Card. Zen: gli atei vogliono dirigere la Chiesa cattolica

Lettera del Vescovo emerito di Hong Kong sulle ultime ordinazioni illecite

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ROMA, giovedì, 28 luglio 2011 (ZENIT.org).- Riportiamo la traduzione in italiano realizzata da ZENIT di una lettera che il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, Vescovo emerito di Hong Kong e attualmente membro della Commissione della Santa Sede per la Chiesa cattolica in Cina, ha reso nota attraverso l’agenzia UCANews circa le ultime ordinazioni episcopali illecite svoltesi per imposizione del Governo di Pechino.

* * *

E’ assurdo sentire le dichiarazioni politicamente corrette dei burattini dello Stato che difendono le politiche di Pechino.

In questi ultimi giorni, i fedeli cattolici dentro e fuori la Cina hanno seguito con tristezza e indignazione le parole pronunciate da Anthony Liu Bainian e dai reverendi Joseph Guo Jincai, Johan Fang Xingyao e Joseph Yang Yu, che già spiccano per essere scismatici, ma la dichiarazione di ieri dell’Amministrazione dello Stato per le Questioni Religiose (SARA) è arrivata all’estremo dell’assurdità.

Potremmo comprendere che il Governo vada in difesa dei suoi burattini dicendo che sono politicamente corretti, o lodando il loro coraggio nel resistere alla pressione straniera, ma ora si è iniziato a lodare la loro “ardente fede cattolica”, e a dire che le ordinazioni senza il mandato papale sono necessarie per “il normale governo della Chiesa e per le attività pastorali ed evangelizzatrici”. Ciò è del tutto assurdo e ridicolo, visto che, come alcuni esperti hanno segnalato, il Governo sta “dirigendo” la Chiesa cattolica.

Sono ciechi? Non hanno avuto l’opportunità di vedere come la Chiesa cattolica lavora nel resto del mondo? La situazione speciale della Cina costringe il Governo a dirigere una Chiesa che semplicemente non può più essere riconosciuta come cattolica? Loro stessi stanno diventando lo zimbello del mondo!

I nostri leader possono prendersi un po’ di tempo dal loro impegno nella lotta di potere per prestare attenzione a questa “piccola comunità” di cattolici? Perché non si permette ai nostri fratelli e alle nostre sorelle di vivere pacificamente la loro vita di fede? Non è un diritto riconosciuto nella Costituzione?

Hanno definito la scomunica della Santa Sede negli anni ’50 la “causa” e l’ordinazione illegittima dei Vescovi l’“effetto”. Stanno sfacciatamente distorcendo la realtà.

Dalle ultime ordinazioni illegittime e dall’VIII Congresso Nazionale di Rappresentanti Cattolici, tutti hanno potuto capire che il SARA e l’Associazione Patriottica Cattolica Cinese hanno deciso di portare la Chiesa in modo aperto e impenitente su una via che porta all’indipendenza dalla Chiesa e di scegliere e ordinare unilateralmente i propri Vescovi.

Lasciamo allora che trovino qualcuno con peso sufficiente come Martin Lutero o il re Enrico VIII per dare un nuovo status alla loro nuova Chiesa, ma non hanno il diritto di usurpare il titolo di “Chiesa cattolica”.

Attraverso la violenza, limitano le libertà personali, offendendo anche la dignità di coscienza. Omettono totalmente l’autorità e l’amabilità del nostro Santo Padre e si azzardano ancora a dire di avere una sincera volontà di dialogo. E’ la più grande menzogna del mondo! Solo la codardia e l’egoismo delle Nazioni impediscono di far intendere la loro disapprovazione.

Si dice che “Gli occhi delle persone sono illuminati”. A Leshan molta gente ammira l’efficienza amministrativa del reverendo Paul Lei Shiyin, ma si deve sapere che non è idoneo ad essere Vescovo; a Shantou è possibile che ci sia gente che sostiene le ambizioni del reverendo Joseph Huang Bingzhang, ma la maggior parte dei fedeli cattolici della Cina rifiuterà questi “opportunisti” e si manterrà sempre al fianco del Papa.

Nessuno sa quanto durerà questo duro inverno, ma i nostri fedeli non hanno paura, o supereranno le loro paure con fede e preghiera, che daranno loro la forza di imitare i martiri canonizzati e gli innumerevoli eroi che vivono la fede, per dare una coraggiosa testimonianza di Nostro Signore Risorto.

Cari fratelli e sorelle nella fede, vi salutiamo – attraverso un fratello che prova quasi vergogna di vivere in libertà.

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ZENIT Staff

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