La nuova evangelizzazione in Francia

Maurizio Moscone racconta il riemergere dei cristiani

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di Antonio Gaspari

ROMA, sabato, 10 marzo (ZENIT.org).- Sono molti gli articoli ed i rapporti che indicano la Francia come un Paese dove il cattolicesimo sta trovando molte difficoltà.

Dopo oltre due secoli dalla rivoluzione giacobina infatti la secolarizzazione sembra prevalere, ma non mancano segni di speranza e un rinnovato zelo apostolico dei nuovi movimenti e delle famiglie missionarie.

Nel contesto del progetto di rievangelizzazione dell’Europa rilanciato da Roma con l’istituzione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, ZENIT ha intervistato il professor Maurizio Moscone, docente di filosofia nei seminari diocesani ‘Redemptoris Mater’.

Il prof. Moscone è già stato ad insegnare Filosofia nei seminari di Taiwan, Pola in Croazia e di recente è tornato dal seminario di Tolone in Francia.

Cosa può dirci della situazione della fede in Francia?

Moscone: Sono stato in Francia a tenere un corso di Filosofia presso un seminario cattolico. Sono partito dall’Italia con delle idee sulla Chiesa in Francia, e in generale della vita cristiana, che sono state contraddette dalla realtà.

Pensavo che la Chiesa fosse ricca perché inserita in uno dei paesi più prosperi d’Europa, invece ho scoperto che è povera. Infatti non riceve alcun aiuto finanziario dallo Stato, il quale è proprietario di tutti i templi costruiti fino all’anno 1906 (da questa data in poi sono proprietà della Chiesa) e non contribuisce alla manutenzione degli edifici, per cui quasi tutti necessitano di opere di restauro, vivendo la Chiesa delle offerte di pochi laici, per lo più anziani.

Credevo che la partecipazione alla liturgia da parte dei fedeli fosse analoga a quella riscontrata in Italia, invece sono rimasto colpito dalla loro scarsa presenza.

Parlando con un sacerdote, di una parrocchia che comprende un territorio con circa 28.000 persone, ho saputo che mediamente si confessa un solo fedele ogni settimana e che, in generale, la pratica della confessione in Francia è limitata alle grandi ricorrenze: Natale, Pasqua.

Ho assistito personalmente a un funerale in cui erano presenti molte persone, che, in attesa del feretro, parlavano tra di loro sulla scalinata antistante la chiesa. Quando la bara è stata trasportata all’ingresso della chiesa, nessuno si è fatto il segno della croce e nessuno ha risposto all’invito alla preghiera rivolto dal prete.

Alcuni amici mi hanno detto che questo comportamento è diffuso perché in Francia il popolo è molto secolarizzato e sono presenti anche forme di apostasia.

Ho parlato con diversi sacerdoti e tutti sono stati concordi nel dirmi che la maggior parte dei francesi non è più cristiana e vive in modo pagano: le convivenze sia tra i giovani e che tra gli adulti sono molto diffuse, la famiglia è fortemente in crisi e, di conseguenza, i ragazzi vivono un vuoto esistenziale che spesso cercano di riempire con la droga, il sesso ed espedienti vari per cercare di sfuggire a una situazione di sofferenza per loro insopportabile.

Quali secondo Lei le cause di questa situazione?

Moscone: Visitando le chiese, un aspetto che mi ha colpito è lo stato di degrado in cui, salvo eccezioni, versano. In alcune chiese le statue hanno le teste mozzate, oppure sono prive di statue e di quadri. Conseguenza questa della Rivoluzione francese, la quale per odio alla Chiesa ha non soltanto deturpato, ma anche distrutto molti templi. I rivoluzionari, afferma Pierre Chaunu, membro dell’Institut de France, uno dei maggiori studiosi della storia moderna, “fecero a pezzi le statue di Notre Dame, distrussero Cluny, e quasi tutte le chiese romaniche e gotiche”.

