Card. Scherer: preoccupa la confusione sull'identità sessuale

SAN PAOLO, martedì, 26 luglio 2011 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di San Paolo (Brasile), il Cardinale Odilo Scherer, afferma che la Chiesa cattolica guarda con preoccupazione alla crescente ambiguità sull’identità sessuale che si sta imponendo nella cultura.

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In un articolo sulla rivista “O São Paulo”, monsignor Scherer discute il tema “Maschio e femmina li creò”.

L’essere umano “non è ‘questa metamorfosi ambulante’ che continua a vagare per la vita senza sapere chi è, cosa vuole, per che cosa vive, perché è ciò che è; né è legato a un cieco determinismo”.

“Deve tener conto di se stesso e vivere in modo responsabile, in base alla sua dignità e alla sua natura”, afferma l’Arcivescovo.

A suo avviso, un aspetto importante di questo vivere “in base alla sua natura” “consiste nell’assumere la propria identità sessuale”.

“Nella cultura attuale c’è molta confusione su questo, e la sessualità non è più presa sul serio, come una fatto di natura, ma è ritenuta un fenomeno culturale”.

“Neanche la differenza sessuale tra maschile e femminile è presa sul serio; va molto l’idea che l’identità sessuale sia modellata dalla cultura e dalla soggettività e che ciascuno ‘costruisca’ la propria identità sessuale”.

“La differenziazione sessuale nel corpo umano sarebbe solo un ‘fatto secondario’ e conterebbe più ciò che il soggetto decide di essere. L’identità sessuale sarebbe una questione di scelta”, commenta il presule.

La conseguenza di ciò “è che aumentano i comportamenti sessuali poco definiti, né maschili né femminili. Si parla sempre più di omosessuali, bisessuali, transessuali…”.

In questo contesto, “essere eterosessuale, con identità definita di uomo (maschile) e donna (femminile), appare solo come una tra le tante possibilità e opzioni relative all’identità sessuale”.

“Non c’è un grande equivoco in questo? Sarà così d’ora in poi? Dove porterà tutto ciò?”, chiede il Cardinale, spiegando che per l’antropologia cristiana “la confusione sull’identità sessuale, che si diffonde sempre più nella cultura, non smette di suscitare una seria preoccupazione”.

“Per il pensiero cristiano, la differenziazione sessuale (uomo e donna) deve essere presa pienamente sul serio; la sessualità interessa tutti gli aspetti della persona umana, nella sua unità di anima e corpo”.

“Riguarda l’affettività, la capacità di amare e di procreare; in modo più generale, riguarda la capacità di creare vincoli sereni di comunione con gli altri”.

Il Cardinale ricorda inoltre che spetta a ogni uomo e a ogni donna “riconoscere e accettare la propria identità sessuale”.

“Le differenze e le complementarietà fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni della coppia e della famiglia. L’armonia della coppia e della società dipende, in parte, dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarietà e il sostegno reciproci”.

“La pretesa di introdursi in questa armonia che Dio ha stabilito tra i sessi e di sottomettere l’identità sessuale all’arbitrio della volontà, che può essere tanto influenzata da fattori culturali e dinamiche socio-educativi (o ‘diseducativi’…), è una temerarietà, che non promette buoni frutti per il futuro dell’umanità”, afferma.

“Non è possibile che la natura abbia sbagliato a modellare l’essere umano come uomo e donna – sottolinea –. Ciò ha un significato ed è necessario scoprirlo e prenderlo sul serio”.

Per chi “desidera la verità e cerca di conformare la sua vita al disegno di Dio”, il porporato indica che resta “l’invito a lasciarsi condurre dalla luce della Parola di Dio e dall’insegnamento della Chiesa anche per quanto riguarda la morale sessuale”.

“Il 6° comandamento della Legge di Dio (‘non peccare contro la castità’) non è stato abolito e significa, positivamente, vivere la sessualità in base al disegno di Dio”.

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ZENIT Staff

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