Suor Teresita batte il record: 84 anni di clausura

E’ entrata in convento il giorno della nascita di Benedetto XVI

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BUENAFUENTE DE SISTAL, venerdì, 1° luglio 2011 (ZENIT.org).- Suor Teresita è la monaca di clausura che vive da più tempo in un monastero: 84 anni, un vero record. Ha 103 anni e continua a vivere nel convento in cui ha trascorso tutta la vita, a Buenafuente del Sistal (Guadalajara, Spagna).

Appartiene all’Ordine cistercense ed è stata per più di 20 anni superiora della sua comunità religiosa. Spagnola nata a Foronda (Álava), ha collaborato con altre nove monache di clausura a un libro intitolato “¿Qué hace una chica como tú en un sitio como éste?” (“Che cosa ci fa una ragazza come te in un posto come questo?”, LibrosLibres) per spiegare la ricchezza interiore e la felicità che comporta vita contemplativa.

Il giorno in cui è nato Benedetto XVI suor Teresita entrò nel Convento Cistercense di Buenafuente. “Avevo paura di entrare, ma il Signore mi ha aiutato. Non sapevo niente di monache, ma Lui e Santa Teresina mi hanno aiutato”.

La suora ha dedicato la vita alla preghiera per gli altri e al lavoro nel convento. “Anche se prego molto ho i miei svaghi… Ho un’immaginazione molto fervida”.

Suor Teresita è l’immagine della felicità: “Non si può vivere annoiati in convento. Si finisce male. O si è felici o niente”.

Il suo segreto per la felicità? “Ciascuno è felice nella propria professione. La felicità si prova seguendo ciascuno la sua vocazione. Questo lo sa solo chi lo vive”.

Suor Teresita (il cui nome di Battesimo è Valeria) ha avuto una vocazione tardiva: “Non mi piacevano le monache, stavo così bene a casa! Eravamo contadini. Stavamo nei campi dalla mattina alla sera, lavorando, ma stavamo bene. Io ero la maggiore di sette fratelli”.

“Mio padre, però, vedendo la vita che facevamo e pensando che le monache non lavorassero, diceva a me e a mia sorella: ‘Non vorreste essere monache?’ E io, per accontentarlo, pregai la patrona di Vitoria e  le chiesi di darmi quella vocazione… Me l’ha data eccome!”.

“Una volta ho avuto la tentazione di immaginare come sarebbe stata la mia vita fuori, perché mi sembrava che qui non facessi nulla”, ha confessato la religiosa. “Era una crisi che attraversano molte, pensare che qui non facciamo niente, ma ne parlai con un sacerdote e mi dise che avevo una vocazione molto bella”.

“Sono molto felice e non invidio niente di ciò che è fuori. E’ una grazia di Dio. La vocazione e la perseveranza. Sono due grazie che il Signore mi ha donato”.

“Il dono più grande che ho ricevuto in questi oltre 100 anni è stato la preghiera – ha aggiunto –. Senza di questa non ci si può sostenere. Ogni giorno è una scelta di preghiera”.

“Se Dio continua a tenermi qui sarà per qualche ragione”, ha concluso suor Teresita. “So che molti non comprendono il mio modo di vivere, ma io non riesco a concepirne un altro”.

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ZENIT Staff

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