CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 27 marzo 2011 (ZENIT.org).- “L’onnipotenza dell’Amore rispetta sempre la libertà dell’uomo; bussa al suo cuore e attende con pazienza la sua risposta”. Lo ha detto Benedetto XVI all’Angelus di questa domenica, riflettendo sull’episodio evangelico del dialogo di Gesù con la donna Samaritana.
Infatti, ha spiegato il Papa, Dio ha mandato Cristo sulla terra per estinguere la nostra sete di vita eterna “ma per farci questo dono Gesù chiede la nostra fede”.
Evidenziando quindi alcuni aspetti dell’incontro con la Samaritana al pozzo di Giacobbe, ha messo in risalto in primo luogo “il simbolo dell’acqua, che allude chiaramente al sacramento del Battesimo, sorgente di vita nuova per la fede nella Grazia di Dio”.
“Questo Vangelo, infatti, – come ho ricordato nella Catechesi del Mercoledì delle Ceneri – fa parte dell’antico itinerario di preparazione dei catecumeni all’iniziazione cristiana, che avveniva nella grande Veglia della notte di Pasqua”.
“Quest’acqua – ha spiegato il Santo Padre – rappresenta lo Spirito Santo, il ‘dono’ per eccellenza che Gesù è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, cioè nel Battesimo, entra in una relazione reale con Dio, una relazione filiale, e può adorarLo ‘in spirito e verità’ (Gv 4,23.24), come rivela ancora Gesù alla donna Samaritana”.
“Ognuno di noi può immedesimarsi con la donna Samaritana” ha continuato il Papa, invitando a prestare attenzione alla voce di Gesù che parla dentro di noi: “Se tu conoscessi il dono di Dio…”.
Per questo, richiamando il senso del cammino quaresimale ha aggiunto: “Fermiamoci un momento in silenzio, nella nostra stanza, o in una chiesa, o in un luogo appartato”.
Successivamente, il Papa ha rivolto dei saluti ai pellegrini presenti.
Parlando in particolare ai fedeli di lingua tedesca ha ricordato che “l’acqua e il cibo sono di importanza vitale per l’uomo. Ma nel nostro cuore sentiamo una fame e una sete più profondi”. Ecco allora che “Gesù vuole risvegliare nuovamente questa nostalgia sepolta per il bene, il bello e il buono, e per Dio”.
E, ha continuato, “laddove noi attraverso il peccato e la lontananza da Dio rischiamo di inaridirci, egli offre se stesso come acqua capace di tramutarsi in noi in sorgente zampillante e di donarci la vera vita. Ravviviamo in noi la freschezza del suo amore”.
Parlando invece ai pellegrini di lingua spagnola ha detto: “Vi incoraggio affinché in questo tempo, rinnovando gli impegni della fede, incontriate il Messia che colma di grazia e verità e possiate offrire il culto di lode che germoglia da un discepolo fedele”.
Ai fedeli di lingua polacca ha invece ricordato le parole di san Paolo nella liturgia odierna: “Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5, 8). Questo, ha continuato, “è un invito affinché, vincendo il peccato in noi, sempre più pienamente rispondiamo al preveniente amore di Dio”.
Salutando quindi i pellegrini slovacchi ha sottolineato che “il Tempo della Quaresima ci esorta a riconoscere Gesù Cristo come nostra suprema speranza. Vi invito ad essere nel mondo testimoni fedeli della Buona Novella della redenzione”.
Infine, in italiano ha rivolto un pensiero particolare al Cardinale Elio Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, e ai partecipanti al convegno sul tema: “Bambini non nati: l’onore e la pietà”, svoltosi a Roma dal 25 al 27 marzo si svolgerà a Roma e che “ha richiamato al sacro rispetto per i nascituri abortiti”.
Un saluto speciale anche per le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare e quanti questa notte, nella chiesa di San Gregorio VII, hanno vegliato pregando per la drammatica situazione in Libia.