Arcivescovo di Dublino: la polemica non difende i bambini

Esorta Chiesa e Stato a lavorare insieme

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DUBLINO, martedì, 6 settembre 2011 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Dublino ha rivolto un appello a Chiesa e Stato a mettere da parte le polemiche e a cooperare per garantire ai bambini un ambiente sicuro.

Monsignor Diarmuid Martin lo ha fatto in una dichiarazione diffusa sabato, dopo che la Santa Sede aveva risposto al Rapporto Cloyne, pubblicato nel luglio scorso.

Il Rapporto afferma che monsignor John Magee di Coyne, che ha presentato la sua rinuncia nel 2010, non ha presentato alle autorità almeno 9 delle 15 denunce di abusi sessuali di quel periodo.

Allo stesso modo, sostiene che la “reazione del Vaticano” di fronte agli sforzi dei Vescovi irlandesi nel rispondere alle denunce di abusi sessuali “non ha aiutato alcun Vescovo a implementare le procedure stabilite”.

Il Rapporto cita una lettera del 1997 inviata alla Conferenza Episcopale Irlandese dall’allora Nunzio, monsignor Luciano Storero (1926-2000), che affermava che la Congregazione per il Clero riteneva le direttrici per la protezione dei bambini sottolineate in “Abuso Sessuale di Bambini: contesto per una risposta ecclesiale” un mero “documento di studio”. Esprimeva anche “serie riserve” circa la notifica delle accuse di abusi sessuali.

Per il Rapporto Cloyne, questa lettera “ha dato ai Vescovi irlandesi la libertà di ignorare le procedure che avevano concordato”.

Nelle sue dichiarazioni, monsignor Martin ha posto la lettera del 1997 in un contesto più ampio relativo al lavoro dei Vescovi irlandesi per affrontare il tema degli abusi sessuali, e ha sottolineato che la lettera “non ha impedito ai Vescovi irlandesi di approvare all’unanimità il documento, di applicarlo e di sviluppare questo contesto nelle posizioni attuali della Chiesa in Irlanda”.

“Gli attuali documenti standard e di guida hanno il totale sostegno di Papa Benedetto XVI, come ha già affermato nella sua Lettera ai cattolici irlandesi”, ha aggiunto.

L’Arcivescovo ha inoltre ricordato che si dice che la lettera “ha dato a molte persone l’opportunità di mettere da parte il documento, ma il fatto è che queste stesse persone che erano pronte a mettere da parte il testo hanno continuato a rifiutare le chiare norme approvate da Papa Benedetto quando sono state pubblicate”.

“Ci sono state persone che consideravano solo i propri punti di vista e non hanno prestato attenzione ai documenti di studio o ai Documenti di Contesto, o alle norme papali approvate. Sono state poche, ma il danno che hanno provocato è stato enorme”.

Domande più ampie

Monsignor Martin ha lodato la risposta del Vaticano, “chiara e dettagliata” e che affronta “le questioni più ampie della politica della Chiesa riguardo alla sicurezza dei bambini”.

“La mia speranza è che sia intesa e recepita come tale e non sia un’occasione per fare polemica”, ha detto. “La polemica non è affatto di aiuto nella protezione dei bambini e nel sostegno alle vittime”.

“La cooperazione tra Chiesa e Stato in tema di protezione dei bambini è particolarmente importante in questo Paese in cui la Chiesa ha ancora un ruolo rilevante nelle comunità”, ha indicato.

“Il ruolo e la responsabilità principale dello Stato nel processo di garantire la difesa dei bambini deve essere riconosciuto da tutti senza ambiguità”.

“Siamo in un momento cruciale per quanto riguarda la salvaguardia del futuro dei bambini in Irlanda”, ha concluso l’Arcivescovo.

“Questo Governo è il primo della storia dell’Irlanda a dedicare il gabinetto ministeriale alle questioni dei bambini. E’ di buon auspicio per il futuro. L’avvenire deve forgiarsi in un clima di cooperazione tra Chiesa e Stato”.

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ZENIT Staff

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