SAN JOSÉ, lunedì, 4 luglio 2011 (ZENIT.org).- I Vescovi cattolici dell’America Centrale e del Nord e del Caribe hanno espresso profonda preoccupazione di fronte alla svalutazione che ha subito negli ultimi tempi la vita dei migranti.
I presuli che si occupano della cura pastorale dei migranti nei rispettivi Paesi si sono riuniti a San José (Costa Rica) a giugno per analizzare la situazione. Il 30 giugno hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui raccolgono le conclusioni dell’incontro.
I Vescovi presenti, in rappresentanza delle Conferenze Episcopali di Stati Uniti, Messico, Costa Rica, Panama, Honduras e Guatemala, così come del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) e di Caritas Internationalis, si sono incontrati per esprimere la loro solidarietà e preoccupazione per la situazione dei migranti nell’emisfero. Erano accompagnati da esperti in questioni migratorie, religiosi e laici.
“Testimoni della grande sofferenza che vivono le persone migranti dei nostri Paesi e delle nostre regioni, che sono vittime di sfruttamento e abuso da parte di vari soggetti (funzionari pubblici, datori di lavoro senza scrupoli e organizzazioni criminali), chiediamo nuovamente ai nostri Governi di rendersi responsabili della protezione legale dei migranti, inclusi quanti cercano lavoro, richiedono asilo e rifugio e sono stati vittime della tratta di esseri umani”, affermano i Vescovi nella dichiarazione.
In particolare, chiedono “speciale attenzione e protezione per famiglie, donne e bambini”.
Nel corso della riunione, i presuli hanno riflettuto su varie questioni, tra cui l’aumento della violenza nei sequestri dei migranti da parte del crimine organizzato, l’incremento dei rimpatri tra Stati Uniti e Messico, la tragedia della tratta di esseri umani, la crescita della disuguaglianza economica, gli effetti della globalizzazione sulle persone e l’aumento delle minacce agli agenti della pastorale dei migranti nel loro carattere di difensori dei diritti umani.
Hanno anche chiesto la continua collaborazione per il recupero di Haiti dopo il terremoto del gennaio 2010, il che comporta il blocco dei rimpatri di haitiani in situazione irregolare nei Paesi rappresentati.
I Vescovi hanno infine rivolto un appello ai propri Governi a modificare o abolire leggi “ingiuste e disumane, che provocano la separazione delle famiglie migranti, arresti arbitrari e minacce alla vita”.