Il cristianesimo, “condizione obbligatoria” per capire l'Europa

Mons. Fisichella affronta la nuova evangelizzazione del continente

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di Roberta Sciamplicotti

TIRANA, venerdì, 30 settembre 2011 (ZENIT.org).- “Il cristianesimo è una condizione obbligatoria per comprendere coerentemente storia e attualità dei nostri Paesi”.

Monsignor Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, lo ha affermato questo venerdì mattina intervenendo all’Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), in svolgimento a Tirana (Albania) da questo giovedì a domenica 2 ottobre.

Nel suo discorso, il presule ha ricordato i due Sinodi che sono stati dedicati all’Europa: quello del 1991 e quello del 1999, da cui è scaturita l’Esortazione Apostolica Ecclesia in Europa, del 2003.

“Quanto là è stato discusso e scritto non può cadere nell’oblio”, ha affermato, indicando che nel testo si trovano “indicazioni per noi preziose”, in primo luogo dove si dice che in Europa “c’è bisogno di un rinnovato annuncio anche per chi è già battezzato”.

“Molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse”, indica l’Esortazione. “Si ripetono i gesti e i segni della fede, specialmente attraverso le pratiche di culto, ma ad essi non corrisponde una reale accoglienza del contenuto della fede e un’adesione alla persona di Gesù”.

“L’esistenza personale si costruisce ormai prescindendo dall’orizzonte di fede che è relegato a un ambito privato senza incidere nella vita delle relazioni interpersonali, sociali e civili”, ha commentato monsignor Fisichella.

La religione “non viene negata, ma pensata con un suo ruolo ben delimitato”, e “interviene solo in parte e marginalmente nel giudizio etico e nei comportamenti”.

Se “Dio ha perso la centralità che possedeva”, la conseguenza di ciò è che “l’uomo stesso ha perso il suo posto”.

“La grande sfida che attende il futuro” è allora “far comprendere che costringere al silenzio il desiderio di Dio radicato nell’intimo non può mai far approdare alla vera autonomia dell’uomo”.

Europa

Per il Presidente del dicastero vaticano, in Europa si sta presentando “una situazione paradossale evidente”: “nel tempo in cui essa viveva di valori condivisi, possedeva una forte identità che la rendeva facilmente riconoscibile nonostante i confini territoriali”; “in questi anni, invece, mentre sono stati abbattuti i confini e quindi poteva essere favorito un processo di unificazione, si assiste al moltiplicarsi delle differenze e all’aumento degli estremismi”, e “la frammentarietà domina a tal punto da far sgretolare ogni possibile unità”.

Secondo monsignor Fisichella, ciò si sta verificando perché “si vuole costruire un’Europa indipendente dal cristianesimo e, in alcuni casi, perfino contro di esso”.

“Eppure – ha ricordato –, il cristianesimo è una condizione obbligatoria per comprendere coerentemente storia e attualità dei nostri Paesi”.

“La scelta della neutralità di fronte alla religione, ideata e perseguita da molti, è il metodo più dannoso che si possa immaginare”, ha denunciato. “Non è emarginando né esorcizzando il cristianesimo che si potrà forgiare una società migliore”.

“Privi della presenza significativa dei cattolici, i nostri Paesi sarebbero in ogni caso più poveri, più isolati e meno attraenti”, ha sottolineato. “Non vogliamo che questo avvenga; chiediamo, pertanto, di essere ascoltati e messi alla prova per verificare la ricchezza della nostra fede per il genuino progresso della società”.

“Abbiamo il compito di produrre un pensiero che sia in grado di gettare le fondamenta per un’epoca che darà cultura impregnata di fede alle future generazioni, permettendo loro di vivere nella genuina libertà perché proiettate verso la verità. E’ questo pensiero che manca”.

Nuova evangelizzazione

La nuova evangelizzazione, ha rilevato il presule, non deve ridursi “a una formula”, ma esprimere realmente “il desiderio di mettersi in cammino verso una pastorale che si faccia carico delle istanze che sono presenti nella società e quindi partecipate nella comunità cristiana”.

“E’ una chance che viene offerta per leggere e interpretare l’attuale momento storico e per far diventare straordinaria un’attività ordinaria della Chiesa”.

“E’ un impegno che non solo è presente da diverso tempo, ma è anche efficace”, ha affermato citando “una pluralità di esperienze pastorali che sono espressione di una dinamica in costante crescita: dalle diocesi alle parrocchie, dai movimenti antichi ai nuovi, dai diversi ordini religiosi all’associazionismo”.

Ciò che si deve evitare, ha avvertito, “è cadere nella trappola della frammentarietà tipica del nostro tempo”, che “accontenta l’attimo” ma “dimentica la progettualità”.

Monsignor Fisichella ha quindi citato la “Missione metropoli”, che nella Quaresima prossima vedrà impegnate 12 Diocesi europee “per offrire un segno all’Europa che la Chiesa vive di unità e ne presenta momenti concreti di attuazione”.

Con la condivisione di alcune iniziative e la contemporaneità del loro svolgimento, ha osservato, si vuole “dare all’Europa un segno reale che non può passare inosservato”.

Nuovo membro CCEE

Nel corso dell’incontro di Tirana, l’Assemblea Plenaria del CCEE ha accolto la richiesta di monsignor Milan Šašik, Vescovo eparchiale di Mukachevo (o Mukačeve) dei Ruteni di rito bizantino, di diventare membro del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, secondo la formula proposta dalla Congregazione per le Chiese Orientali.

Il CCEE è quindi ora composto dai Presidenti delle 33 Conferenze episcopali presenti in Europa e dagli Arcivescovi di Lussemburgo, del Principato di Monaco, di Cipro dei Maroniti, dal Vescovo di Chişinău (Rep. Moldova) e dal Vescovo eparchiale di Mukachevo. Vi partecipano inoltre il Presidente della Conferenza episcopale del Kazakistan e il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che hanno lo status di invitati permanenti.

L’eparchia di Mukachevo (o Mukačeve) appartiene alla Chiesa “sui iuris” Rutena. Con l’Unione di Uhorod (1646), la Chiesa Rutena si unì alla Chiesa cattolica. L’Eparchia di Mukacevo è immediatamente soggetta alla Santa Sede.

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ZENIT Staff

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