CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 6 luglio 2011 (ZENIT.org).- Il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha visitato dal 26 al 28 giugno l’eparchia di Mukachevo dei Ruteni, in Ucraina, per partecipare alle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita e i 10 dalla beatificazione del Vescovo Teodoro Romża.
Il Cardinale si è recato in Ucraina su invito del Vescovo eparchiale, monsignor Milan Šaši, e ha ricordato nella Cattedrale di Mukachevo il Vescovo Romża, che amava dire che “morire per Cristo vuol dire vivere eternamente”.
Monsignor Teodoro Romża era nato sotto la monarchia austro-ungarica. Studiò nella sua terra come cittadino cecoslovacco e poi a Roma, dove venne ordinato sacerdote nel 1936. Nel 1944, ad appena 33 anni, ricevette la consacrazione episcopale come cittadino ungherese, divenendo in seguito, come cittadino sovietico, vittima delle persecuzioni antireligiose. Nel 1944 ebbe inizio la repressione del clero greco-cattolico, che portò all’assassinio del Vescovo come preludio della soppressione istituzionale della Chiesa greco-cattolica.
Il Prefetto del dicastero vaticano è giunto all’aeroporto di Leopoli nel primo pomeriggio di domenica 26 giugno, venendo ricevuto dal Vescovo eparchiale, da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, dall’Arcivescovo di Lviv dei Latini, monsignor Mieczysław Mokrzycki, da monsignor Ihor Voznyak, Arcivescovo di Lviv degli Ucraini, dall’incaricato d’affari della Nunziatura Apostolica in Ucraina, l’Arcivescovo Većeslav Tumir, e da altri prelati, sacerdoti e fedeli.
Il primo incontro a Mukachevo, riporta “L’Osservatore Romano”, ha avuto luogo nel monastero delle suore basiliane con i religiosi, le religiose e i sacerdoti, a cui il porporato ha sottolineato l’importanza della vita religiosa per l’insieme della pastorale ecclesiale, esortandoli poi a rispondere con generosità alla vocazione alla santità.
Il 27 giugno il porporato ha visitato la concattedrale di Uhorod, dove ha venerato le reliquie del beato Vescovo Romża, e la Cattedrale di Mukachevo, inaugurando poi una mostra e partecipando a un convegno sul beato, organizzati nella sede del seminario di Uhorod.
Nel suo discorso, ha sottolineato come Romża abbia dato prova eroica della fede cristiana nel difficile contesto politico e sociale del tempo, indicando come sia stato esemplare nel resistere alle pressioni contro la libertà religiosa e civile del suo popolo.
Senza timore andò incontro al martirio, esortando i fedeli a rinnovare le promesse battesimali per testimoniare pubblicamente la fede in Cristo e la fedeltà alla Chiesa di Roma.
Il 28 giugno il Cardinale Sandri ha celebrato l’Eucaristia all’aperto nei pressi del seminario di Uhorod, con una folta partecipazione di fedeli, sottolineando nella sua omelia che “commemorare non è abbandonarsi alla nostalgia del passato”, ma “costruire il presente e dare una spinta al futuro, ponendoli sotto l’esempio e l’intercessione dei martiri fedeli, come il beato Romża, perché ci ricordino che la meta comune è la santità”.
“Santi si diventa nella vita che passa per essere col Signore per sempre nell’eterno amore, che vince ogni ingiustizia e persino la morte”, ha aggiunto.
“Sentiamo presenti tra noi il beato Teodoro, ma anche l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II, che lo ha beatificato e che il 1° maggio scorso ha raggiunto la stessa meta. Insieme a loro invochiamo Maria perché ci sostenga nel ripetere ogni giorno a Cristo stesso: totus tuus ego sum! Signore, voglio essere tutto tuo!”.
“Se non avesse proferito nel cuore queste parole, avrebbe potuto il beato Teodoro rimanere fedele nell’ora del martirio? – ha chiesto il porporato -. Senz’altro no. Con la fede, invece, seppe spostare le montagne della persecuzione e fidarsi di Cristo e della Santa Vergine Maria fino all’ultimo respiro, come confermò in tutta la sua vita anche l’amato Papa Wojtyła”.
Dopo la celebrazione si è snodata un’imponente processione con le reliquie del beato Romża, ricondotte alla concattedrale di Uhorod.