“Senza una morale religiosa il Paese perde unità e identità”

Il presidente del RnS Martinez commenta la prolusione del Card. Bagnasco

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ROMA, lunedì, 24 gennaio 2011 (ZENIT.org).- “E’ tempo di dare al Paese una decisa e comune inversione di rotta sul piano sociale, morale e spirituale”. E’ quanto ha detto il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, nel fare eco alla prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco per l’apertura dei lavori del Consiglio Permanente ad Ancona. 

“La corsa verso una società neutra, sostenuta da un libero arbitrio individualista e competitivo, ha alterato in modo sensibile la coscienza del nostro popolo”, ha continuato il presidente del RnS, un Movimento ecclesiale che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità.

“L’Italia – ha detto – sta finendo preda di istinti irrazionali e divenendo succube di tendenze disgregative perché si vuole accantonare a tutti i costi ogni rimando ad una ‘morale religiosa’ e così confidare soltanto in una ‘morale razionale’, laica e laicista, aliena a quei valori spirituali che sempre hanno fondato e fondano la vita di una comunità”.

“Siamo andati troppo avanti – ha aggiunto –, lasciando indietro l’anima, permettendo che la coscienza si facesse erronea e che ad un’etica delle virtù si sostituisse la canonizzazione di vizi pubblici e privati”.

“L’Italia ha bisogno di conversione e di rinnovamento”, ha sottolineato poi Martinez e per questo nell’anniversario dell’Unità d’Italia occorre ritrovare quella “’cultura della solidarietà’, fatta di ascolto dei bisogni della gente e di umile ricerca della fraternità umana, che l’ha resa grande più di molti altri popoli”.

“Un segno concreto – ha concluso infine – è certo da ricercarsi nella ‘riabilitazione culturale e morale della famiglia’, capace ancora, prima che sia tardi, di esprimere soggettività sociale e politica per un nuovo sviluppo del Paese”.

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ZENIT Staff

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