Cento giapponesi in marcia per la GMG di Madrid

Il cristianesimo rende ottimisti i giovani nipponici

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di don Antonello Iapicca

TAKAMATSU (Giappone), venerdì, 29 luglio 2011 (ZENIT.org).- Sembra un secolo, e invece sono passati solo poco più di quattro mesi dallo tsunami che ha sconvolto il Giappone e il mondo.

Tra i tanti problemi che affliggono questo Paese ci sono però anche tanta speranza e ottimismo.
C’è  lo splendore di Cristo che brilla sui volti dei cento ragazzi che, da molti mesi, sognano di partire dal Giappone per andare a Madrid e partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Così, a distanza di quattro mesi, riaffiora l’autenticità di un evento che non ha mai smesso d’essere attuale.

Un terremoto è un’occasione, una scossa dell’anima, una chiamata a conversione, un fascio di luce sulla serietà della vita. E, per quel mistero che si chiama Incarnazione, proprio e solo la drammaticità della vita apparsa nella vicenda di Cristo innesca l’unico possibile ottimismo; il paradosso che spalanca un sepolcro di morte su un’alba eterna di resurrezione e di vita.

Questo paradosso vibra nella vita di questi cento ragazzi, figli essi stessi di un paradosso, di famiglie cristiane, che hanno preso sul serio la vita e la salvezza depostavi da Cristo, al punto di vivere da marziani in un mondo alieno alla speranza e all’ottimismo. Ragazzi gestati nella fede, rocciosa e senza smagliature, che li ha fatti passare mille volte in mezzo ai sussulti della vita, tremando, piangendo, soffrendo, ma nel fondo degli occhi e del cuore quell’aurora di resurrezione che si è fatta, via via, esperienza, e poi forza, e poi fondamento.

Cristo ha vinto la morte, ciascuno di loro ne porta incisa l’esperienza. E il loro sguardo splende di ottimismo, anche tra le macerie che li circondano, anche in mezzo al grigio di una routine senza speranza. La gioia che solo Cristo sa dare, che trasforma una giornata di studio e di lavoro in un atto d’amore, che schiude al perdono e alla pazienza, che fa resistere ai marosi della solitudine e dell’incomprensione con l’invincibile forza di un amore che colma di senso ogni istante. La gioia di vivere controcorrente, tra cadute e crisi certo, come ogni ragazzo, ma con gli occhi fissi, anche a cento metri di profondità, sulla luce che sfiora la superficie del mare.

I volti di giovani che non si sono rassegnati all’ineluttabilità, che hanno compreso come non sia sufficiente ricostruire un’autostrada in una settimana, e che spegnere la centrale di Fukushima non risolve il problema principale della propria vita. Anzi, ragazzi che hanno vissuto e vivono in un Paese che trema come se avesse l’epilessia. Ragazzi che, nel fondo oscuro della melma emersa dopo lo tsunami, hanno incontrato Qualcuno che ha scosso davvero la loro vita. E’ un terremoto benedetto nel terremoto disastroso! L’esperienza immarcescibile che le macerie in cui spesso si riducono le giornate, le stesse esistenze, costituiscono il terreno dissodato dove Cristo può ricreare qualcosa di nuovo, imprevisto e sorprendente.

Cristo è risorto, dopo essere entrato, con ogni giapponese vittima della tragedia, nella morte acre dello tsunami. E Cristo è risorto ed è l’unica Parola capace di salvare davvero. Questi 100 ragazzi lo hanno sperimentato, e stanno facendo i bagagli per partire verso Madrid, a incontrare il Papa, sulle orme della fede e dei santi missionari che hanno portato il Vangelo nella loro terra. 100 ragazzi che hanno compreso, per esperienza, che non basta offrire coperte e aiuti materiali, che quello di cui, oggi più che mai, ha bisogno il Giappone, hanno bisogno i loro coetanei e compagni di scuola, è un fondamento che resista alle onde della vita, ai terremoti affettivi, psicologici, ai fallimenti e alle esaltazioni. Il fondamento che si chiama Gesù Cristo.

Nei ragazzi con e per i quali mi trovo in missione vedo i protagonisti di domani, ma anche di oggi – coloro che, nella scuola, ovunque, testimoniano il Signore risorto. Per far questo i nostri giovani hanno bisogno di radicarsi essi stessi sempre più in Cristo, essere formati, innamorarsi di Cristo.

Questo pellegrinaggio è un’occasione irripetibile: andare con Pietro a fondare la propria vita in Cristo, radicarla nel suo amore. Questo pellegrinaggio è un investimento per il futuro di questo Popolo. Aiutare questi giovani significa salvare tantissime vite, dall’aborto, dal divorzio, dal suicidio. Per partire, i ragazzi hanno bisogno anche del vostro aiuto. Il Giappone è ricco, oggi un po’ meno, ma i cristiani sono poveri. Moltissimi ci hanno aiutato, con una generosità  incredibile che ci sta facendo toccare la Provvidenza fatta carne accanto a noi, ma resta ancora un “piccolo”
sforzo, nonostante i ragazzi cerchino in tutti i modi di risparmiare e lavorare nei momenti liberi; sono giovani encomiabili, si stanno impegnando e sacrificando, con lavori di sera e di notte per raggiungere la cifra che occorre, studiando come pazzi per poter prendere dei giorni di vacanza nelle varie scuole, giocandosi la faccia e anche l’impiego con i capi delle imprese in cui lavorano per chiedere qualche giorno di ferie; tutto, pur di poter andare a Madrid.

Forse non lo sapete, ma in Giappone i giorni di ferie sono 4. E’ commovente vedere in loro quanto zelo il Signore stia suscitando. Le famiglie, molto numerose, non possono aiutarli. Miracolosamente siamo riusciti a comprare tutti i biglietti per l’aereo. Ora abbiamo bisogno di un aiuto per la settimana di pellegrinaggio in Spagna. In ogni città in cui andremo e annunceremo il Vangelo – Valencia, Pamplona, Javier, Valladolid, Avila, Madrid – ci accoglieranno nelle case e nelle parrocchie, ma dovremo pagare gli autobus e i panini e qualcos’altro per mangiare. E’ questo l’ultimo sforzo per il quale chiediamo il vostro aiuto. E’ come un fulmine in mezzo alle vacanze, cento sconosciuti che bussano improvvisamente alla tua porta e ti chiedono qualcosa, un aiuto, e questo aiuto non è solo per sopravvivere, ma per fondare la vita. Un aiuto che resterà  nel tempo, e salverà e darà  frutti immensi.

Nel nome del Signore, dei ragazzi e delle loro famiglie vi ringrazio davvero di cuore per quanto farete: che Dio vi ricompensi con il centuplo in consolazioni, grazie, e miracoli. Che Dio vi benedica.

Chiunque volesse aiutare la missione dei 100 giovani giapponesi può scrivere a don Antonello Iapicca all’indirizzo e-mail nanto64@hotmail.com

Il link al video è http://youtu.be/rQp4Z0Zl4hk

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ZENIT Staff

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