La Chiesa negli Stati Uniti raccoglie donazioni per l'Europa dell'Est

Per aiutare i cattolici degli ex Paesi comunisti

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WASHINGTON, D.C., venerdì, 4 marzo 2011 (ZENIT.org).- La Chiesa negli Stati Uniti effettuerà una raccolta di donazioni il 9 marzo prossimo, Mercoledì delle Ceneri, per aiutare i cattolici dell’Europa centrale e orientale.

La Conferenza dei Vescovi degli Stati Uniti sta organizzando la colletta nelle parrocchie sul tema “Great Needs Remain” (“Continuano ad esserci grandi necessità”) per risvegliare le coscienze sull’impoverimento della Chiesa in quella regione.

Un comunicato stampa della Conferenza ha sottolineato in particolare “l’invecchiamento delle strutture fisiche, il finanziamento insufficiente e la mancanza di personale laico e religioso adeguatamente qualificato” come sfide che deve affrontare la Chiesa nel Centro e nell’Est europeo.

Il Cardinale Justin Rigali, Arcivescovo di Philadelphia e presidente del sottocomitato della Conferenza per l’Aiuto alla Chiesa nell’Europa Centrale e Orientale, ha dichiarato che “il nostro aiuto è fondamentale per la crescita e il rafforzamento della Chiesa in quelle regioni”.

Lo scorso anno, con le donazioni raccolte il sottocomitato è riuscito ad assegnare 112 borse di studio a studenti di quella zona. Ha anche offerto 6,3 milioni di dollari per finanziare 314 progetti in 21 Paesi.

Ad esempio, sono stati inviati fondi per aiutare a riparare il sistema di riscaldamento di un convento di clarisse a Przasnysz, in Polonia, dove 22 religiose si sono ammalate gravemente per il freddo dei rigidi inverni della zona.

Il caso dell’Albania

Declan Murphy, direttore della raccolta di donazioni, ha riferito che bisogna ancora far fronte a molte necessità in Albania, dove l’“eredità comunista” rispetto alla religione, e “concretamente alla Chiesa cattolica”, è terribile.

Murphy, che si è recato in Albania recentemente, ha reso noto che “il 95% dei luoghi di culto del Paese è stato abbattuto o trasformato per usi secolari”.

“La Cattedrale cattolica di Shkoder, ad esempio, è stata usata come stadio sportivo”, ha aggiunto.

Ad ogni modo, “il costo umano è stato ancor maggiore”. “Nel 1944 in Albania c’erano 300 sacerdoti cattolici. Dopo la caduta del comunismo ne restavano 30”.

“Attualmente l’antica comunità cattolica dell’Albania, che risale ai tempi di San Paolo, è di nuovo un territorio di missione eroica in cui i Vescovi e i sacerdoti lavorano duramente per una rinascita del cattolicesimo”, ha detto. “Serviranno decenni per poter riparare i danni”.

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ZENIT Staff

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