di don Eugenio Fizzotti*

ROMA, venerdì, 18 marzo 2011 (ZENIT.org).- “Non più fiori sull’asfalto”: è stato questo lo slogan scelto dai genitori della Locride che hanno perso tragicamente un figlio per organizzare un’eccezionale Via Crucis che ha avuto luogo per le strade di Locri venerdì 11 marzo e che è stata presieduta e animata dal Cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa in Honduras e Presidente della Caritas Internationalis, e dal Vescovo di Locri-Gerace, mons. Giuseppe Fiorini Morosini.

L’iniziativa, maturata nel corso degli incontri che sistematicamente i numerosi genitori fanno nel Centro Giovanile Salesiano di Locri, ha avuto come esplicito obiettivo il coinvolgimento di tutta la popolazione della Locride perché non vengano dimenticate le “vittime sulla strada e della strada” e si sollecitino le forze politiche a intervenire con decisione nel sistemare la Strada Statale 106 che, a causa dell’eccessiva quantità di buche, della scarsa illuminazione, della mancanza di opportuna segnaletica, di ponti strettissimi, di carenza di guardarail, di incroci pericolosi, costituisce purtroppo il luogo in cui avvengono con notevole frequenza gravissimi incidenti stradali in alta percentuale mortali.

In forma particolarmente originale la Via Crucis ha ricordato, stazione per stazione, i tantissimi giovani che hanno perso la vita sull’asfalto. E particolarmente significativi e commoventi sono stati gli interventi che alcune mamme delle vittime della strada e gruppi di giovani provenienti da vari paesi della diocesi hanno fatto attraverso meditazioni, preghiere, lettere e testimonianze.

Un rilievo particolare hanno avuto i due interventi di mons. Morosini che, mentre nella prima stazione della Via Crucis ha richiamato la responsabilità delle autorità a sistemare la Statale 106, nella decima stazione, dinanzi alla cappella del Centro Giovanile Salesiano, ha invitato caldamente i genitori presenti a vigilare attentamente sui comportamenti dei loro figli per evitare che scivolino nell’assunzione e nel consumo di sostanze stupefacenti.

Una profonda commozione hanno avvertito le oltre 500 persone che hanno partecipato alla Via Crucis quando alla tredicesima stazione, dinanzi alla Chiesetta dell’Addolorata, una mamma di Reggio Calabria ha letto una lettera straordinaria inviata al suo figlio Giovanni, vittima di un mortale e tragico incidente. E subito dopo hanno apprezzato con estrema sensibilità le parole che il Cardinale Rodríguez Maradiaga ha rivolto in modo specifico a tutte le mamme presenti, sottolineando che la loro esperienza corrisponde terribilmente a quella della Vergine Maria che, accogliendo nelle sue braccia il figlio Gesù deposto dalla croce dopo essere stato ingiustamente processato e condannato, non piombò nella disperazione ma si aprì alla speranza e incoraggiò i discepoli che poco prima di morire egli le aveva affidato.

Una rilevanza particolare ha contrassegnato la quattordicesima stazione che ha avuto luogo dinanzi alla Cattedrale di Locri e che è stata animata direttamente dai genitori del gruppo “Un figlio in cielo”. Con lo sguardo rivolto verso due cartelloni sui quali erano state collocate le foto di varie decine di ragazzi molti tragicamente per incidenti stradali, i partecipanti alla Via Crucis hanno anche apprezzato tantissimo una bellissima preghiera nella quale una mamma del gruppo, rivolgendosi alle centinaia di figli in cielo, i cui nomi erano stati ricordati nelle precedenti tredici stazioni della Via Crucis, li ha ringraziati perché «grazie a voi siamo diventati genitori, creatori importanti di una vita nuova, attraverso voi abbiamo conosciuto il volto gratuito dell’amore, che sa confortare anche il nostro grande dolore. Con voi abbiamo gustato i momenti più belli che il Signore ci ha regalato e siamo cresciuti insieme, nella gioia del mondo stupendo che ci avete portato».

E prima che iniziasse la concelebrazione eucaristica, presieduta dal Cardinale Rodríguez Maradiaga, altre mamme che hanno perso un figlio hanno proposto a tutti coloro che sono entrati nella Cattedrale delle profonde riflessioni su alcuni fattori che spesso causano incidenti mortali, quali l’eccessiva velocità, la consumazione di alcolici, la stanchezza, l’abuso di sostanze, e hanno sollecitato ancora una volta le autorità a difendere i loro diritti e a impegnarsi in forma decisa perché cessino le stragi stradali e si dia sempre a tutti la precedenza alla vita.

Come espressione di solidarietà hanno partecipato alla Via Crucis numerosi Sindaci della Locride, come pure vari sacerdoti della Diocesi e vari dirigenti delle Scuole, che avevano sollecitato i loro cittadini, i loro fedeli e i loro allievi a intervenire per confortare i genitori afflitti dalla perdita dei loro figli e per ribadire in maniera massiccia la necessità che la Statale 106 venga completamente reimpostata e si proceda alla costruzione, già iniziata da anni ma interrotta per motivi per nulla chiari, di una strada alternativa che eviti gli attraversamenti nei centri abitati.

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*Don Eugenio Fizzotti, salesiano, psicologo della religione, già docente all'Università di Urbino, al Pontificio Ateneo Antonianum, alla Facoltà di Scienze dell'Educazione “Auxilium”, alla Facoltà Teologica Valdese e alla Facoltà di Psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma, è parroco di San Biagio, in Locri.