ROMA, domenica, 6 marzo 2011 (ZENIT.org).- Questa domenica Benedetto XVI ha rivolto un pensiero speciale alla Libia, sconvolta dagli scontri armati, assicurando la sua vicinanza alla popolazione.

Al termine della preghiera mariana in piazza San Pietro, il Papa ha affermato di seguire “continuamente e con grande apprensione le tensioni che, in questi giorni, si registrano in diversi Paesi dell’Africa”, in modo particolare in Libia, “dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una crescente crisi umanitaria”.

Nelle ultime ore, infatti, è infuriata la battaglia tra le forze rimaste fedeli a Muammar Gheddafi e i rivoltosi. Le truppe del raìs hanno hanno attaccatto con i carri armati le città controllate dagli insorti di Al Zawiyah, a quaranta chilometri da Tripoli, e Ras Lanuf. Secondo quanto riferito da “Al Jazeera”, ci sono stati oltre 200 morti e numerosi atti di violenza contro i civili.

Il “Consiglio nazionale libico”, composto dagli insorti nella parte est della Libia, ha tuttavia dichiarato di aver respinto da Misurata e Al Zawiyah le forze vicine al leader libico.

“A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite”, ha detto il Santo Padre.

Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, ricevuta il 2 marzo in udienza da Benedetto XVI di ritorno dai campi profughi al confine tra Libia e Tunisia, in una intervista a L'Osservatore Romano ha parlato della crisi umanitaria in atto in quelle terre.

“All’inizio di questa settimana – ha detto –, mentre mi trovavo sul posto, più di 2.000 persone all’ora hanno attraversato il confine e a causa di un sistema incapace di gestire quel flusso più di 20.000 persone provenienti dalla Libia sono rimaste senza nemmeno l’acqua”

E “sebbene l’ondata di rifugiati sia diminuita e la coda di persone non sia più allarmante, dobbiamo essere preparati a un eventuale deteriorarsi della situazione in Libia”, ha avvertito, facendo appello a non dimenticare “coloro che sono intrappolati dalla violenza o dalla paura all’interno del Paese”.

Ora come ora, ha continuato, “è assolutamente importante che il mondo ci garantisca l’accesso umanitario alla Libia cosicché le comunità vulnerabili possano ricevere cibo. Questa settimana una nave con mille tonnellate di farina, sufficienti a nutrire centomila persone per due, tre settimane, è dovuta tornare indietro a causa del bombardamento della zona portuale”.

“Non possiamo abbandonare queste persone in questo momento difficile”, ha concluso.