ROMA, venerdì, 30 settembre 2011 (ZENIT.org).- Le Pontificie Opere Missionarie hanno compiuto uno sforzo notevole per aiutare la Chiesa in Algeria inviando 184.500 euro.

La Chiesa algerina non ha molti fedeli, né gestisce grandi opere di educazione o assistenza ai più bisognosi come in altre parti del continente africano. Vista la situazione del Paese, non può nemmeno compiere manifestazioni pubbliche.

Ad ogni modo, afferma Ompress, “è una Chiesa irrorata dal sangue dei martiri: le missionarie agostiniane spagnole assassinate nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, i monaci di Tibhirine, del monastero di Nostra Signora dell'Atlante, ricordati nella recente pellicola 'Uomini di Dio'... e tanti altri”.

La Santa Sede e le Pontificie Opere Missionarie sono state molto vicine a questa Chiesa negli ultimi anni, sia con la preghiera e il sostegno ai missionari che con la cooperazione economica che rende possibile questa presenza di testimonianza in Nordafrica.

Quest'anno, le Pontificie Opere Missionarie hanno fatto giungere alle Diocesi algerine 184.500 euro, destinati per la maggior parte al sostentamento dei pochi Vescovi, sacerdoti e religiosi, ma anche a incontri di preghiera e studio interreligioso.

E' questo l'obiettivo, ad esempio, dell'incontro di preghiera che all'inizio dell'anno prossimo riunirà per una settimana più di 150 studenti, con lo stile di Taizé. “Non si può amare, e nemmeno rispettare, ciò che non si conosce”, afferma Ompress.

L'agenzia delle Pontificie Opere Missionarie ricorda il Cardinale Charles Lavigerie, Arcivescovo di Algeri alla fine del XIX secolo e fondatore dei Padri Bianchi, che affermava: “Amate l'Africa per le sue ferite insanguinate e per le sue grida di dolore, per i suoi grandi uomini e per i suoi santi”.

Il 1° gennaio di quest'anno, una chiesa storica in Algeria, Notre Dame d'Afrique, ha potuto riaprire le sue porte dopo tre anni di lavori.

La chiesa è stata chiusa negli anni in cui l'estremismo islamico ha seminato il terrore nel Paese, che gli algerini chiamano “il decennio nero”, ma la struttura è stata gravemente danneggiata anche dal terremoto del 2003.

I lavori sono costati cinque milioni di euro, messi a disposizione dall'Unione Europea, dalla città di Marsiglia, dai Governi francesi e algerino e da donatori privati.