Apocalissi mai realizzate

Le predizioni sulla venuta di Cristo risalgono ai primi cristiani

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di Roberto Federigo*

MADRID, venerdì, 29 luglio 2011 (ZENIT.org).- Nel mese di giugno, molti hanno appreso pubblicamente, attraverso i mezzi di informazione, che un gruppo evangelico pentecostale aveva individuato il momento del giudizio finale e il “rapimento” dei cristiani nel giorno 21 maggio 2011 alle ore 18.00. Grazie a Dio non è avvenuto alcun cataclisma o qualsivoglia disastro di grandi proporzioni, interpretabile da questo gruppo statunitense – denominato “Family radio” e creato da Harold Egbert Camping – come un segnale dell’inizio dell’apocalisse.

D’altra parte, questa tendenza non è una novità. Nel corso del tempo diversi gruppi fondamentalisti biblici hanno pronosticato la fine dei tempi e la separazione dei giusti (il rapimento) dalla terra che sarebbe stata distrutta. Gli avventisti l’avevano prevista per il 21 marzo 1843, il 21 marzo 1844, il 22 ottobre 1844, e nel 1874 i Testimoni di Geova. Pat Robertson, un tele-evangelista, aveva annunciato la seconda venuta di Cristo per il decennio degli anni Ottanta.

Il 18 marzo 2000, nella località di Kanungu, del distretto di Rukingiri, in Uganda, 235 seguaci della setta dei “Dieci comandamenti di Dio” sono morti arsi vivi nel loro tempio in un suicidio di massa mentre intonavano canzoni religiose. Nel 2008, una setta che si autoproclamava l’autentica chiesa ortodossa si è trincerata all’interno di alcune caverne nella città di Nikolskoie. I seguaci di Piotr Kuznetsov, un capo messianico che in quel momento si trovava ricoverato in un centro di neuropsichiatria, attendevano la fine del mondo per il mese di maggio.

Verso la fine del XIX secolo sorse in alcune Chiese degli Stati Uniti – al fine di contrastare la tendenza liberalista in campo teologico (contrasto fondamentalismo/modernismo) e in risposta all’evoluzionismo darwinista nato in quell’epoca insieme ad altre teorie – un movimento formato da diverse correnti dell’ala conservatrice del Protestantesimo. Nel 1895 questo movimento ha adottato una dichiarazione di fede che sarebbe poi stata articolata in dodici volumi pubblicati tra il 1909 e il 1915, sintetizzati nei quattordici articoli considerati come verità essenziali. Cinque di questi formerebbero la “magna charta” del fondamentalismo: l’infallibilità delle Scritture, la nascita verginale di Cristo, il sacrificio espiatorio e redentivo di Cristo, la risurrezione corporale di Cristo e l’autenticità dei miracoli (più tardi, i fondamentalisti hanno cambiato il quinto con “l’imminente ritorno di Cristo”).

Dice del fondamentalismo il Dizionario della lingua spagnola della Real Academia Española (RAE) nella sua ventiduesima edizione: “1. Movimento religioso e politico di massa che vuole restaurare la purezza islamica attraverso la rigida applicazione della legge coranica alla vita sociale. 2. Credenza religiosa fondata su un’interpretazione letterale della Bibbia, nata in Nord America in coincidenza con la Prima Guerra mondiale. 3. Esigenza intransigente di sottomissione a una determinata dottrina o pratica”. Scartando la prima accezione, il fondamentalismo cristiano si riferisce a certi gruppi che credono, tra l’altro, nella verità letterale della Bibbia, nella salvezza solo per fede, nel millenarismo o chiliasmo (secondo cui il regno di Cristo verrebbe mille anni dopo l’apocalisse) e nell’apocalismo.

Abbiamo detto all’inizio che ciò non è una novità e che altri gruppi avevano già previsto la fine del mondo, ma neanche è una novità che le caratteristiche dei gruppi fondamentalisti contemporanei esistessero in alcuni gruppi molto più antichi: gli apocalittici erano gruppi di cristiani dei primi secoli, soprattutto del I secolo della nostra era.
Da loro sono derivati numerosi testi anch’essi denominati apocalittici, nei quali si narrano fatti soprannaturali relativi alla fine del mondo.

