ROMA, domenica, 18 settembre 2011 (ZENIT.org).- Venerdì 16 settembre è stato presentato alla Pontificia Università della Santa Croce, a Roma, un documentario sulla vita di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, intitolato “Inspired to love”.
Nel documentario il giovane regista argentino Juan Martín Ezratty presenta in 27 minuti un mosaico di testimonianze di 22 persone, usando come leitmotiv il racconto di una mamma finlandese, non cattolica, che racconta come suo figlio si è avvicinato all’Opus Dei.
Congo, Finlandia, India, Inghilterra, Italia, Canada e Argentina sono alcuni dei paesi che fanno da sfondo alle interviste del regista. Alle testimonianze si alternano poi alcuni filmati del santo spagnolo in lingua spagnola e con sottotitoli anche in italiano, girati in diversi incontri con un pubblico eterogeneo proveniente dall’Europa e dall’America.
Il documentario evidenzia la spiritualità caratteristica dell’Opus Dei, fondato nel 1928 in Spagna e presente in 68 Paesi, che predica la santificazione personale nella vita di tutti i giorni attraverso il lavoro e le attività quotidiane.
Una novità è che può essere visto su Internet agli indirizzi www.inspiradosparaamar.org oppure www.inspiredtolove.org o anche scaricato gratuitamente. All’interno della pagina web è inoltre possibile lasciare la propria testimonianza, sfruttando anche Twitter e Facebook.
Il documentario raccoglie le testimonianze più varie, dal parrucchiere allo studente romano che pensava di cambiare il mondo attraverso la violenza e gli scontri con le forze dell’ordine, fino a quando ha ascoltato il messaggio del santo spagnolo ed ha capito che esiste un modo diverso e più efficace per farlo.
“Nei diversi Paesi e culture – ha commentato il regista – mi sono accorto che il messaggio di san Josemaría arrivava molto bene a tutti quanti, e diverse persone mi hanno detto che sembrava quasi che il messaggio fosse specificamente per loro. Addirittura lo hanno detto persone che avevano forti pregiudizi nei confronti dell’Opus Dei”.
Il titolo del film, ha spiegato poi il regista, “si è ispirato a un giovane malato in India, che durante il suo ricovero ha capito che le infermiere lo trattavano molto bene anche senza pretendere soldi e che la cosa importante nella vita è essere disposti ad amare”.
“I testimoni si ispirano al messaggio del fondatore dell’Opus Dei per capire i problemi collegati con il lavoro quotidiano, la famiglia, la malattia e le mille circostanze della vita quotidiana”, ha aggiunto.