Svizzera: la Chiesa per la ratifica di una convenzione sulla maternità

La Commissione Giustizia e Pace sull’importanza di conciliare famiglia e lavoro

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BERNA, martedì, 13 settembre 2011 (ZENIT.org).- Lavorare per l’uguaglianza tra i sessi, rendere compatibili la vita professionale e quella familiare, dare priorità al benessere delle madri e dei loro figli: con questi obiettivi, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Svizzera sostiene la ratifica della Convenzione 183 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sulla difesa della maternità e la modifica dell’articolo 35 della Legge federale sul lavoro, relativo alle pause di allattamento remunerate.

In un documento, il segretario generale della Commissione svizzera Giustizia e Pace, Wolfgang Bürgstein, sottolinea la necessità di ratificare la C183 perché riguarda il “benessere della madre stipendiata e del bambino”.

“E’ indispensabile che si difenda l’impiego delle donne in questa fase della vita”, spiega.

“Nella sua applicazione, una protezione giuridica di questo tipo contribuisce non solo al benessere della famiglia, ma anche a una società che promuove la vita. La difesa della maternità rappresenta uno dei pilastri della politica familiare”.

Quanto alla modifica della Legge federale sul lavoro che si riferisce alle pause di allattamento remunerate nel lavoro, ricorda che “nella legislazione svizzera il tempo necessario per l’allattamento è riconosciuto come tempo lavorativo, ma la sua remunerazione non è regolamentata”.

Segnala anche i “numerosi vantaggi dell’allattamento” per la salute del bambino e della madre, e ricorda le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): allattamento materno esclusivo fino a sei mesi perché il latte materno contiene tutte le componenti necessarie per la nutrizione fino a quel momento.

“Nonostante questa raccomandazione dell’OMS, solo il 14% delle donne in Svizzera mantiene l’allattamento materno a sei mesi, secondo uno studio nazionale del 2003”, indica.

“Per molte donne, il ritorno al lavoro dopo le 14 settimane di congedo per maternità rappresenta una ragione per bloccare o ridurre l’allattamento”, lamenta.

“Misure come le pause remunerate per l’allattamento e il fatto di mettere a disposizione infrastrutture necessarie per allattare, tirare il latte e conservarlo sono quindi molto importanti per promuovere la continuazione dell’allattamento materno”, conclude il presule svizzero.

La Commissione Giustizia e Pace ricorda anche che “secondo l’immagine cristiana dell’essere umano ogni uomo e ogni donna possiede la stessa dignità”, e “la dignità umana deve essere presa in considerazione nel posto di lavoro, soprattutto se si tratta di dipendenti particolarmente vulnerabili”.

In questo senso, aggiunge il testo, ratificando la Convenzione 183 “la Svizzera potrebbe cogliere l’opportunità di promuovere la tutela della maternità sia nell’ambito nazionale che in quello internazionale, confermando così il suo impegno nei confronti dei diritti umani”.

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ZENIT Staff

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