I millenaristi, noti anche come chiliasti, sono coloro che credono nell’esistenza di un millennio temporale dopo l’apocalisse e prima della fine del mondo. In quel millennio avrebbe luogo il trionfo della Chiesa. Satana sarebbe liberato, i morti risusciterebbero e scenderebbe il fuoco dal Cielo. A questo regno spirituale di Cristo seguirebbe l’annichilimento del mondo. Queste forme di interpretazione delle Scritture sono chiare e concise. Nessun fondamentalista le nasconde, né mente a chi non crede in esse per qualche beneficio o cattiva intenzione. Ciò nonostante, le conseguenze che da esse derivano costituiscono un problema pastorale per le Chiese storiche.

Alcuni dei pericoli da cui deriva il fondamentalismo nascono in conseguenza dell’uso della Bibbia come un manuale di riferimenti e dalla credenza in un Dio solo immanente, schiacciante, che culmina nella concezione panteistica o fondamentalista. L’intromissione di Dio nella libertà dell’uomo ha prodotto, nella visione dei primi revivalisti americani, un certo timore per il giudizio e il conseguente castigo di Dio, tale da averli mantenuti in quella interpretazione e di aver generato un cambiamento di comportamento (puritanesimo), perché aderendo al letteralismo l’uomo diventa quasi come un burattino dell’infallibilità di Dio. In questo modo, le Scritture hanno iniziato ad essere considerate quasi come un “oracolo” da certi ministri fondamentalisti, che praticavano la sticomanzia e la bibliomanzia ed erano considerati dei “profeti” dai loro seguaci.

Ma qual è la differenza tra oracolo e profeta secondo il dizionario della RAE? Oracolo: “2. Risposta che le pitonesse e sacerdotesse dei gentili fornivano, come se fosse data dagli dei, rispetto alle domande che venivano rivolte agli idoli. 3. Luogo, statua o simulacro che rappresentava la divinità da cui si attendevano le risposte”. Dice invece di Profeta: “Uomo che parla in nome e per ispirazione di Dio”.

Profezia non è divinazione, poiché la divinazione è la pretesa di svelare ciò che solo Dio può conoscere. Dice il Catechismo della Chiesa al punto 2115: “Dio può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità”.

Non è possibile controllare il futuro, né è possibile modificare il passato. Cercare di predire, mediante calcoli numerologici o cabalistici, una fine del mondo, e persino di individuare una data, si chiama divinazione. Prosegue il Catechismo, sulla divinazione, al numero 2116: “Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che ‘svelino’ l’avvenire. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo.”

Harold Camping ha detto che le sue predizioni bibliche sulla seconda venuta di Cristo si basano sulle ricorrenze cicliche: feste ebraiche del calendario ebraico, come descritte nell’Antico Testamento; il mese del calendario lunare (1 mese sinodico = 29.53059 giorni); un’approssimazione all’anno del calendario gregoriano (365,24219 giorni, arrotondati a 365,2422). Questi dati sarebbero combinati con quelli tratti dalla Bibbia.

Camping ha calcolato che la crocifissione di Cristo sarebbe avvenuta il venerdì 1° aprile dell’anno 33. Nel 1992 ha pubblicato un libro dal titolo “1994?”, in cui affermava che il ritorno di Cristo sarebbe potuto avvenire il 6 settembre del 1994. In quella pubblicazione ha anche citato il fatto che nel 2011 potrebbe avvenire la fine del mondo. Infine, ha aggiustato la sua pred
izione al 21 maggio 2011 come data del rapimento e al 21 ottobre 2011 come data della fine del mondo.

Il 21 maggio, le tende di casa Camping, ad Alameda, in California, sono rimaste chiuse. Il reverendo è uscito di casa il giorno dopo dicendo di essere “molto sorpreso” e che “ancora cercava risposte”. Il 23 maggio ha detto in una conferenza di aver ricalcolato i dati e che la seconda venuta di Cristo sarebbe avvenuta in forma “spirituale”, e che in ogni caso il mondo finirà il 21 ottobre 2011. Per concludere, ha aggiunto che non avrebbe restituito i soldi che i suoi seguaci, di fronte alla fine imminente, avevano donato alla sua società. Ad oggi, molti adepti hanno lasciato Family Radio.

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*Roberto A. Federigo è argentino, esperto di nuove religiosità, membro della Red Iberoamericana de Estudio de las Sectas (RIES) e consulente di Catholic.net per questi temi.

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ZENIT Staff

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