Pakistan: cattolico ucciso dalla "mafia dei terreni"

Akram Masih era padre di quattro figli

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ROMA, giovedì, 24 novembre 2011 (ZENIT.org) – Un cattolico praticante, sposato e padre di 4 figli, è stato assassinato ieri sera in Pakistan, da un gruppo legato alla “mafia delle terre”. Lo ha riferito Radio Vaticana.

Akram Masih era residente a Renala Khurd, nel distretto di Okara, una regione dalle terre particolarmente fertili, nella provincia del Punjab.

Secondo Asia News, la vittima era impegnata nella lotta sociale, specie in favore dei diritti delle minoranze. In particolare aveva lanciato una campagna contro i ricchi proprietari terrieri che confiscano arbitrariamente i terreni ai contadini cattolici.

Masih era riuscito a “salvare” due scuole cattoliche che i grandi proprietari si apprestavano a sequestrare, non senza l’assenso delle autorità locali. A seguito di questo episodio l’uomo aveva ricevuto numerose minacce di morte.

Padre Joseph John, sacerdote a Renala Khurd, ha confermato che da alcuni mesi, alcuni grandi proprietari musulmani stavano cercando di sottrarre terreni ai cristiani con la complicità delle autorità. Il missionario ha sottolineato il coraggio di Akram Masih che “si è sempre opposto” ai loro piani.

Tre settimane fa, Masih aveva lui stesso acquistato un terreno dal quale la mafia locale aveva cercato di espellerlo, ricorrendo a minacce. La denuncia sporta alla polizia non ha sortito alcun effetto: nessuna inchiesta è stata aperta.

Sempre secondo Asia News, padre Shahbaz Aziz, del distretto di Okara, afferma che il corpo di Masih porta i segni della tortura. Il sacerdote ricorda che padre George Abraham, impegnato nella stessa battaglia, era morto in circostanze analoghe nel 2003.

I cristiani, aggiunge padre Aziz, sono “umiliati” e i casi di “persecuzioni” sono frequenti. Ha poi denunciato: “Quante vite devono essere ancora distrutte prima che il governo del Punjab intervenga? Quanto sangue deve ancora essere versato?”.

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ZENIT Staff

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