La comunicazione è più di una questione di media

Prosegue il seminario di formazione per i Vescovi brasiliani

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RIO DE JANEIRO, venerdì, 15 luglio 2011 (ZENIT.org).- Il I Seminario di Comunicazione per i Vescovi del Brasile (SECOBB), in svolgimento a Rio de Janeiro, ha affrontato questo mercoledì i temi “Processi e media: un’introduzione al fenomeno della comunicazione” ed “Evoluzione dei modelli della comunicazione e costruzione dei sensi”.

Il portale dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro riferisce che si è sottolineato che la comunicazione è, prima di tutto, un processo sociale. Per i professori presenti, bisogna comprendere la società in cui si vive, perché non serve parlare di comunicazione senza che si situi l’individuo a livello storico.

“Comunicare è ormai la forma di sussistere”, ha detto il conferenziere Mauro Wilton.
Per il professor Elson Faxina, “oggi la comunicazione è molto più che una questione di media. E’ cultura. I media sono ora una forte istituzione. E’ il momento di pluralizzare le immagini”.

Gli approcci hanno rivelato che la società è di fronte a un nuovo paradigma, il cyberspazio, in cui non c’è più la verticalizzazione di chi emette, perché ogni persona che riceve è anche quella che emette.

Per i conferenzieri, questa nuova realtà sociale richiede una necessità di connessione con il virtuale perché si possa essere in contatto con gli individui.

“Se non sono collegato, la mia capacità interattiva è molto inferiore”, ha dichiarato Mauro Wilton.

Negli interventi è stata anche sottolineata la portata comunicativa fornita dal telefono cellulare. Anche le reti sociali sono state citate come quelle che riscattano il concetto di comunità, le nuove forme contemporanee di stare insieme.

“I nuovi media socializzano tutto, sono mediatori culturali di un processo in transito”, ha aggiunto Wilton.

Crimini in Internet

I Vescovi hanno poi discusso il tema “Cybercultura, reti sociali e crimini in Internet”.

Il delegato Helen Sardenberg, della Polizia Civile, ha voluto mostrare ai Vescovi quali sono le pratiche più ricorrenti di crimini in Internet, affermando che non esiste una pratica unica e specifica di crimine in questo campo.

A suo avviso, i crimini più frequenti sono quelli contro l’onore: calunnia, diffamazione e ingiuria.

La prevenzione dei crimini, ha indicato la Sardenberg, è una responsabilità di tutti: genitori, educatori, iniziativa privata e potere pubblico.

Dopo la presentazione, i Vescovi si sono divisi in gruppi per riflettere su come poter trasmettere ai sacerdoti e ai laici l’importanza di analizzare i valori e l’etica nel mondo della cybercultura e delle reti sociali.

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ZENIT Staff

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