Grande attesa in Croazia per la visita del Papa

Intervista al Card. Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria

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ZAGABRIA, venerdì, 3 giugno 2011 (ZENIT.org).- È già tutto pronto a Zagabria per ricevere Benedetto XVI, in visita tra sabato e domenica per celebrare la Giornata delle Famiglie Cattoliche Croate e vivere una specie di Giornata della Gioventù del Paese.

Ai microfoni della “Radio Vaticana”, il Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria, ha spiegato come i cattolici croati si preparano a ricevere per la prima volta Papa Benedetto.

Eminenza, come si sta preparando la Croazia ad accogliere il Papa?

Cardinale Bozanić: Innanzitutto, desidero dire che in Croazia c’è una grande attesa per la visita del Santo Padre Benedetto XVI. Non appena è stata resa nota ufficialmente la notizia del viaggio apostolico del Santo Padre a Zagabria il 4 e 5 giugno, come Chiesa abbiamo iniziato un cammino di preparazione sia a livello diocesano che nazionale. Ogni Diocesi ha elaborato dei programmi in cui si è cercato di coinvolgere soprattutto i giovani e le famiglie. I giovani si stanno preparando attraverso diverse attività, con incontri di preghiera e di adorazione. Devo dire che subito in tanti hanno aderito all’invito di partecipare all’incontro con il Papa: questo sarà per loro l’Incontro nazionale dei giovani che si svolge ogni due anni, ma è il primo a cui sarà presente il Santo Padre. E i giovani lo attendono con tanto entusiasmo. Per le famiglie, sono state elaborate delle speciali catechesi che si stanno svolgendo in questa fase di preparazione nei gruppi parrocchiali. Ma anche tutti i fedeli nelle parrocchie, invitati dai parroci sin dal giorno in cui è stata annunciata la visita apostolica, accompagnano ogni cosa con una preghiera intensa e viva gratitudine. E tutto ruota intorno al motto dell’incontro con il Santo Padre in Croazia, cioè “Insieme in Cristo”.

Perché è stato scelto proprio questo motto?

Cardinale Bozanić: Noi Vescovi della Chiesa in Croazia abbiamo scelto questo tema perché la parola “insieme” fa riferimento al desiderio di incontro, di comunione di ogni essere umano. E questo aspetto, che è la dimensione antropologica, trova il suo compimento e la sua pienezza nella dimensione teologica e cristologica, cioè in Cristo, nella novità di Cristo. Cristo è la roccia su cui ogni fedele, ogni famiglia cristiana deve costruire la propria casa per poter percorrere le vie della vita.

Quali sono le sfide pastorali più urgenti della Chiesa in Croazia?

Cardinale Bozanić: Penso che la sfida maggiore sia quella della secolarizzazione, che è sempre più presente nella nostra società e che mostra il suo influsso soprattutto sulle nuove generazioni. La Chiesa sente, inoltre, l’appello a dedicarsi alle famiglie, anche’esse colpite dalla cultura secolarizzata, e che in questo periodo appaiono colpite dalla mancanza di lavoro, in questa situazione di difficoltà sociali ed economiche generalizzate. La nostra preoccupazione per le famiglie vuole giungere a sensibilizzare anche le istituzioni civili, perché sappiano intervenire a favore della famiglia, non solo a parole, ma anche con veri interventi. La famiglia è un’istituzione che va tutelata: nella famiglia, infatti, risiede il futuro della Chiesa e della società.

La sera del sabato, Benedetto XVI incontrerà i giovani croati. Qual è la realtà giovanile del Paese?

Cardinale Bozanić: I giovani che incontreranno il Santo Padre appartengono, per lo più, alle generazioni nate dopo la caduta del regime comunista. Condividono, quindi, la stessa realtà degli altri giovani europei, ma sono anche molto sensibili ai valori spirituali e alle iniziative della Chiesa, sentono che la Chiesa è la loro casa, che dà loro spazio e si occupa di loro. Spesso sono gli stessi giovani a proporre, nelle parrocchie, varie iniziative: incontri di preghiera, pellegrinaggi… I nostri giovani partecipano anche volentieri alla vita sacramentale e cercano anche la possibilità di confessarsi.

Domenica 5 giugno, poi, il Papa pregherà presso la tomba del Beato Stepinac. Quale significato attribuisce a questo gesto il popolo croato?

Cardinale Bozanić: Per la Chiesa in Croazia, il Card. Stepinac è – si può dire – un modello di fedeltà a Cristo, alla Chiesa, alla Santa Sede. Il Beato Stepinac fu un vero pastore: si prodigò per difendere i diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni popolo, per difendere chi era vittima di persecuzioni. È stato per noi e per la Chiesa un vivo testimone della speranza cristiana; con la sua vita ha saputo testimoniare la speranza cristiana che nasce dalla piena fiducia nella fedeltà di Dio, che porta alla vittoria del bene. Il Beato Stepinac fu anche uomo di coscienza: per non tradire la propria coscienza e non venir meno alla parola data a Cristo e alla Chiesa, non cedette ad alcun compromesso, accettando consapevolmente anche il martirio.

Qual è oggi il ruolo della Croazia in Europa?

Cardinale Bozanić: La Croazia è aperta all’Unione Europea e si sta preparando a entrarvi. Da parte della Chiesa, siamo aperti a ciò: in fondo, la Croazia da sempre – si può dire – vive nell’ambito della civiltà europea. Siamo, però, anche consapevoli delle difficoltà e delle possibilità che l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea può comportare. Dinanzi a questo passo, ci sembra importante sottolineare la logica dello scambio: solo nella conoscenza reciproca della propria identità, cultura, storia e costumi, i popoli europei possono costruire insieme una “casa comune”. Penso anche che la Croazia, essendo situata in una regione del continente in cui si incontrano e convivono sia persone che professano la fede cristiana – appartenenti o alla Chiesa cattolica o alla Chiesa ortodossa – sia persone che professano la religione musulmana, è chiamata ad essere luogo di dialogo confessionale ed interreligioso. La Croazia è chiamata, si può dire, ad essere ponte per l’Europa.

Eminenza, quali sono le speranze della Chiesa e della Nazione croata per la prossima visita del Papa?

Cardinale Bozanić: Per noi, è un dono speciale poter trascorrere questi due giorni con il Santo Padre, incontrarci con lui e pregare con lui. Il nostro cuore è aperto e desideroso di accogliere le sue parole e il suo messaggio. Noi guardiamo a questo evento con grande gratitudine e riconosciamo in esso un’importante occasione per rendere più viva la nostra risposta cristiana, per essere veri testimoni della fede, mossi dalla speranza e dalla carità.

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ZENIT Staff

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