In Marocco con la Chiesa che cammina

di padre Renato Zilio*

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TAROUDANT, lunedì, 11 luglio 2011 (ZENIT.org).- Taroudant: la splendida cinta muraria color ocra risplende del suo recente restauro. É l’unica ambizione di antica capitale del Marocco che le è rimasta, ora semplicemente un’attrazione per i turisti. Sono mura non per difendersi, ma per proteggere: le tradizioni, le attese e le ansie di tutto un popolo musulmano che vedi formicolare al suo interno dappertutto per strade o nei souk. Ma vi è anche una minuscola presenza cristiana. Da tantissimo tempo, infatti, vive una piccola comunità parrocchiale e una comunità di tre suore Francescane missionarie di Maria.

“Ti aspettiamo a braccia aperte!”, mi dice suor Denise; l’accoglienza è un valore grande e prezioso del popolo marocchino e caratterizza anche i cristiani di qui. Nel loro semplice appartamento situato al primo piano sopra dei negozi, suor Georgette con un bel sorriso congolese non farà che ripetervi “state a vostro agio, qui è casa vostra!”. Vivere insieme è già una loro grande testimonianza di vita per i vicini, essendo esse talmente differenti per colore e cultura. E Georgette ve lo dirà subito con franchezza: “Vengo da un Paese dove tutta una popolazione ha la fede cristiana, ma qui invece non si parla del Cristo, lo si vive. È la vostra stessa vita che parla”. E vi aggiungerà pure che, pare strano, ma trova qui qualcosa che le mancava prima… Lavora come infermiera all’ospedale e così si congeda in fretta dopo la messa celebrata nel loro appartamento con qualche cristiano aggiuntosi. Il lavoro la chiama ed è una testimonianza che lei vive con passione.

Suor Denise, d’altra parte, pur avanti negli anni, originaria di Reims e battezzata nella famosa cattedrale dimostra uno spirito combattivo al pari di Francesco di Assisi. La senti affermare categoricamente parlando delle belle vetrate e dei recenti restauri: “È bene che sia lo Stato a preoccuparsene, le comunità cristiane devono prendersi cura dei poveri, non dei muri!”. Infatti, così è in Francia. E avverti una sua profonda complicità con i poveri, mentre con una punta di invidia ti racconta della Piccola sorella morta a Casablanca, ai cui funerali ha partecipato tutto il quartiere musulmano in massa. Volendo poi aggiungervi anche il loro stesso rito musulmano, perchè era “una loro vera sorella”.

Con queste suore la Chiesa mostra qui un’anima evangelica, si incarna in questo mondo di poveri e di credenti pur così differente da noi, ma non sordo al linguaggio dell’amore, la vera originalità del cristiano. Denise in Marocco da più di quarant’anni vi dirà quanto importante è resistere con questo stile di presenza, e una generazione non basta… E ricorda il suo lavoro di formazione per le ragazze animatrici di bambini di montagna in fase prescolare, lavoro necessario perchè questi, come le loro caprette, non sapevano sedersi su una sedia, ascoltare, parlare… solo gridare. Ricorda ancora Myriam, una animatrice, venuta al corso un mattino dopo aver attraversato un torrente in piena, tutta bagnata fino alle ascelle. Le animatrici in verità erano appassionate di imparare, ma ancor di più di sentirsi amate da una straniera.

Ora l’anziana suora anima delle associazioni di donne e di bambini abbandonati sempre con uguale entusiasmo. Sempre in movimento. Per questo non sopporta quando ci si installa. “A volte anche i religiosi o la chiesa preoccupandosi per i loro beni o i possedimenti che possono avere non camminano più”, ti soffia con amarezza. “Credo nella chiesa itinerante, quella che cammina”, ti dirà spontaneamente, pensando a Francesco, quello che si era spogliato di tutto. Noi siamo qui in affitto, ma anche domani possiamo partire… E difatti, pare che questa posizione missionaria venga chiusa il prossimo anno. Ma queste presenze sono come le stelle: quando muoiono la loro luce continua per lungo tempo ancora ad illuminare. Naturalmente il cuore dell`umanità che hanno qui conosciuto ed amato.In nome del vangelo.

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*Padre Renato Zilio è un missionario scalabriniano. Ha compiuto gli studi letterari presso l’Università di Padova, e gli studi teologici a Parigi, conseguendo un master in teologia delle religioni. Ha fondato e diretto il Centro interculturale di Ecoublay nella regione parigina e diretto a Ginevra la rivista “Presenza italiana”. Dopo l’esperienza al Centro Studi Migrazioni Internazionali (Ciemi) di Parigi e quella missionaria a Gibuti (Corno d’Africa), vive attualmente a Londra al Centro interculturale Scalabrini di Brixton Road. Ha scritto “Vangelo dei migranti” (Emi Edizioni, Bologna 2010) con prefazione del Card. Roger Etchegaray.

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ZENIT Staff

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