Fede, cultura e unità, memoria viva dell’Italia

Il Cardinale Carlo Caffarra invita a rinnovare l’amore per la patria

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 18 marzo 2011 (ZENIT.org).- “E’ nel cuore di ogni italiano che nasce e si conserva la nostra nazione e la sua unità”. Lo ha detto il Cardinale Carlo Caffarra nel corso dell’omelia che ha tenuto a Bologna, nella Basilica di San Petronio, il 17 di marzo, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

L’Arcivescovo di Bologna ha spiegato che la presenza orante nella Basilica “nasce da quel naturale amore di patria che dimora in ogni animo nobile”.

Prendendo spunto dalla lettura della Sacra Scrittura che racconta di quando Israele era in pericolo, e di come la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, il porporato ha sottolineato che la sorgente del coraggio sta “nella memoria degli avvenimenti che hanno fondato il popolo”.

“Per questo motivo – ha aggiunto il porporato – la perdita della memoria di ciò che ha originato la nostra Nazione, la conseguente dilapidazione dell’eredità che quel ‘principio’ ci ha trasmesso e continua a trasmetterci, costituisce il rischio più serio per uno Stato e per una nazione”.

In questo contesto il Cardinale Caffarra ha ricordato che, in una lettera inviata ai Vescovi italiani in data 6 gennaio 1994, Giovanni Paolo II ha descritto la triplice eredità della memoria nazionale dell’Italia: “l’eredità della fede; l’eredità della cultura; l’eredità dell’unità”.

Per quanto riguarda l’eredità della fede, l’Arcivescovo di Bologna ha precisato che in Italia “il Vangelo è stato attivo fin nelle più intime profondità del suo essere” e “la Chiesa ha custodito questo principio di vita”.

Secondo il Cardinale Caffarra l’eredità della fede è una responsabilità di ogni italiano credente e non, perchè “sarebbe assai pericoloso per il destino della nostra nazione se un male inteso concetto di laicità escludesse i cristiani dal dibattito e dalla deliberazione pubblica, a causa della loro fede; se leggi, decreti amministrativi, giurisprudenza oscurassero la presenza pubblica dei segni della fede, e soprattutto dei valori che il cristianesimo ha depositato nella nostra coscienza pubblica”.

Circa l’eredità della cultura, di quel modo di essere nel mondo e nella vita che caratterizza il popolo italiano, il porporato ha sostenuto che “è un’eredità che si è espressa nella letteratura, nell’arte, nella filosofia, nelle istituzioni ed ordinamento giuridico, in quel senso di umana fraternità che ci rende come istintivamente estranei ad ogni forma di razzismo e di intolleranza”.

In merito all’eredità dell’unità, per il Cardinale Caffarra questa “era già profondamente radicata nella coscienza degli italiani che, in forza della comune fede, delle vicende storiche, della lingua e della cultura si sono sempre sentiti parte integrante di un unico popolo”. Ed è nel cuore di ogni italiano che è presente “tutto quel patrimonio formatosi di generazione in generazione, attraverso dolori, lotte e sofferenze, ed il martirio di tanti la cui memoria è in benedizione”.

Il Cardinale Caffarra ha concluso invocando “Il Dio che è al di sopra di tutti gli dei e domina ogni autorità” affinché “ infonda in ciascuno di noi il coraggio di continuare ad essere ciò che la divina Provvidenza ci ha donato di essere”.

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ZENIT Staff

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