I giovani che stanno cambiando il mondo

Il Cardinale Bagnasco racconta di una gioventù che cerca verità e amore

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 26 settembre 2011 (ZENIT.org).- “In un’indagine condotta durante la Giornata Mondiale della Gioventù, nove giovani su dieci avrebbero dichiarato di attendersi un grande cambiamento nella loro vita in seguito a quella esperienza. È interessante che da questi giovani il cambiamento non sia temuto ma cercato, e noi adulti abbiamo a prendere sul serio questo loro desiderio”. Così il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha affrontato il tema dei cambiamenti generazionali che si stanno verificando in più parti del mondo.

Nel corso della sua prolusione al Consiglio Permanente della CEI, svolta a Roma lunedì 26 settembre, l’Arcivescovo di Genova ha ricordato che alla GMG di Madrid (16 – 21 agosto) erano presenti quasi due milioni di giovani, età media 22 anni, provenienti da 193 Paesi, tanti quanti sono quelli rappresentati alle Nazioni Unite (ONU).

“È stato osservato – ha rilevato il porporato – che questa è la generazione giovanile scaturita dalle GMG di Benedetto XVI. Il che risulta vero non solo per il fattore anagrafico, ma per la corrente di simpatia che distintamente contrassegna il suo relazionarsi a questo Papa, l’immediatezza del loro intendersi, la finezza del loro corrispondersi…”.

Secondo il Cardinale Bagnasco, “Papa Benedetto ha ormai impresso alla formula delle GMG un’inflessione di particolare cura nella preparazione personale e nell’esperienza sacramentale, comprensiva dell’adorazione eucaristica a scena aperta, quale gesto di riconoscimento plenario della signoria di Dio realmente presente”.

Per il Presidente della CEI, “non può essere un caso fortuito, né si può spiegare con la semplicistica teoria del contagio sociale, il fatto che sullo scacchiere internazionale siano scoppiate nell’arco degli ultimi dieci mesi una serie di manifestazioni che hanno avuto i giovani come protagonisti indiscussi”.

Ed ha aggiunto: “Avvertendosi tagliati fuori dai luoghi decisionali in cui si vanno affrontando i problemi dell’assetto economico e non solo, i giovani manifestano la loro incomprimibile esistenza”.

Citando il Pontefice Benedetto XVI, il porporato ha poi ricordato che “all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio” e che vivere radicati nella fede “non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo”.

E’ stato proprio il Papa che a Madrid ha detto: “Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della verità e dell’amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo. (…) dobbiamo proporre con coraggio e umiltà il valore universale di Cristo come salvatore di tutti gli uomini e fonte di speranza per la nostra vita”.

In questo contesto il Cardinale Bagnasco ha ricordato un confratello Vescovo spagnolo il quale ha suggerito ai giovani della sua nazione “né indignati, né rassegnati” ed è quello che “anche noi suggeriamo ai giovani del nostro Paese, perché si pone in questa direzione il passo efficace per contribuire a superare la crisi che pure ci coinvolge, e farlo in modo creativo e non distruttivo”.

“Non possiamo non incoraggiare fortemente i giovani a essere protagonisti di un cambiamento spirituale e culturale – ha concluso l’Arcivescovo di Genova -, senza il quale nessuna soluzione tecnica può reggere”.

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ZENIT Staff

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