MADRID, venerdì, 24 giugno 2011 (ZENIT.org).- Il Disegno di Legge per la Regolamentazione dei Diritti della persona nel processo del fine vita potrebbe rappresentare una legalizzazione velata di pratiche eutanasiche, hanno avvertito i Vescovi della Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE).
Il comunicato finale della loro ultima riunione, celebrata il 21 e 22 giugno, indica che “lo stesso concetto di dignità umana viene negativamente interessato” nel progetto.
“Una concezione dell’autonomia della persona come praticamente assoluta e il peso che viene dato a questa autonomia nello sviluppo della Legge finiscono per snaturare l’intenzione dichiarata e per oltrepassare il limite proposto di non far posto all’eutanasia”, sottolineano i presuli.
Il testo legale segnala la sua intenzione di difendere la dignità della persona alla fine della vita senza depenalizzare l’eutanasia.
I Vescovi considerano tuttavia che “sembra sostenersi implicitamente che una vita umana potrebbe mancare di dignità tutelabile nel momento in cui la persona interessata, e anche un terzo, disponesse autonomamente in questo modo”.
I presuli hanno studiato questo disegno di legge e hanno approvato un’ampia Dichiarazione che verrà pubblicata lunedì prossimo, 27 giugno.
Il testo episcopale, che ha per titolo “Dichiarazione in occasione del Disegno di Legge per la Regolamentazione dei Diritti della persona nel processo del fine vita”, avverte che il Disegno di Legge impiega una definizione riduttiva del concetto di eutanasia.
Con questa, avvertono i presuli, si lascia la porta aperta a certe omissioni volontarie che possono provocare la morte o che cercano in modo diretto la sua accelerazione.
Tra le condotte eutanasiche alle quali si darebbe copertura legale, i Vescovi indicano la possibile sedazione inadeguata, l’abbandono terapeutico o l’omissione delle cure dovute.
La Dichiarazione episcopale si mostra critica nei confronti del trattamento che riceve nel testo il diritto umano fondamentale alla libertà religiosa, per cui i professionisti sanitari sono praticamente ridotti a esecutori della volontà dei pazienti e non viene loro riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza.
I Vescovi tornano inoltre a proporre un modello di Testamento Vitale conforme alla dottrina cattolica, che è una redazione aggiornata di quello offerto a suo tempo dalla Conferenza Episcopale Spagnola.
Ribadiscono inoltre che “la vita di ogni persona è sacra, anche quando è debole, sofferente o si trova alla fine del su