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Le celebrazioni religiose nelle tre diocesi di Berlino, Erfurt e Friburgo costituiscono il centro spirituale del viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI nella Repubblica Federale di Germania. Germania porta Papa Benedetto XVI in un paese di antica matrice cristiana. Già nel IV secolo la fede cristiana arrivò in Germania, un territorio situato allora dentro i confini dell’Impero Romano; in seguito l’opera di evangelizzazione fu cementata nel VI-VII secolo soprattutto dall’attività missionaria dei monaci erranti iroscozzesi.
Tuttavia Papa Benedetto XVI viaggia anche nel paese che a tutt’oggi risente dello scisma seguito alla Riforma del XVI secolo. Il Santo Padre incontra, ad esempio, cristiani di due Confessioni che, malgrado tutti i punti in comune, vivono e testimoniano in modo differente la propria fede cristiana. La visita porta il Papa anche nel paese in cui nel XX secolo scoppiò la Seconda guerra mondiale. La dittatura del nazionalsocialismo dominò la Germania dal 1933 al 1945. Nel 1949 la parte occidentale della Germania divenne un Paese democratico, che con il nome di Repubblica Federale di Germania è diventata un membro accreditato nella Comunità internazionale. La parte orientale del paese, la Repubblica Democratica Tedesca, passò sotto il dominio comunista. Grazie alla preziosa opera del Beato Papa Giovanni Paolo II e all’impegno di numerosi responsabili negli stati e nelle società sia dell’Est che dell’Ovest maturò la svolta politica nell’Est della Germania e nell’Est dell’Europa. Ad essa contribuirono anche la popolazione e, in primo luogo, i cristiani delle due confessioni, attraverso una rivoluzione pacifica. Visibile segno della svolta politica è la caduta del Muro di Berlino nel 1989, che rese possibile la riunificazione tedesca nel 1990, quando Berlino tornò a essere la capitale della Germania.
Nella Repubblica Federale di Germania non vivono oggi solo persone nate qui e in possesso della cittadinanza tedesca: già negli anni cinquanta e sessanta del XX secolo cominciò un’immigrazione in Germania di lavoratori provenienti dall’Europa meridionale e sudorientale. Da allora fanno parte della popolazione della Repubblica Federale di Germania sempre più persone con una storia famigliare d’immigrazione. Con costoro arrivarono in questo Paese anche religioni non-cristiane, in primo luogo l’Islam. Sullo sfondo di questa situazione della società nel suo complesso, il movimento ecumenico e il dialogo con le altre religioni e culture, così come la ricerca di una coesistenza socialmente accettabile, sono impegni importanti della Chiesa Cattolica nella Repubblica Federale di Germania. Anche se la Legge fondamentale è stata redatta dai suoi padri nello spirito cristiano, dalla fondazione della Repubblica Federale di Germania si può notare un progressivo processo di secolarizzazione. Questo movimento di decristianizzazione, che interessa tutta la Germania, s’intensificò ulteriormente con la riunificazione delle due Germanie, giacché la maggior parte della popolazione dell’ex RDT, cresciuta sotto il dominio comunista, fu educata e plasmata nello spirito dell’ateismo.
Nella Germania orientale la maggioranza della popolazione non è battezzata e non ha ancora accettato il messaggio di Gesù Cristo, l’unico e universale Salvatore dell’umanità. L’annuncio del Vangelo è quindi uno dei compiti più impegnativi e importanti della Chiesa Cattolico- Romana in questo Paese. È quindi molto fondamentale che il motto di questo viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI nella Repubblica Federale di Germania sia: « Dove c’è Dio, là c’è futuro ». Questa dichiarazione del Santo Padre vale per tutti gli uomini, siano essi cristiani o no. Poiché Dio è futuro, il futuro del singolo, come quello della società, non è una forza anonima, un principio astratto, neppure un destino inevitabile, bensì la meta di un percorso verso una vita con Dio. Esiste, a dispetto di tutte le opinioni contrarie, un futuro: Dio. Questo concetto si esprime simbolicamente nel logo della visita papale. Esso rappresenta la comunità dei fedeli nel cammino verso l’alto, verso Gesù Cristo, l’unico Figlio di Dio, rappresentato dalla Croce che domina l’immagine.
La schiera dei fedeli è unita su questo cammino dentro la Chiesa cattolica, governata dal successore dell’apostolo Pietro e dai vescovi in comunione con lui (cfr. Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica sulla Chiesa «Lumen Gentium», Nr. 8). Il logo afferma quindi allegoricamente che la Chiesa in Germania è in cammino con il Papa e i vescovi verso il futuro con Dio e esprime la volontà di dare testimonianza di questo cammino verso il futuro al popolo di questo Paese. Il motto del viaggio apostolico vuole quindi spronare all’azione le persone che Papa Benedetto XVI incontrerà. Dio conta sull’uomo per il futuro dell’uomo e del mondo. Dio vuole costruire il futuro servendosi dell’uomo. Proprio le esperienze del nazionalsocialismo e del comunismo hanno mostrato chiaramente che un ordine sociale senza Dio non ha futuro.
