Secondo dati ecclesiali, nel Paese ci possono essere fino a 2,5 milioni di persone del Myanmar, e ogni giorno ne arrivano di nuove.
Il Vescovo thailandese Joseph Visitnondachai della Diocesi di Nakhon Sawan, che guida l’Ufficio cattolico per l’assistenza d’emergenza e i rifugiati, ha spiegato che la Chiesa thailandese ha chiamato sacerdoti del Myanmar per lavorare con gli immigrati vista la mancanza di clero.
“All’inizio non sapevamo come avremmo dato da mangiare a questi sacerdoti, ma Aiuto alla Chiesa che Soffre ha detto ‘Non vi preoccupate, vi aiuteremo’”, ha confessato il Vescovo Visitnondachai.
ACS sta infatti assicurando sostentamento economico ai presbiteri, permettendo loro di comprare ciò che è necessario per andare avanti.
Oltre a questo, supporta l’assistenza pastorale dei migranti e rifugiati del Myanmar con 44.000 euro in due anni, cifra che segue a una donazione di 70.000 euro per il periodo 2008-10.
Quanti vivono nei campi di rifugiati dipendono totalmente dall’aiuto delle agenzie umanitarie e delle ONG.
I sacerdoti visitano ogni settimana i campi per celebrare la Messa, confessare e amministrare i sacramenti come il Battesimo e l’unzione dei malati.
“Le visite ai malati sono molto importanti, ma un sacerdote non può offrire il servizio a tutti, ed è per questo che stiamo cercando di preparare dei volontari [delle comunità migranti]”, ha detto il Vescovo.
Il coinvolgimento dei laici, ad esempio in attività come la catechesi, è stato fondamentale per costruire e sostenere la Chiesa tra la popolazione del Myanmar.