A Lourdes continuano ad avvenire interventi soprannaturali

Criteri di guarigione e compito del Vescovo della diocesi di appartenenza

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di Eugenio Fizzotti

ROMA, lunedì, 5 marzo 2012 (ZENIT.org).- Fu mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes, il cui successore dall’11 febbraio 2012 è Mons. Nicolas Brouwet, a nominare nel febbraio 2009 il dottor Alessandro De Franciscis come Presidente del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes il cui obiettivo è quello di raccogliere con rigorosa metodologia scientifica la documentazione di presunte guarigioni miracolose, interrogando anche i medici che hanno fatto la diagnosi della malattia e hanno assicurato l’assistenza al malato.

Presa in considerazione dal Comitato Medico Internazionale, presieduto dal prof. François Bernard Michel, la documentazione può favorire la definizione di una guarigione come inspiegabile secondo le attuali conoscenze scientifiche e sulla base dei criteri canonici messi a punto dal Card. Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, nel XVIII secolo (guarigione completa e duratura di una malattia grave, incurabile o con una prognosi molto grave, sopraggiunta in modo rapido e istantaneo). A questo punto tocca al Vescovo della diocesi cui appartiene la persona guarita fare una dichiarazione canonica del “miracolo”.

Nel corso di un incontro con molti giovani calabresi che si erano recati in pellegrinaggio a Lourdes con il treno degli ammalati nel maggio dello scorso anno, dopo aver evidenziato che «i miracolati sono coloro che sono passati (e in questo la Provvidenza aiuta, e non la fortuna…) attraverso il filtro del riconoscimento ufficiale, che è un vero percorso a ostacoli, perché la Chiesa non ha mai favorito la ricerca del meraviglioso e dello straordinario, in quanto la fede posa sulla rivelazione e sul dogma, per cui i miracoli fanno parte integrante della fede in Gesù Cristo», il dottor De Franciscis informò che a partire dalle apparizioni della Vergine a Bernadette Soubirous l’11 febbraio 1858 sono circa 7000 i casi registrati fino ad oggi al Bureau Médical, 67 dei quali sono stati riconosciuti miracolosi dalla Chiesa. L’80% dei miracolati è composto da donne, i due più giovani avevano rispettivamente 2 anni e 3 anni e 10 mesi, mentre la più anziana aveva 64 anni. Circa il loro paese d’origine su 67 miracolati 55 sono francesi, 6 italiani, 3 belgi, 1 tedesca, 1 austriaca, 1 svizzero. Prevalentemente si tratta di gente semplice, operai, agricoltori, borghesi, un militare, un sacerdote diocesano, due religiosi, otto religiose.

Tra le malattie più frequenti c’è la tubercolosi, molto diffusa fino alla prima metà del XX secolo; quattro miracolati soffrivano di sclerosi a placche nella seconda metà del XX secolo, mentre tutte le patologie conosciute, comprese le malattie rare, sono state oggetto di guarigione miracolosa, salvo le malattie genetiche.

Il mezzo apparentemente più frequente tra le modalità di guarigione è l’acqua della sorgente (49 miracolati su 67), sia per applicazione (8 miracolati), sia per ingestione (2 miracolati), sia durante il bagno (39 miracolati); tuttavia sono state registrate delle guarigioni durante la Benedizione Eucaristica (8 miracolati), dopo la Comunione (3 miracolati), ricevendo il Sacramento dell’Unzione degli infermi (3 miracolati). Per 6 miracolati non è stato localizzato o determinato un luogo o un avvenimento specifico, essendo intervenuta la guarigione alla fine o in seguito a un pellegrinaggio. E addirittura sei persone hanno affermato di essere state guarite per intercessione della Madonna di Lourdes anche se non erano andate a Lourdes.

Per favorire la conoscenza dei 67 miracolati il Dottor De Franciscis distribuì anche alcune copie di un numero straordinario del Lourdes Magazine, la rivista per i pellegrini del terzo millennio, in cui appunto sono fornite di ogni singolo miracolato informazioni dettagliate sia sulle date di nascita, di guarigione e di riconoscimento da parte del Vescovo e sia sulla malattia e sulla guarigione. E aggiunse che, come poi si legge nel numero di ottobre 2011 del Bollettino del Bureau Médical, che Mons. Emmanuel Delmas, Vescovo di Angers, il 27 marzo aveva emesso una dichiarazione in merito alla guarigione di Serge François che il 12 aprile 2002 ebbe «una guarigione subitanea, completa sul piano funzionale, senza alcuna relazione con una particolare terapia, e duratura fino a quel giorno, cioè 8 anni» e tale guarigione può essere considerata come «un dono personale di Dio per quest’uomo, come un evento di grazia, come un segno del Cristo Salvatore».