Il viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI vuole aumentare nei suoi abitanti la consapevolezza che, il futuro della Repubblica Federale di Germania rientra nella loro «responsabilità davanti a Dio e agli uomini». La visita del Santo Padre vuole contribuire a mantenere viva la domanda di Dio nella società e a rivalorizzare la risposta della fede cristiana. Il Papa stesso considera questo compito uno dei più importanti del Suo servizio. Le tappe del viaggio apostolico Il viaggio apostolico porta Papa Benedetto XVI in tre diocesi della Repubblica Federale di Germania. Dapprima il Santo Padre visiterà la capitale della Repubblica Federale di Germania, ovvero l’arcidiocesi di Berlino. Dopo le dimissioni e la morte di S. E. l’Arcivescovo Georg Kardinal Sterzinsky il Santo Padre ha eletto ad Arcivescovo di Berlino S. E. l’Arcivescovo Dr. Rainer Maria Woelki, introdotto ufficialmente in carica il 27 agosto 2011. L’Arcidiocesi di Berlino si trova sul territorio delle ex diocesi di Brandeburgo, Havelberg, Kammin e Lebus. Fu istituita nel 1930 come dipendente dall’arcidiocesi di Breslavia.
In seguito alla seconda guerra mondiale nelle regioni polacche della Pomerania furono fondate delle diocesi proprie. Oggi questa diocesi, che l’8 luglio 1994 fu elevata ad arcidiocesi, comprende il Land Berlino, la maggior parte del Land Brandeburgo e la Pomerania Occidentale. Il Brandeburgo e la Pomerania furono cristianizzate nel corso di due viaggi di missione del Vescovo Sant’Ottone di Bamberga (1124-28). Nel 1540, in seguito alla Riforma, il Brandeburgo diventò protestante. La prima funzione religiosa cattolica dopo la Riforma fu celebrata a Berlino nel 1680. Con la consacrazione della chiesa di S. Edvige nel 1773, sotto il regno di Federico II, la Chiesa Cattolica ritornò ufficialmente nel Brandeburgo-Prussia. Nel periodo del nazionalsocialismo emerse a Berlino in modo particolare il conflitto tra la professione della fede cristiana e l’ideologia nazionalsocialista. Ne è esempio Bernhard Lichtenberg, il prevosto della cattedrale dichiarato beato da Giovanni Paolo II nello stadio olimpico di Berlino: la sua preghiera «per gli ebrei perseguitati» lo portò in carcere. Morì il 5 novembre 1943 durante il viaggio di deportazione al campo di concentramento di Dachau. Con la divisione della Germania venne divisa anche la diocesi di Berlino. Alla costruzione del Muro nel 1961 furono smembrate parrocchie e distrutte arbitrariamente strutture consolidate. Nonostante tutte le difficoltà e resistenze incontrate, S. E. il Cardinale Alfred Bengsch mantenne l’unità della diocesi. Con l’apertura del Muro nel 1989 cominciò il processo di riunificazione anche nella diocesi divisa. Nel 1996 il Beato Papa Giovanni Paolo II visitò l’arcidiocesi riunificata. Il suo appello davanti alla Porta di Brandeburgo: «Non spegnete lo Spirito! Mantenete aperta questa Porta per voi e per tutti gli uomini!» è rimasto un impegno per molt
i cristiani a Berlino. I patroni dell’arcidiocesi sono San Pietro e il Vescovo S. Ottone di Bamberga. La Cattedrale di S. Edvige è la chiesa sede dell’arcivescovo di Berlino.
La seconda tappa del suo viaggio apostolico porterà Papa Benedetto XVI nella diocesi tedesco-orientale di Erfurt. Qui il Papa visiterà sia la città vescovile di Erfurt che il santuario mariano di Etzelsbach. La diocesi di Erfurt, creata solo nel 1994, dopo la caduta del Muro tra Est e Ovest, è guidata da allora da S.E. il vescovo Dr. Joachim Wanke. Già una volta nell’anno 742 fu fondata da San Bonifacio una diocesi di Erfurt, che ebbe però solo pochi anni di vita. Oggi questa diocesi comprende la regione della Turingia con la Selva di Turingia a sud e il circondario rurale Eichsfeld a ovest. I confini della diocesi sono formati dai fiumi Saale e Unstrut a est, dal fiume Helme e dalla catena montuosa dell’Harz a nord. Intorno al 755 la prima diocesi di Erfurt fu sciolta e incorporata nella diocesi di Magonza, di cui fece parte per 1000 anni. Nel 1929-30, con il concordato prussiano, parti dei territori della Turingia furono assegnate alle diocesi di Fulda e Würzburg. Nel 1953 forme di organizzazioni ecclesiastiche furono create sul territorio della Repubblica Democratica Tedesca e dal 1974 la Chiesa Cattolica in Turingia fu guidata da un amministratore apostolico dell’ufficio episcopale di Erfurt-Meinigen. L’8 luglio 1994 l’Ufficio episcopale di Erfurt-Meinigen fu elevato a diocesi di Erfurt. Patrona della diocesi di Erfurt è Santa Elisabetta di Turingia e copatroni sono San Bonifacio e San Kilian. La Cattedrale di Santa Maria sul Domberg a Erfurt è oggi sede vescovile. Fanno parte della diocesi di Erfurt anche il piccolo santuario mariano di Etzelsbach, situato tra i comuni di Steinbach e Hundeshagen nel circondario rurale di Eichsfeld. Fin dal XV secolo si trova a Etzelsbach una chiesa in cui si venera quale immagine miracolosa una Pietà che risale al XVI secolo.
