Padre Lombardi: la Santa Sede risponderà al Governo irlandese

A proposito del Rapporto sulla diocesi di Cloyne

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ROMA, giovedì, 21 luglio 2011 (ZENIT.org).- La diplomazia pontificia replicherà alle accuse contro il Vaticano formulate da alcuni esponenti governativi irlandesi in seguito alla pubblicazione del Rapporto sugli abusi sessuali commessi dai preti nella diocesi di Cloyne.

A ribadirlo questo giovedì ad alcuni giornalisti, dopo averlo già preannunciato il 19 luglio scorso, è stato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.

“Confermo, come già detto, che la Santa Sede risponderà opportunamente alla domanda posta dal Governo irlandese a proposito del Rapporto sulla diocesi di Cloyne”, ha detto il sacerdote gesuita.

Intervenendo il 20 luglio alla Camera bassa del Parlamento irlandese, il premier Enda Kenny ha criticato aspramente il Vaticano, affermando che il Rapporto evidenzia “la disfunzione, la disconnessione e l’elitarismo che dominano la cultura del Vaticano. Lo stupro e la tortura di bambini sono stati minimizzati per sostenere, invece, il primato delle istituzioni, il suo potere e la sua reputazione”.

Nella sua dichiarazione padre Lombardi ha aggiunto che “in ogni caso, ci si augura che il dibattito in corso su temi così drammatici si sviluppi con la necessaria obiettività, in modo da contribuire alla causa che deve stare maggiormente a cuore a tutti, cioè la salvaguardia dei bambini e dei giovani e il rinnovamento di un clima di fiducia e collaborazione a questo fine, nella Chiesa e nella società, come auspicato dal Papa nella sua Lettera ai cattolici dell’Irlanda”.

Questo mercoledì, invece, in un’intervista alla Radio nazionale Rte, l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, ha negato che il Vaticano abbia mai voluto incoraggiare i Vescovi a non denunciare gli abusi alle autorità ufficiali, sottolineando che nella diocesi di Cloyne sono state ignorate le norme del 2001, volute dall’allora Cardinale Joseph Ratzinger.

Il Primate d’Irlanda, secondo quanto riportato dalla Radio Vaticana, ha anche affermato come lui stesso abbia consegnato personalmente 70 mila documenti alla Commissione d’inchiesta Murphy, denunciando tutti i casi di dichiarazioni di abuso alla polizia irlandese ed ha aggiunto: “Non sono mai stato richiamato dal Vaticano per questo”.

Ha poi espresso la sua indignazione e vergogna per quanto è stato fatto alle vittime e ad altre persone nella Chiesa, rilevando nello stesso tempo che questo scandalo colpisce anche tutti quei sacerdoti che testimoniano ogni giorno la loro fedeltà a Cristo.

Il presule ha denunciato coloro che “si prendono gioco” delle norme per tradire la Chiesa, ma ha anche criticato il governo irlandese per non essere riuscito a dare misure adeguate di protezione ai bambini.

Infine, l’arcivescovo Martin ha esortato a non mettere in pericolo la collaborazione tra i vari attori della società civile: “Non voglio vedere contrasti tra Chiesa, Stato e volontari. Dovremmo tutti lavorare insieme per garantire che i bambini siano protetti”.

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ZENIT Staff

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