Un nuova evangelizzazione per decifrare i segni dei tempi

Presentati i Lineamenta per il Sinodo dei Vescovi del 2012

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Chiara Santomiero

ROMA, venerdì, 4 marzo 2011 (ZENIT.org).- “Un’attitudine, uno stile audace” che si traduce nella “capacità da parte del cristianesimo di leggere e decifrare i nuovi scenari dentro la storia degli uomini per abitarli e trasformarli in luoghi di testimonianza e annuncio del Vangelo”: tutto questo è “nuova evangelizzazione” secondo i Lineamenta della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema “Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam – La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, presentati questo venerdì a Roma alla stampa.

La questione della trasmissione della fede al centro dei lavori sinodali, che si svolgeranno in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012, è risultata quella maggiormente in evidenza tra le problematiche segnalate dai 13 Sinodi delle Chiese orientali sui iuris, le 113 Conferenze episcopali, i 25 Dicasteri della Curia romana oltre che dall’Unione dei Superiori generali, cui, secondo la prassi, viene chiesto di indicare tre temi suscettibili – per importanza pastorale e rilevanza per la Chiesa universale – di essere oggetto di una riflessione sinodale.

“Un secondo evento – ha spiegato mons. Nikola Eterović, Segretario generale del Sinodo dei vescovi – ha influito sulla scelta definitiva dell’argomento sinodale: la decisione del Papa Benedetto XVI di erigere il 21 settembre 2010 il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione” che ha portato ad inquadrare “l’inquietudine pastorale sulla trasmissione della fede” nella riflessione sulla nuova evangelizzazione che “si impone in tutta la Chiesa”.

Nuova evangelizzazione

Gli stessi Lineamenta offrono la “distinzione teorica” tra “nuova evangelizzazione che è indirizzata principalmente a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa, alle persone battezzate ma non sufficientemente evangelizzate” dalla “evangelizzazione come attività regolare della Chiesa” e “primo annuncio ad gentes a coloro che ancora non conoscono Gesù Cristo”, precisando tuttavia che “le tre categorie spesso convivono nello stesso territorio per cui le Chiese locali devono praticarle contemporaneamente, soprattutto a causa della globalizzazione e dello spostamento delle popolazioni”.

La XIII Assise sinodale si pone quindi “nel rinnovato impegno dell’evangelizzazione che la Chiesa ha intrapreso in seguito al Concilio Vaticano II” nella consapevolezza che “essa esiste per evangelizzare e per svolgere tale compito in modo adeguato, la Chiesa comincia con l’evangelizzare se stessa”.

“Nuova evangelizzazione – ha precisato lo stesso Giovanni Paolo II che per la prima volta ha usato questo termine il 9 giugno del 1979 durante l’omelia nel Santuario di Santa Croce a Mogila in Polonia – non è una rievangelizzazione ma quasi un secondo annuncio, anche se in realtà è sempre lo stesso” solo nuovo “nel suo ardore, nei suoi metodi, nelle sue espressioni”.

“Non si tratta – sottolineano i Lineamenta – di rifare qualcosa che è stato fatto male o non è funzionato, quasi che la nuova azione fosse un implicito giudizio circa il fallimento della prima”. La nuova evangelizzazione, infatti “non è una reduplicazione della prima ma il coraggio di osare sentieri nuovi, di fronte alle mutate condizioni dentro le quali la Chiesa è chiamata a vivere oggi l’annuncio del Vangelo”.

Gli scenari

“Le sfide che il contesto culturale e sociale odierno pone alla fede cristiana – ha spiegato Eterović – vengono indicate nei Lineamenta in sei scenari, il primo dei quali è la secolarizzazione”. Anche se “interessa principalmente il mondo occidentale, da esso si diffonde nel mondo intero” assumendo perlopiù “un tono dimesso che ha invaso la vita quotidiana delle persone e sviluppando una mentalità in cui Dio è di fatto assente”. Allo stesso tempo “nel mondo vi è un risveglio religioso” anche se “tanti aspetti positivi della ricerca di Dio e della riscoperta del sacro sono oscurati da fenomeni di fondamentalismo che non poche volte manipola la religione per giustificare la violenza e persino il terrorismo”.

