ROMA, martedì, 14 giugno 2011 (ZENIT.org).- La biblioteca diocesana di Sulmona-Valva è specializzata in storia dell’Abruzzo e ha una consistenza complessiva di 19 mila volumi; quella vescovile di Piacenza-Bobbio presenta delle sezioni di parapsicologia ed occultismo; la biblioteca del Seminario vescovile di Como ha edizioni del XVI, XVII e XVIII secolo, è aperta anche di pomeriggio e può offrire un servizio caffetteria; il pezzo più antico del Museo diocesano di arte sacra di Nicosia risale al 1346 mentre il Museo diocesano di Iglesias ha una sezione architettonica con fotografie e disegni, una mediateca e offre un servizio di visite guidate.
Dal 13 giugno, le informazioni relative a 1191 istituti culturali ecclesiastici italiani – 335 biblioteche, 640 archivi e 216 musei – sono accessibili online tramite la pubblicazione web dell’Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici (www.chiesacattolica.it/anagrafe) realizzata dall’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana (Unbce).
“Due mondi, quello del web e quello di musei, archivi e biblioteche – ha affermato mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per le comunicazioni sociali, nel corso della conferenza stampa di presentazione della pubblicazione web tenutasi il 13 giugno a Roma presso la Radio Vaticana – che sembrano distanti e distinti ma che invece si incrociano in questo progetto che si propone di rendere fruibile ad un pubblico sempre più vasto il patrimonio culturale delle diocesi italiane”.
Niente più ricerche affannose, dunque, sui fondi disponibili nelle biblioteche ecclesiastiche chiamando invano numeri di telefono disattivati da tempo di curie e arcivescovadi, niente attese inutili dietro portoni sbarrati di musei diocesani aperti secondo la disponibilità del custode. Attraverso la pagina web è possibile conoscere orari di apertura, servizi erogati, presenza o meno di barriere architettoniche, dotazione di documenti, libri, opere d’arte, indirizzi mail e recapiti telefonici di tutti gli istituti culturali ecclesiastici che hanno messo a disposizione o lo faranno in futuro le informazioni che li riguardano.
Un accordo firmato proprio nel corso della conferenza stampa, alla presenza dell’on. Francesco Maria Giro, sottosegretario di Stato ai beni culturali, con l’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (Iccu) del Ministero dei beni culturali (Mibac) prevede, inoltre, il riversamento periodico dei dati riguardanti le biblioteche ecclesiastiche verso l’Anagrafe delle biblioteche italiane del Mibac (http://anagrafe.iccu.sbn.it).
“Un’altra caratteristica importante del servizio – ha affermato mons. Stefano Russo direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei presentando la pubblicazione web dell’Anagrafe – è la mappatura georeferenziata, che permette l’individuazione sul territorio degli istituti culturali”. Infatti “attraverso il motore di ricerca sarà possibile evidenziare porzioni di territorio – la regione amministrativa o ecclesiastica, il comune, la diocesi – nelle quali selezionare gli istituti rispetto ai quali si desiderano informazioni e ottenere anche le relative indicazioni stradali”.
“La pubblicazione web dell’anagrafe – ha spiegato Russo – è stata preceduta da un lavoro lungo alcuni anni che si è avvalso del confronto con esperti nel diversi settori con l’apporto significativo delle associazioni di settore, in particolare l’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani (Abei) e l’Associazione dei musei ecclesiastici italiani (Amei)”.
Altro elemento di forza del progetto, secondo Russo è “la metodologia di implementazione delle informazioni: è il singolo istituto culturale che compila la propria scheda anagrafe e che può in qualsiasi momento, qualora lo ritenga necessario, aggiornarla”.
“Occorre sottolineare – ha aggiunto il direttore dell’Unbce – l’evidente crescita culturale di numerosi archivi, biblioteche e musei ecclesiastici che in questi anni, pur in mezzo a non poche difficoltà, stanno crescendo nell’offerta di servizi, come la compilazione di inventari moderni che rendono sempre più fruibile il patrimonio che custodiscono”.
In questa prospettiva, “è molto importante – ha ricordato Russo – la possibilità, attiva dal 1996, di accedere ai contributi 8x1000 per la conservazione e consultazione di archivi e biblioteche diocesane ed ecclesiastiche e la promozione di musei diocesani”.