Nell’ambito del viaggio apostolico del Papa riveste un significato particolare, per espresso desiderio di Benedetto XVI, la visita al monastero agostiniano di Erfurt e quindi l’incontro con i cristiani evangelici in Germania. Dal 1266 sul luogo dell’attuale monastero agostiniano, costruito nel 1277, si trovava un insediamento di eremiti agostiniani. Il monastero acquistò importanza grazie alla scuola annessa e dal XIV secolo grazie alla nuova biblioteca. Negli anni tra il 1505 e il 1511 visse in questo convento il monaco e futuro riformatore Martin Lutero. Nel 1507 egli fu consacrato sacerdote a Erfurt e il 2 maggio 1507 celebrò la sua prima Santa Messa all’Altare della Chiesa degli agostiniani. Nel 1525, durante i conflitti della Riforma, il monastero divenne proprietà della parrocchia evangelica di San Giovanni. Dal 1994 il monastero degli agostiniani è sede ufficiale del prevosto di Erfurt-Nordhausen. Oggi l’edificio è utilizzato come centro culturale e luogo di incontri. Nel capitolo del monastero degli agostiniani il Santo Padre incontrerà rappresentanti della Chiesa Evangelica in Germania (EKD) per uno scambio intellettuale e spirituale; successivamente insieme al presidente del Consiglio dell’EKD, Nikolaus Schneider, presiederà una celebrazione ecumenica nella Chiesa degli agostiniani, annessa al monastero.
La terza e ultima tappa del suo viaggio apostolico porta Papa Benedetto XVI nell’arcidiocesi di Friburgo. Dal 2003 essa viene guidata da S.E. l’arcivescovo Dr. Robert Zollitsch, che dal 2008 è anche presidente della Conferenza Episcopale Tedesca. Già nel VI-VII secolo arrivarono fino alla popolazione alemanna e al Lago di Costanza i primi evangelizzatori, i monaci Fridolin, Landolin, Trudpert e Gallus. I monasteri di Säckingen e Schuttern sono le prime fondazioni sul territorio dell’attuale arcidiocesi. A queste importanti località si deve aggiungere anche la fondazione del monastero che il vescovo Pirmin intraprese intorno all’anno 724 sull’isola di Reichenau, sul Lago di Costanza. Nel VI secolo fu fondata anche la diocesi di Costanza: il suo territorio andava dal San Gottardo fi no al medio Neckar e dal Reno fino all’Iller. Costanza fu il centro della Chiesa negli anni tra il 1414 e il 1418, quando nell’omonimo Concilio si pose fine allo scisma occidentale con l’elezione di Papa Martino V. Nel VII-VIII secolo il cristianesimo arrivò anche nei territori franconi dell’attuale diocesi. Lì furono in particolar modo San Kilian e San Bonifacio coloro che prepararono con i loro aiutanti il terreno per la Chiesa. Un forte ascendente guadagnò in quel periodo il monastero delle benedettine di Tauberbischofsheim, presieduto da Santa Lioba. Il periodo napoleonico e la secolarizzazione del 1802-1803 portarono profondi cambiamenti, i cui effetti perdurano tutt’oggi. Il nuovo ordinamento politico nella Germania sudorientale fu accompagnato da un riordino dei territori ecclesiastici, in seguito al quale venne sciolta la diocesi di Costanza, che esisteva da dodici secoli.
Nel 1821 con la Bolla « Provida solersque » Papa Pio VII fondò la provincia ecclesiastica dell’Alto Reno con le sue diocesi di Friburgo, Fulda, Magonza, Limburg e Rottenburg e designò Friburgo a sede metropolitana. Tuttavia, la vera e propria storia dell’arcidiocesi di Friburgo cominciò solo il 21 ottobre 1827 con la consacrazione del primo arcivescovo Bernhard Boll. L’arcidiocesi di Friburgo è composta da parti delle ex diocesi di Costanza e Worms e da territori delle oggi confinanti diocesi di Spira, Magonza, Strasburgo e Würzburg. Dal Concordato prussiano del 1929, in cui vennero separate le diocesi suffraganee di Fulda e Limburg, la provincia ecclesiastica dell’Alto Reno comprende anche le (arci)diocesi di Friburgo, Magonza e Rottemburg-Stoccarda. Patroni dell’arcidiocesi di Friburgo sono la beata Vergine e madre di Dio, Maria, e San Corrado, vescovo di Costanza. La Cattedrale di Friburgo “Unserer Lieben Frau” è oggi Chiesa episcopale.