Altre sfide sono poste dal fenomeno migratorio connesso alla globalizzazione, dalla rivoluzione informatica con “i benefici e i rischi della cultura mediatica e digitale”, dallo scenario economico con “i crescenti squilibri tra nord e sud del mondo”. A ciò si aggiunge il rapporto tra scienza e tecnica che rischiano di “diventare i nuovi idoli del presente” e i cambiamenti epocali degli ultimi decenni in campo politico che stanno creando “una situazione mondiale con nuovi attori politici, economici e religiosi, come il mondo asiatico e islamico”.

Di fronte a questi nuovi scenari, ha sottolineato Eterović, i cristiani, oltre a un’opera di discernimento, sono chiamati “a dare sapore evangelico ai grandi valori della pace, della giustizia, dello sviluppo, della liberazione dei popoli, del rispetto dei diritti umani e dei popoli, soprattutto delle minoranze, come pure della salvaguardia del creato e del futuro del nostro pianeta”.

Si tratta di un compito che “offre grandi possibilità al dialogo ecumenico” come pure di grande aiuto “può essere il dialogo interreligioso, soprattutto con le grandi religioni orientali”.

Dubbi da sgomberare

Da quanto detto emerge come “la nuova evangelizzazione – precisano i Lineamenta – non copre o nasconde l’intenzione di nuove azioni di proselitismo da parte della Chiesa, soprattutto nei confronti delle altre confessioni cristiane”. E nemmeno “un mutamento nell’atteggiamento della Chiesa verso coloro che non credono, trasformati in oggetto di persuasione e non più visti come interlocutori all’interno di un dialogo che ci vede accomunati dalla medesima umanità e dalla ricerca della verità del nostro esistere”.

Noi credenti, infatti “dobbiamo avere a cuore anche le persone che si ritengono agnostiche o atee” che “forse si spaventano quando si parla di nuova evangelizzazione, come se loro dovessero diventare oggetto di missione”. Tuttavia “la questione circa Dio rimane presente pure per loro”. “La ricerca di Dio – sottolineano i Lineamenta – è stato il motivo fondamentale dal quale è nato il monachesimo occidentale e, con esso, la cultura occidentale”. Il primo passo dell’evangelizzazione consiste “nel cercare di tener desta tale ricerca. È necessario mantenere il dialogo non solo con le religioni, ma anche con chi ritiene la religione una cosa estranea”.

L’immagine del “cortile dei gentili” proposta da Benedetto XVI come spazio “dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero” viene consegnata come ulteriore elemento della nuova evangelizzazione che “mostra l’audacia dei cristiani di cercare positivamente tutte le vie per imbastire forme di dialogo che intercettino le attese più profonde degli uomini e la loro sete di Dio”.

L’emergenza educativa

“Il clima culturale e la situazione di affaticamento in cui si trovano parecchie comunità cristiane – ha sottolineato Eterović percorrendo i punti fondamentali dei Lineamenta – rischiano di rendere debole la capacità di annuncio, di testimonianza e di educazione alla fede delle nostre Chiese locali”. Nella società odierna “ogni azione educativa appare assai difficile, al punto che il Santo Padre Benedetto XVI ha parlato di emergenza educativa”. Si fa sempre più fatica, infatti, a “trasmettere alle nuove generazioni i valori di fondo e un retto comportamento”, difficoltà sperimentata “in particolare dai genitori ma anche dagli enti educativi e dalla scuola”.

La nuova evangelizzazione pure “è chiamata ad occuparsi dell’impegno culturale ed
educativo della Chiesa” ma essa ha bisogno “più di testimoni che di maestri”. Qualsiasi progetto di annuncio e trasmissione della fede, di “nuova evangelizzazione” non può prescindere dalla necessità di “uomini e donne che con la loro condotta di vita danno forza all’impegno evangelizzatore che vivono”.

Per questo i Lineamenta presentano testimoni illustri della storia dell’educazione nel campo dell’educazione da san Paolo ai santi Cirillo e Metodio a san Francesco Saverio a madre Teresa di Calcutta per sottolineare che “la nuova evangelizzazione è soprattutto un compito spirituale di cristiani che perseguono la santità”.

“La nuova evangelizzazione – ha concluso Eterović – dovrebbe diventare un nuovo cenacolo nel quale la Chiesa, con la grazia dello Spirito santo, troverà non un nuovo Vangelo, bensì una risposta adeguata ai segni dei tempi e ai bisogni degli uomini e dei popoli di oggi” così come “ai nuovi scenari che disegnano la cultura attraverso la quale raccontiamo le nostre identità”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione