Il Papa: gli scandali devono portare al rinnovamento nella Chiesa

Comprendendo che è di Cristo, non dei suoi uomini

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di Jesús Colina

BERLINO, giovedì, 22 settembre 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha constatato gli abbandoni nella Chiesa per gli scandali dei sacerdoti, ma allo stesso tempo ritiene che questa crisi servirà per approfondire il suo carattere di “popolo di Dio”, “la rete” di Cristo.

Sono queste le parole sincere con cui il Pontefice ha risposto questo giovedì mattina a una delle domande dei giornalisti che lo accompagnavano sul volo Roma-Berlino, relativa ai casi di abbandono che si sono verificati nella Chiesa in Germania venendo a conoscenza dei crimini di abusi commessi da chierici.

“Distinguiamo anzitutto la motivazione specifica di quelli che si sentono scandalizzati da questi crimini che sono stati rivelati in questi ultimi tempi”, ha proposto il Papa ai giornalisti.

“Posso capire che, alla luce di tali informazioni, soprattutto se sono vicine a persone proprie, uno può dire: ‘Questa non è più la mia Chiesa. La Chiesa era per me forza della umanizzazione e della moralizzazione. Se i rappresentanti della Chiesa fanno il contrario, non posso più vivere con questa Chiesa’”, ha riconosciuto.

Il Pontefice ha spiegato che in generale i motivi di abbandono della Chiesa “sono molteplici nel contesto della secolarizzazione della nostra società”.

“Di solito – ha spiegato –, queste uscite sono l’ultimo passo di una lunga catena di allontanamento dalla Chiesa”.

Per comprendere questo fenomeno, ha osservato che è necessario che i battezzati rispondano a queste domande: “Perché sono nella Chiesa? Sono nella Chiesa come in un’associazione sportiva, un’associazione culturale etc., dove trovo i miei interessi e se non trovano più risposta esco, o essere nella Chiesa è una cosa più profonda?”.

Per il Pontefice, è “importante riconoscere che stare nella Chiesa non vuol dire fare parte di un’associazione ma essere nella rete del Signore, che pesca pesci buoni e cattivi dalle acque della morte alle terre della vita”.

Il successore dell’apostolo Pietro ha considerato che “può darsi che in questa rete sono proprio vicino a pesci cattivi e sento questo, ma rimane vero che non ci sono per questi o questi altri, ma sono perché è la rete del Signore che è una cosa diversa da tutte le associazioni umane, una rete che tocca il fondamento del mio essere”.

Per questo, ritiene che gli abbandoni pongano risposte alle domande più fondamentali: “Che cosa è la Chiesa? Che cosa è la diversità? Perché sono nella Chiesa, anche se ci sono scandali e umanità terribili?”.

Se si risponde a queste domande, ha considerato, si può “rinnovare la consapevolezza della specificità di questo essere Chiesa del popolo da tutti i popoli, che è popolo di Dio, e così imparare a sopportare anche gli scandali e lavorare contro questi scandali proprio essendo in questa grande rete del Signore”.

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ZENIT Staff

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