In tale prospettiva va presa in considerazione la notizia che il 10 febbraio 2012, vigilia del 154° anniversario della prima apparizione a Bernadette Soubirous, Mons. Jacques Perrier, il giorno prima che venisse annunciato che il Papa aveva accettato le sue dimissioni, ha comunicato al Vescovo di Casale Monferrato, Mons. Alceste Catella, che il Bureau Médical di Lourdes ha riconosciutocome inspiegabile allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la guarigione di suor Luigina Traverso, una religiosa salesiana che lavora come economa presso l’Istituto San Giuseppe di San Salvatore Monferrato e che, gravemente ammalata di “lombatosciatica paralizzante in meningocele”, aveva partecipato al pellegrinaggio Oftal di Tortona nel luglio del 1965. Nel corso della processione eucaristica, il pomeriggio del 23 luglio, la suora riferì alle sue accompagnatrici di aver sentito al passaggio del celebrante con l’ostia consacrata «un forte calore penetrare nel suo corpo e la voglia di mettersi in piedi». In realtà si sentì meglio e notò «l’improvvisa ripresa della motilità del piede e la scomparsa del dolore». Riportata nella propria camera, alla presenza del  responsabile del pellegrinaggio, il dottor Danilo Cebrelli, e del delegato vescovile, monsignor Lorenzo Ferrarazzo, si mise seduta sul letto e chiese di ricevere la benedizione da parte del sacerdote che replicò in modo esplicito: “Suor Luigina, se vuol ricevere la benedizione, si alzi e venga mettersi in ginocchio a pregare”. Suor Luigina prontamente ubbidì, scese dal letto e s’inginocchiò.

Al ritorno del pellegrinaggio la suora era guarita e il 27 luglio del 1965 il professor Claudio Rinaldi attestò: «Buone condizioni generali, rachide in asse, indolente, cicatrice chirurgica indolente, assenza di contrattura muscolare e rigidità segmentaria. Arti inferiori completamente mobili con forza pari e simmetrica, anche i fini movimenti di estensione separata dell’alluce delle dita erano possibili. Sensibilità normale». Nell’agosto 1965 ricomparve anche il riflesso achilleo sinistro.

Da allora suor Luigina non ha più accusato alcuna manifestazione della patologia che l’aveva resa invalida e poiché il Bureau Medical ha espresso un giudizio unanime di «guarigione completa e permanente», il vescovo di Casale Monferrato, alla domanda se dunque si tratti di un miracolo, ha risposto: «Questo non possiamo ancora affermarlo perché è solo competenza della Chiesa certificarlo; abbiamo però qui la base scientifica inoppugnabile per poter giungere a tale certezza. È gioia grande poter fare questa comunicazione e mi offre l’occasione per rinnovare il mio caldo invito a partecipare numerosi al pellegrinaggio diocesano: andare a Lourdes per dire un “grazie” a Maria, Madre sempre attenta alla supplica dei suoi figli».

Ed è interessante sapere che, come ha dichiarato Salvatore Pagliuca, Presidente Nazionale dell’Unitalsi, Mons. Giovanni Giudici, Vescovo di Pavia, avendo ricevuto da Mons. Jacques Perrier, quando era ancora Vescovo di Lourdes, tutte le informazioni fornite dal Bureau Médical e dal Comitato Internazionale Medical di Lourdes, ha riconosciuto come guarita miracolosamente la sessantaseienne Danila Castelli di Bereguardo in Provincia di Pavia, sposata con quattro figli, che nel 1981 iniziò un calvario lungo otto anni a causa di una patologia rara e complessa che faceva insorgere e continuamente moltiplicare cellule tumorali. 

Pur avendo subito molti interventi chirurgici
per l’asportazione progressiva di organi interni di vitale importanza per la sopravvivenza, nel 1989 i medici si sentirono impotenti e le dissero di rassegnarsi e di pensare a una morte il meno dolorosa possibile. Danila, sorretta sin da bambina da una grande fede nel Signore e nella Madonna, si caricò ogni croce sulle spalle con grande coraggio e iniziò i suoi pellegrinaggi a Lourdes con la sottosezione di Pavia dell’Unitalsi e nel corso del pellegrinaggio fatto nel mese di maggio del 1989 avvertì l’inizio di qualcosa di non spiegabile dalla medicina e dallo stato attuale delle conoscenze scientifiche e che adesso, dopo vent’anni di controlli scrupolosi da parte dei membri del CMIL, la farebbe risultare come la 68ª miracolata.

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ZENIT Staff

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