantesca class action, accaparrandosi i migliori avvocati del paese e, ingaggiandoli per la causa legale. Il network televisivo cattolico ETWN già l’ha fatto…”.
[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]