Abubakar Shekau, Boko Haram - YouTube

Boko Haram: raid aereo uccide il leader Abubakar Shekau

L’annuncio dell’esercito nigeriano su Twitter. Ieri un bombardamento nel Borno aveva ucciso 300 jihadisti; avviata oggi la visita del segretario di Stato Usa, John Kerry

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Un raid aereo nel nord-est della Nigeria ha ucciso il leader del gruppo terroristico Boko Haram, Abubakar Shekau, insieme ad altri tre comandanti della organizzazione, nello Stato di Borno, roccaforte dei miliziani. Lo annunciano le forze armate nigeriane su Twitter, spiegando che l’uomo é stato “ferito mortalmente”.
A rilanciare la notizia l’International Business Times che sottolinea, tuttavia, che l’informazione non può essere verificata in modo indipendente e che già in passato il Nigerian Army aveva dichiarato almeno in tre occasioni di aver ucciso il leader della formazione estremista africana che dallo scorso anno si era affiliata allo Stato Islamico.
Nel settembre del 2014 anonime “fonti della sicurezza” avevano riferito che Shekau era rimasto ucciso nel corso di violenti combattimenti con l’esercito del Camerun, ma il mese successivo l’uomo era comparso in un video affermando di essere ancora vivo.
L’annuncio di oggi della morte di Abubakar Shekau giunge il giorno dopo la diffusione della notizia, da parte dell’aeronautica militare nigeriana, dell’uccisione di circa 300 terroristi di Boko Haram in una serie di bombardamenti aerei avvenuti sempre nel Borno, nei pressi del villaggio di Taye, all’interno della foresta di Sambisa.
Tra l’altro proprio oggi, nel paese africano, è iniziata la visita del segretario di Stato Usa John Kerry, il quale ha dichiarato che per combattere i jihadisti è fondamentale ricostruire la fiducia del popolo nel Governo di Abuja. Il quale, secondo fonti locali, starebbe pensando intanto ad uno scambio per ottenere la liberazione delle oltre 200 studentesse di Chinok rapite nell’aprile del 2014 dal gruppo islamista.
Ci sarebbero infatti evidenze secondo cui le agenzie di sicurezza nazionale avrebbero cominciato a stilare possibili profili di detenuti liberabili appartenenti a Boko Haram. In particolare, potrebbero essere scelti i miliziani in carcere da molto tempo e che più attivamente hanno partecipato ai programmi di deradicalizzazione organizzati nelle prigioni.

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ZENIT Staff

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