Per un caso fortuito dalla barbarie rivoluzionaria si è salvato il Palazzo dei Papi ad Avignone, dove hanno risieduto i pontefici durante il periodo della cosiddetta “cattività avignonese”.

La costruzione è stata usata come carcere dal 1791 fino al 1810 e successivamente fino al 1906 come caserma militare. L’esterno del palazzo è stupendo e maestoso, ma l’interno è desolante: una lunga serie di enormi stanze completamente vuote, perché gli arredi sono stati distrutti dai rivoluzionari.

Eppure la Rivoluzione Francese è conosciuta come espressione di progresso…

Moscone: La Rivoluzione francese viene presentata ancora oggi nei manuali scolastici, che formano il modo di pensare di milioni persone, come un avvenimento benefico per la Francia e per l’umanità intera, poiché avrebbe liberato gli uomini dalla tirannia della monarchia e dall’oppressione della Chiesa e avrebbe affermato i diritti dell’uomo: égalité, liberté, fraternité.

Molti studi dimostrano l’infondatezza storica dei tanti luoghi comuni sulla Rivoluzione francese che i mass media diffondono. Storici come Jean Tulard, Pierre Chaunu, Paul Hazard e soprattutto François Furet documentano come la Rivoluzione francese non sia stata un evento improvviso, causato dal popolo affamato che si voleva liberare dalla tirannide, ma è stato un evento originato dalle idee elaborate da un’élite di intellettuali che invece di servirsi della ragione come uno “strumento” per conoscere la verità  l’hanno idolatrata trasformandola in oggetto di culto. La ragione ha preso il posto di Dio e l’odio verso Cristo e la sua Chiesa è stato il vero movente che ha animato i capi rivoluzionari, imbevuti di idee illuministiche, come Jaques Danton e Maximilien Robespierre .

Gli studi effettuati da René Sedillot attestano come gli effetti della Rivoluzione francese sulla popolazione sono stati disastrosi: 600.000 morti nelle guerre interne (dei quali 117.000 in Vandea), 400.000 morti nelle guerre esterne, un milione di morti nelle guerre napoleoniche, forte aggravamento del deficit economico, distruzione del patrimonio culturale.

Il danno più grave provocato dalla Rivoluzione è però di carattere spirituale. Come insegna Gadamer esiste una “storia degli effetti”: idee elaborate in epoche passate perdurano nel tempo e fanno sentire i loro effetti nelle epoche successive.

Gli “effetti” delle idee illuministiche radicalmente anti-cristiane e propagate dalla rivoluzione sono la secolarizzazione e l’apostasia silenziosa del popolo francese.

Lei ha notato però segni di risveglio cristiano vero?

Moscone: Di fronte a questa situazione la Chiesa non si chiude in un atteggiamento vittimistico e rinunciatario, ma rilancia la “nuova evangelizzazione”, tramite i nuovi movimenti e le nuove comunità, che, con zelo, annunciano Cristo salvatore.

Dagli anni ’70 – ‘80 operano in Francia realtà ecclesiali missionarie, come Chemin Neuf, Comunità Emmanuel, Rinnovamento nello Spirito, Cammino Neocatecumenale, che hanno portato una nuova linfa vitale nella Chiesa.

La Comunità Emmanuel accoglie persone svantaggiate senza famiglia o emarginate,

Chemin Neuf è una comunità apostolica che si ispira alla spiritualità di Sant’ Ignazio di Loyola e al Rinnovamento carismatico, il Rinnovamento nello Spirito opera nella Chiesa per il rinnovamento della vita cristiana, il Cammino Neocatecumenale è una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente della fede.

Queste nuove realtà ecclesiali, insieme alla Comunità di Taizé iniziata negli anni ’50, stanno realizzando un “risveglio cristiano vero”: conversioni di adulti e giovani, famiglie unite e aperte alla vita, vocazioni al presbiterato e alla vita consacrata, accoglienza delle persone emarginate e disabili. Tutti segni questi dell’azione dello Spirito Santo nella Chiesa.

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ZENIT Staff

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