WASHINGTON, D.C., venerdì, 22 luglio 2011 (ZENIT.org).- Il presidente del Comitato pro-vita dei Vescovi degli Stati Uniti denuncia una raccomandazione dell’Istituto di Medicina che autorizza la sterilizzazione chirurgica e i farmaci abortivi nelle polizze assicurative sanitarie private.
Il Cardinale Daniel DiNardo, Arcivescovo di Galveston-Houston e presidente del Comitato per le Attività Pro-Vita della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, ha dato voce alla sua opposizione in una dichiarazione diffusa questo martedì.
L’Istituto di Medicina ha raccomandato al Dipartimento per la Salute e i Servizi Umani (HHS) di autorizzare la copertura della sterilizzazione chirurgica e di tutte le forme di controllo delle nascite approvate dalla Food and Drugs Administration (FDA) nei piani assicurativi sanitari di tutta la Nazione.
Nella sua dichiarazione, il porporato ha ricordato che “la gravidanza non è una malattia e la fertilità non è una condizione patologica”.
“La maggior parte degli americani vede sicuramente che l’aborto non è una cosa sana o terapeutica per i bambini non nati, e che comporta per le donne rischi sanitari a livello fisico e mentale che possono essere estremamente seri”, ha dichiarato.
“Posso solo concludere che c’è in queste raccomandazioni un’ideologia all’opera che va al di là di ogni valutazione obiettiva delle necessità sanitarie di donne e bambini”.
Pagare i conti
Il Cardinal DiNardo ha sottolineato che se l’HHS implementerà la raccomandazione chiunque partecipa alla copertura sanitaria coprirà il costo di queste pratiche.
“Senza una protezione legale sufficiente per i diritti di coscienza, un’autorizzazione di questo tipo costringerebbe tutti gli uomini, le donne e i bambini a sostenere una copertura sanitaria che viola le profonde convinzioni morali e religiose di molti”, ha affermato.
Il Cardinal DiNardo ha anche lamentato il fatto che l’istituto “abbia perso un’opportunità di promuovere un’assistenza sanitaria migliore per le donne, che affermi la vita e sia davvero compassionevole”.
Ha quindi esortato il Governo a “concentrarsi sulla necessità di tutti gli americani, inclusi gli immigrati e i poveri, di avere accesso a una copertura sanitaria di base – non sull’autorizzazione di pratiche facoltative controverse in modi che minano il bene di donne e bambini, la coscienza dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei fornitori del servizio sanitario e il bene comune”.