Medaglia dei Giusti a don Ottavio Posta

Il Parroco di Isola Maggiore che salvò gli ebrei dalla furia nazista

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 14 settembre 2011 (ZENIT.org).- Sarà consegnata domani giovedì 15 settembre, alle ore 11.45 ad Isola Maggiore, la medaglia di “Giusto fra le Nazioni” alla memoria, a don Ottavio Posta, che nel giugno del 1944, mettendo a repentaglio la propria vita con l’aiuto di quindici pescatori con cinque barche salvò 30 ebrei internati nel Castello Guglielmi, e li consegnò alle truppe alleate che erano giunte sull’altra sponda del Lago Trasimeno a S. Arcangelo.

La storia di don Ottavio sarebbe rimasta tra quelle degli eroi sconosciuti se la dott.ssa Isabella Farinelli, direttrice dell’Archivio storico diocesano di Perugia, non avesse scoperto una serie di documenti in cui alcuni degli ebrei scampati alla deportazione raccontavano della provvidenziale assistenza del parroco d’Isola Maggiore.

In una lettera di ringraziamento inviata il 23 agosto 1944 all’arcivescovo di Perugia, mons. Mario Vianello, e trovata nell’Archivio storico si racconta che “don Ottavio Posta, parroco dell’Isola Maggiore sul Trasimeno, durante il periodo della nostra prigionia nell’isola per le leggi razziali, fu per noi di grande aiuto e conforto”.

“Quando il pericolo maggiormente incalzava per le minacce dei tedeschi contro di noi, egli con atto veramente paterno e generoso, non solo indusse gli isolani a trasportarci nella riva ove erano di già gli inglesi; ma lui stesso affrontò con noi il pericolo della traversata sul lago, sotto il tiro del cannone e delle mitragliatrici; dando un fulgido esempio ai suoi parrocchiani e meritando la nostra più profonda riconoscenza”.

“Saremmo assai grati a Vostra Eccellenza – conclude la lettera – se volesse rendersi interprete con lo sua alta parola verso il benemerito Don Ottavio Posta della nostra gratitudine per il suo atto altruistico e di buon Pastore verso degli infelici oppressi da leggi inumane”.

La lettera è firmata da Bice Todros Ottolenghi, Coen Giuliano, Albertina Coen e Livia Coen.

La stessa Livia Coen in una testimonianza del 3 settembre 1945 resa al tribunale di Bologna nel processo contro Armando Rocchi narrò che “il 14 dicembre 1943, insieme a mia sorella Albertina e mia cognata Ada Saralvo, fui arrestata dai carabinieri perché appartenente a razza ebraica e fui deportata in campo di concentramento prima alla Villa Ajò, poi alle Scuole Magistrali, e infine al Castello Guglielmi”.

“Il Capo del Provincia Armando Rocchi mi chiamò in Prefettura due giorni dopo che fui arrestata e mi addimostrò il suo dispiacere per il nostro arresto e aggiunse che, non potendo far nulla per la nostra liberazione, mi promise che fino a che Lui era Capo della Provincia non ci avrebbe allontanato dalla Provincia; infatti questa promessa la mantenne. Alla richiesta che dovevamo essere trasportati dalle Magistrali al Campo di Concentramento Nazionale di Carpi in provincia di Modena, lui pensò di metterci al Castello Guglielmi, Isola Maggiore, sul Trasimeno, tanto per mantenere la sua parola e nasconderci dalle ire tedesche”.

“Al Castello Guglielmi – ha testimoniato la Coen – al momento della ritirata vennero 45 Tedeschi per arrestarci, ma l’agente della Questura cercò di metterci in salvo e ci nascose nel fitto del bosco ove stemmo tre giorni e tre notti e poi, insieme con il parroco Don Ottavio Posta, ci portarono di notte all’altra sponda del Lago che era già stato liberato dagli Inglesi e così potemmo, con l’aiuto dei buoni, tornare salvi alle nostre case”.

I fatti sono stati confermati anche da Agostino Piazzesi, uno dei 15 pescatori ancora in vita, che aiutarono don Ottavio a salvare gli ebrei.

Nel 2005, su incarico dell’Alta Corte d’Israele il dott. Ben Horin Nathan, membro della Commissione per la designazione dei ‘Giusti tra le Nazioni’ dell’Istituto Yad Vashem, ha chiesto l’intera documentazione all’allora Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Giuseppe Chiaretti.

Documenti e testimonianze sono state concordi nel riconoscere l’opera eroica di don Ottavio Costa che è stato riconosciuto così “Giusto tra le Nazioni”.

Per queste azioni benemerite nel 2006 anche il Presidente della Repubblica aveva conferito alla memoria di don Ottavio Costa (deceduto nel 1963) la medaglia d’oro al merito civile.

Nell’apprendere la notizia del riconoscimento di “Giusto fra le Nazioni” da parte dell’Alta Corte dello Stato d’Israele alla memoria di don Ottavio Posta, l’Arcivescovo di Perugia, mons. Gualtiero Bassetti, ha ricordato che il parroco d’Isola Maggiore diede testimonianza di grande carità e “visse in povertà il suo ministero sacerdotale, condividendo quel poco che aveva con i bisognosi”.

La medaglia dei Giusti a don Ottavio riempie di gioia l’intera comunità diocesana e fa onore a tutto il Clero umbro, che nel “Mausoleo dello Yad Vashem” in Gerusalemme annovera anche i sacerdoti don Aldo Brunacci di Assisi, monsignor Giulio Cii di Città di Castello e don Federico Vincenti di Perugia.

Alla cerimonia di consegna della speciale medaglia di ‘Giusto fra le Nazioni’, insieme allo scoprimento di una lapide presso l’antico molo di Sant’Arcangelo, presenzieranno il consigliere dell’Ambasciata d’Israele a Roma, Livia Link, il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, e l’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.

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ZENIT Staff

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