Quali i messaggi del Papa in Germania?

di padre Piero Gheddo*

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ROMA, mercoledì, 28 settembre 2011 (ZENIT.org).- Ho seguito la visita di Benedetto XVI in Germania (22-25 settembre) sui giornali italiani, per fortuna anche “Avvenire” e “L’Osservatore Romano”. Nei più diffusi giornali laici mi hanno stupito due cose:

1) Prima del viaggio erano comuni le previsioni che facevano temere il peggio: il popolo tedesco non ama il Papa, ci saranno massicce manifestazioni di protesta perché parlerà al Bundestag (il

Parlamento tedesco), lo attendono intellettuali e folle ostili, ecc. La realtà è stata ben diversa, manifestazioni contrarie se ne sono viste poche e con scarsa partecipazione, anche i giornali e la parte politica in genere più ostili alla Chiesa e al Papa hanno riconosciuto in Benedetto XVI coraggio e chiarezza, mitezza e autenticità. Gli stessi “Verdi” (il terzo partito politico in Germania) hanno dichiarato che il Papa è diverso, molto più tollerante da come lo immaginavano e hanno ringraziato per le sue forti e ripetute esortazioni a rispettare la natura. La “Bild Zeitung”, il giornale

popolare più diffuso, certo non catalogabile tra la stampa cattolica, ha riprodotto lo slogan “Wir sind Papst!” (Noi siamo Papa!) su tante spille in regalo ai lettori, richiamando il famoso slogan di Kennedy a Berlino “Ich bin ein berliner!” (Io sono un berlinese), quando i sovietici volevano soffocare la capitale tedesca. “Wir sind Papst!” sintetizza bene l’atmosfera che s’è creata nella maggioranza del popolo tedesco, nei pochi giorni della visita di Benedetto XVI

2)  I servizi giornalistici sul viaggio del Pontefice in genere sono stati brevi ma abbastanza corretti. Però i messaggi fondamentali di Benedetto XVI alla Germania e all’Europa non sono emersi, non hanno avuto attenzione né risalto (anche nei titoli).

– Benedetto XVI ha posto al centro di tutti i problemi dei popoli e degli uomini d’oggi il problema di Dio: siamo in crisi perché abbiamo abbandonato Dio;

– ha incontrato i protestanti e gli ortodossi, gli ebrei e i musulmani per invitare tutti i credenti a riportare Dio nella cultura moderna;

– “la fede in Cristo non deve essere qualcosa di esclusivamente privato, ma un tesoro da testimoniare al mondo e da vivere nel contesto comunitario della Chiesa”;

– ha parlato dei fondamenti dell’agire politico e del diritto naturale, secondo i quali l’uomo non può essere manipolato;

– ha sottolineato che la Chiesa stessa è anzitutto in crisi di fede ed ha richiamato alla conversione del cuore.

Tutto questo, e molto altro ancora, è scivolato come acqua sul vetro, non ha suscitato riflessioni o dibattiti. I mass media hanno dato più risalto al balordo che ha sparato quattro botti con una pistola giocattolo, che non ai messaggi del Papa. La società moderna, di cui i mass media sono l’espressione più icastica, cerca la novità, lo scandalo, lo “scoop”, non la verità. Spiace dirlo, ma per sapere cosa veramente ha detto il Papa, bisogna inevitabilmente ricorrere alla stampa cattolica.

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*Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1964) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l’Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.

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ZENIT Staff

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