CITTA’ DEL MESSICO, venerdì, 3 giugno 2011 (ZENIT.org).- Rivolgendosi ai partecipanti al III Incontro Nazionale dei Padri di Famiglia e dei Maestri, il Cardinale e Arcivescovo primate del Messico monsignor Norberto Rivera Carrera ha ribadito la disponibilità della Chiesa cattolica a collaborare con tutti i settori educativi del Paese per contribuire alla ricerca di soluzioni reali, profonde e di qualità che contribuiscano a un’istruzione migliore.
La società esige un’istruzione autentica e la riscoperta della necessità di educatori che lo siano davvero, perché la crisi educativa che vive il Messico mette in pericolo le basi della convivenza, ha sottolineato il porporato nel documento “L’istruzione: il maggior potenziale del Messico e il principale compito pastorale della Chiesa”, rivolto ai partecipanti all’Incontro nazionale e reso noto dal servizio informativo dell’Arcidiocesi di Città del Messico.
Monsigor Rivera Carrera ha spiegato che la Chiesa cattolica condivide la preoccupazione di vari settori che vedono nell’istruzione un problema fondamentale per la mancanza di un metodo, di una dedizione consistente intorno a una meta concreta, di un ideale che riesca a creare coesione nella Nazione e della chiara percezione di un bene comune per il quale lavorare.
“Così i giovani non riescono a trovare il senso della vita”, ha sottolineato. “Si dibattono tra il perseguimento di un guadagno economico immediato, facile, a qualsiasi costo, e un’effettiva applicazione di abilità e contenuti appresi in aula”.
Il Cardinale ha affermato che tra i tanti fattori che hanno contribuito al deterioramento dell’istruzione ci sono il fatto che ancora non si valorizza sufficientemente la dignità della persona umana, la mancanza di una maggiore partecipazione dei padri di famiglia e delle istituzioni sociali al processo educativo e il “militante materialismo antireligioso” che ancora predomina in alcune istanze del sistema educativo ufficiale.
Un altro problema è che la vita umana e la natura sono subordinate alle necessità economiche, ma anche il fatto che i grandi mezzi di comunicazione presentano il potere, il denaro e il piacere come valori preponderanti nella società, senza che le istituzioni educative possano contrastarne l’influenza.
“L’istruzione è stata gestita come uno strumento di potere e non come un servizio; anzi, il potere è diventato un criterio di verità e di condotta, e la politica di gruppo o di partito è diventata una religione”, ha proseguito l’Arcivescovo di Città del Messico riferendosi alle cause dell’“emergenza educativa” nel Paese.
Il “tempo prezioso che bisognerebbe dedicare a ciò che è davvero importante, che è l’aspetto pedagogico e formativo, si perde in iter amministrativi e per la mancanza di un vero impegno da parte di alcuni docenti e di un’efficace applicazione di valutazioni per promuovere il profitto accademico”.
“In sintesi, l’autentica istruzione deve far fronte all’impatto demolitore dei media e all’influsso di un ambiente regolato dalla legge del lucro, della corruzione e della simulazione”, ha sottolineato il Cardinale Rivera Carrera.
Nonostante il “malinteso storico” che accompagna l’azione della Chiesa in Messico, la cui opera spesso è stata ritenuta un’ingerenza in questioni esclusive dello Stato, “il cattolicesimo possiede una proposta originale in materia educativa”, ha indicato.
Per questo, ha sottolineato il ruolo che la Chiesa ha svolto nella formazione spirituale e sociale del popolo messicano e che ha continuato l’opera socio-culturale realizzata dai grandi missionari, che con il loro insegnamento e l’instancabile attività “hanno gettato le basi della Nazione”.
La Conferenza Episcopale Messicana, ha aggiunto, lavora alla revisione e all’elaborazione del Progetto Educativo della Chiesa del Messico, in cui si impegna a lottare contro la povertà, a lavorare per un’istruzione integrale e a promuovere la riconciliazione nazionale.