ROMA, lunedì, 4 luglio 2011 (ZENIT.org).- “Non scindete mai la creatività artistica dalla verità e dalla carità, non cercate mai la bellezza lontano dalla verità e dalla carità, ma con la ricchezza della vostra genialità, del vostro slancio creativo, siate sempre, con coraggio, cercatori della verità e testimoni della carità”.
E’ quanto ha detto questo lunedì Benedetto XVI nell’atrio dell’Aula Paolo VI, dove gli è stata presentata in anteprima la mostra “Lo splendore della verità, la bellezza della carità”, che nel pomeriggio è stata aperta al pubblico.
La mostra, che potrà essere visitata per due mesi, fino al prossimo 4 settembre, riunisce le opere di sessanta artisti, credenti e non – sei architetti, sette fotografi, cinque poeti, sei musicisti, sei orafi, diciotto pittori e dodici scultori -, che hanno presentato personalmente la loro creazione a Benedetto XVI.
La cerimonia ha offerto al Pontefice l’occasione per rilanciare il suo “amichevole e appassionato appello” agli artisti per “rendere questo nostro mondo più umano e più bello”, dopo l’incontro tenuto il 21 novembre 2009 nella Cappella Sistina.
L’incontro è stato introdotto da un’esecuzione del “Padre nostro” composto ed eseguito al pianoforte dal Maestro Arvo Pärt, e chiuso dalla visione di un cortometraggio del regista Pupi Avati.
“Il mondo in cui viviamo – ha detto il Papa – ha bisogno che la verità risplenda e non sia offuscata dalla menzogna o dalla banalità; ha bisogno che la carità infiammi e non sia sopraffatta dall’orgoglio e dall’egoismo”.
“Abbiamo bisogno – ha aggiunto – che la bellezza della verità e della carità colpisca l’intimo del nostro cuore e lo renda più umano”.
Quindi un appello agli artisti a far “risplendere la verità” nelle loro opere e a far sì che la bellezza di queste “susciti nello sguardo e nel cuore di chi le ammira il desiderio e il bisogno di rendere bella e vera l’esistenza”.
“Lo Spirito Santo, artefice di ogni bellezza che è nel mondo, vi illumini sempre e vi guidi verso la Bellezza ultima e definitiva, quella che scalda la nostra mente e il nostro cuore e che attendiamo di poter contemplare un giorno in tutto il suo splendore”, ha augurato il Pontefice.
“Ancora una volta, grazie per la vostra amicizia, per la vostra presenza e perché portate nel mondo un raggio di questa Bellezza, che è Dio”, ha detto ai presenti.
“La Chiesa e gli artisti tornano ad incontrarsi, a parlarsi, a sostenere la necessità di un colloquio che vuole e deve diventare sempre più intenso e articolato, anche per offrire alla cultura, anzi alle culture del nostro tempo un esempio eloquente di dialogo fecondo ed efficace, orientato a rendere questo nostro mondo più umano e più bello”, ha concluso.